Devastata la sede di via degli Anemoni, periferia ovest del capoluogo lombardo, nella notte tra il 1 e il 2 aprile. Il Consiglio direttivo su Facebook: "Il 2 aprile deve essere l’ultimo giorno che un tale scempio succede". Fiano: "Stanno rialzando la testa"
Devastata la sede dell’Istituto Pedagogico della Resistenza di Milano nella notte tra il 1 e il 2 aprile. Quando alcuni rappresentati sono arrivati lunedì mattina in via degli Anemoni, periferia ovest del capoluogo lombardo, hanno trovato porte divelte, finestra rotta, armadi danneggiati e documenti buttati all’aria. “Certe sono le migliaia di euro di danni”, ha scritto sulla propria pagina Facebook il Consiglio direttivo dell’Istituto, sottolineando come non sia la prima volta che la sede è oggetto di atti di vandalismo. “Visto il clima d’odio, violenza che si va fomentando e vista la vicinanza con il 25 Aprile, festa della Liberazione dal Fascismo e dal Nazismo – si legge nel post – non ci stupisce questo atto vile e pusillanime. Siamo, purtroppo, abituati a questi codardi senza volto, persone prive di umanità al punto da prendersela con una realtà, come la nostra, che si sostiene sul solo impegno di volontari”.
Non essendoci telecamere di sorveglianze e non avendo trovato simboli, “ci è di nuovo impossibile stabilire una matrice“, scrive il consiglio direttivo. “Ma ora per continuare serve un cambio di passo, è una questione di principio. Il 2 aprile deve essere l’ultimo giorno che un tale scempio succede”, conclude il post. “Stanno rialzando la testa”, commenta invece il deputato Pd Emanuele Fiano, senza nominarli ma riferendosi ai gruppi e movimenti di ultradestra. Il parlamentare dem ricorda infatti altri due recenti episodi: l’incendio all’ingresso del circolo Pd di Barona, zona sud-est di Milano, e la rievocazione di un campo nazista organizzata a Cologno Monzese pochi giorni prima del 25 aprile. All’istituto è arrivata anche la solidarietà del presidente provinciale dell’Anpi Roberto Cenati che anche nel caso di questa “ennesima devastazione” chiede “alla pubbliche autorità di fare piena luce su quanto accaduto”.