Resta da valutare l'accusa di malversazione di fondi pubblici, legata all’organizzazione del referendum sull'indipendenza, che per la giustizia tedesca non giustifica però la detenzione. Il leader indipendentista intanto, via Twitter, ha chiesto a Jordi Sanchez di candidarsi nuovamente alla presidenza della Generalità, mentre il deputato separatista Jordi Turull ha annunciato la sua rinuncia
La Germania rifiuta il teorema accusatorio di Madrid contro i leader catalani. Il Tribunale regionale superiore dello Schleswig-Holstein ha infatti disposto il rilascio, su cauzione di 75.000 euro, del leader indipendentista catalano Carles Puigdemont. Secondo il tribunale, non sussiste il reato di ribellione contestato dalla giustizia spagnola, per il quale era stata chiesta l’estradizione: il reato equivalente nell’ordinamento tedesco è quello di alto tradimento che però implica la violenza, ha rilevato la corte. E in Catalogna la sollevazione per l’indipendenza è stata pacifica.
Puigdemont, che era stato arrestato in Germania lo scorso 25 marzo e condotto nel carcere di Neumuenster, può ancora essere estradato a Madrid, ma solo per il secondo reato, minore, che gli è stato contestato, quello di presunta malversazione di fondi pubblici per il finanziamento del referendum sull’indipendenza dell’1 ottobre. I giudici tedeschi hanno dichiarato ammissibile questa parte della richiesta e decideranno nelle prossime settimane se accettarla. Ma anche se sarà consegnato alla Spagna il leader indipendentista non potrà essere condannato per ribellione, un reato con pene fino a 30 anni di carcere.
L’ordinanza della corte tedesca fa traballare il già teorema accusatorio costruito dal gip del tribunale supremo di Madrid Pablo Llarena per incriminare e fare arrestare Puigdemont, i suoi ministri e i leader del ‘proces‘. La stessa legge spagnola indica che perché ci sia reato di ribellione deve esserci stato una ‘sollevazione violenta’. Che in Catalogna non c’è stata. Il ‘proces’ è stato esclusivamente pacifico. Ma il teorema di Llarena, nonostante le denunce di centinaia di giuristi, ha portato in prigione a Madrid 9 leader indipendentisti, alcuni già da 5 mesi. Altri sei, in esilio in Europa, sono inseguiti da mandati di cattura. “La giustizia tedesca ha visto chiaramente la sproporzione e la irrazionalità dei reati contestati ai politici catalani”, ha reagito la segretaria del partito Pdecat Marta Pascal. Secondo l’avvocato catalano del ‘president’, Jaume Alonso Cuevillas, i tribunali dei paesi europei, Belgio, Scozia e Svizzera, che devono pronunciarsi sulle altre richieste di estradizione, dovrebbero seguire i giudici dello Schleswig Holstein.
Prima della notizia, Puigdemont tramite una lettera pubblicata sul suo account Twitter indirizzata ai sostenitori dell’indipendenza catalana ha chiesto a Jordi Sanchez di candidarsi nuovamente alla presidenza della Generalità. Pochi minuti dopo l’attuale candidato all’investitura, il deputato separatista Jordi Turull, ha annunciato la sua rinuncia attraverso un’altra missiva, mentre Sànchez ha comunicato la sua “piena disponibilità”. La nuova svolta nel tentativo dei separatisti di formare un governo in Catalogna si basa sulla richiesta della Commissione dei diritti umani dell’Onu alla Spagna di tutelare i diritti civili e politici di Sanchez. Secondo la stampa spagnola, con questo nuovo passo, Puigdemont cerca di guadagnare tempo. Il termine ultimo per eleggere un presidente regionale ed evitare il ripetersi delle elezioni in Catalogna è il 22 maggio.