Il vescovo della diocesi di Massa Carrara e Pontremoli, Giovanni Santucci, è stato rinviato a giudizio con le accuse di tentata truffa e appropriazione indebita nell’ambito dell’inchiesta su don Luca Morini. Il sacerdote, soprannominato don Euro dai suoi parrocchiani, che secondo l’accusa rastrellava elemosine e donazioni del fedeli e le spendeva in incontri gay con escort, viaggi, alberghi e cene di lusso.
Don Morini, prima parroco di Avenza e poi di Fossone e di Caniparola, sospeso alcune settimane fa dal Vaticano, nel corso della prima udienza preliminare aveva avanzato attraverso i suoi legali Tullio Padovani e Giovanna Barsotti la richiesta di rito immediato ed era stato già fissato l’avvio del processo a suo carico il prossimo 13 giugno. Quel giorno saranno riunite, su disposizione del gup del tribunale di Massa Carrara, Giovanni Maddaleni, anche le altre posizioni, quella di monsignor Santucci e di Emiliano Colombi, l’ex sacerdote e attualmente insegnante di religione, sotto accusa per riciclaggio nell’ambito della stessa inchiesta.
I reati contestati a monsignor Santucci riguardano, per l’accusa di tentata truffa, un premio assicurativo che don Morini voleva più alto e che proprio il vescovo gli avrebbe fatto ottenere facendo pressione sul medico che doveva definire lo stato di salute del parroco, mentre per l’appropriazione indebita nel mirino ci sono mille euro di elemosine che dalla diocesi sarebbero finite nelle tasche di don Morini tramite monsignor Santucci. L’ex sacerdote Colombi è accusato di riciclaggio per aver riscosso, sempre secondo l’accusa, diversi assegni da parte di ‘don Euro’. Don Morini, oltre che per le presunte truffe ai danni dei parrocchiani, è accusato di estorsione nei confronti del vescovo e delle suore di Casa Faci, a Massa, che sarebbero state costrette a pagare 400 euro per non vedersi cancellata una messa in suffragio per una sorella defunta.