E’ morto nella sua casa di Porto Venere (La Spezia) all’età di 89 anni Arrigo Petacco. Giornalista, saggista, storico e sceneggiatore italiano è stato tra l’altro direttore del quotidiano La Nazione di Firenze e del mensile Storia Illustrata. Il suo ultimo lavoro Caporetto, scritto insieme all’ex giornalista dell’Unità Marco Ferrari, è uscito pochi mesi fa. Lascia le figlie Carlotta, consulente editoriale, e Monica, caporedattore del Tg2.
Petacco, nato a Castelnuovo Magra, aveva iniziato la sua carriera da giornalista al Lavoro, il quotidiano di Genova diretto da Sandro Pertini. Ha scritto numerosi libri di storia, in particolare sul periodo del fascismo e sulla seconda guerra mondiale, ma ha lavorato a lungo come sceneggiatore di film e soprattutto come autori di documentari e programmi tv della Rai a partire dagli anni Sessanta. Da un suo romanzo biografico su Joe Petrosino fu tratto uno sceneggiato e lo stesso accadde per un libro sul prefetto Cesare Mori, il “prefetto di ferro”. Alla Nazione fu chiamato per un anno, dal 1986 al 1987.
Molto noto anche per la sua presenza in talk show televisivi fino agli ultimi anni (in particolare a Porta a Porta), ha avuto un ritorno di fama quando nel 2014 al blog di Beppe Grillo disse di non aver mai creduto che Giacomo Matteotti fosse stato ucciso per ordine di Benito Mussolini per il fatto che Mussolini aveva ottenuto il 68 per cento dei voti: “Altro che violenza e che minaccia”. Una tesi contestata da numerosi storici, anche perché ricerche storiche recenti hanno illustrato come la denuncia che stava per preparare Matteotti nei confronti del capo del fascismo non riguardasse le violenze nei seggi di quelle elezioni (le ultime e peraltro non certo libere), ma una storia di corruzione che aveva portato il governo italiano di Mussolini a concedere alla Sinclair Oil l’esclusiva per 90 anni per la ricerca e lo sfruttamento dei giacimenti petroliferi in Emilia e in Sicilia. Tra le persone coinvolte, anche il fratello di Mussolini, Arnaldo.