La riforma voluta da Macron delle ferrovie francesi Sncf punta a una vasta revisione delle regole dei servizi ferroviari nell’Unione Europea, che spianerebbe la strada alla concorrenza nei settori nazionali nel trasporto passeggeri. I sindacati: "Nessuna vergogna per aver paralizzato il Paese". Tensione nel pomeriggio al corteo: scontri tra gendarmi e persone incappucciate. Il governo: "Terremo duro"
In mattinata lo stop ai treni e le lunghe file di persone sulle banchine, nel pomeriggio gli scontri nel centro di Parigi. La riforma dei trasporti voluta dal governo di Emmanuel Macron paralizza la Francia. E se il ministro Elisabeth Borne assicura che l’esecutivo “terrà duro”, il segretario generale del sindacato francese Cgt afferma che “i ferrovieri non devono vergognarsi di bloccare l’intero Paese”. Uno scontro segnato anche da tensioni durante il corteo pomeridiano tra la Gare de l’Est e la Gare Saint-Lazare: attimi di tensione hanno segnato la protesta, con danneggiamenti, cassonetti incendiati, vetrine di negozi infrante, gas lacrimogeni e scontri tra gendarmi e persone incappucciate che partecipavano alla marcia.
Lo sciopero ha causato forti ripercussioni sul traffico stradale: all’ingresso di Parigi, poco prima delle 8 del mattino, il sito Sytadin registrava 370 km di coda, un traffico “eccezionale per quest’orario”. Di fronte ai disagi, “il governo terrà duro” nella sua volontà di riformare la Sncf e che lo farà “nella concertazione e nel dialogo”, ma “questa riforma va condotta in porto”, ha spiegato la ministra dei Trasporti, Elisabeth Borne. La giornata odierna non è l’ultima indetta dai sindacati che hanno annunciato un mega-sciopero ‘spalmato su tre mesi, da oggi fino a fine giugno”.