L'accusa del Comitato dei famigliari delle vittime: "C'è chi è entrato in quello che resta della Spa e chi ha portato via un pezzo di hotel come fosse un souvenir, nessun genitore che abbia spiegato ai figli che lì 29 persone sono morte per colpa dell’uomo". Il sindaco: "Disprezzo. C'è un'ordinanza ma non ho vigili urbani per far presidiare l'area". Accertamenti dei carabinieri
Pic-nic con barbecue, palloni, selfie e qualcuno che ha portato via un pezzo della Spa. Turismo macabro sul quale adesso sono in corso accertamenti dei carabinieri, già intervenuti a Pasquetta nella zona dell’hotel Rigopiano, nel quale morirono 29 persone sotto una valanga, per fermare chi stava trascorrendo la giornata nell’area attorno alla struttura crollata il 18 gennaio 2017. Una zona sotto sequestro, ma comunque di facile accesso.
Il Comune di Farindola, tra l’altro, lo scorso anno ha emanato un’ordinanza per l’area esterna vietando l’ingresso ai prati, ma non ho neanche un vigile urbano per farla rispettare, come spiega il sindaco Ilario Lacchetta, attualmente indagato insieme ad altre 28 persone per il disastro del gennaio 2017. “Profondo disprezzo per il turismo del macabro – sottolinea il sindaco – Ma vorrei che fosse chiaro che l’interno dell’hotel è sequestrato e che dovrebbe essere la Procura di Pescara a far rispettare il divieto”.