A processo, celebrato col rito abbreviato, c'erano un dirigente della Regione Siciliana e tre imprenditori accusati di abusivismo edilizio e violazione della legge ambientale. Il 4 aprile è cominciato il processo ordinario con altri tre imputati alla sbarra
Il Muos, sistema di telecomunicazione militare statunitense costruito a Niscemi, in Sicilia, non è abusivo. Lo ha deciso il Tribunale monocratico di Caltagirone che ha assolto tutti gli imputati “perché il fatto non sussiste” , rigettando la “richiesta di confisca della struttura”. A processo, celebrato col rito abbreviato, c’erano un dirigente della Regione Siciliana e tre imprenditori accusati di abusivismo edilizio e violazione della legge ambientale. Si tratta dell’ex dirigente dell’assessorato all’Ambiente, Giovanni Arnone, del presidente della “Gemmo Spa” Mauro Gemmo, e i titolari di due imprese di subappalti: Concetta Valenti e Carmelo Puglisi.
La Procura aveva chiesto la loro condanna a un anno e 20mila euro di ammenda ciascuno, oltre alla confisca della struttura. Mercoledì 4 aprile è cominciato il processo ordinario con altri tre imputati: sono Adriana Parisi, responsabile della Lageco, una delle società che hanno costituito l’Ati Team Muos Niscemi vincitrice della gara del 26 aprile 2007, il direttore dei lavori Giuseppe Leonardi, e l’imprenditrice Maria Rita Condorello della Cr Impianti srl.
La prima udienza è stata dedicata dalla costituzioni delle parti e delle liste dei testimoni. L’avvocato Goffredo D’Antona, che rappresenta l’associazione antimafie Rita Atria, ha chiesto, tra gli altri, la convocazione di due ex presidenti della Regione Siciliana: Raffaele Lombardo e Rosario Crocetta. La prossima udienza è stata fissata per il 18 aprile. Dall’inchiesta iniziale è stata stralciata la posizione di un cittadino statunitense, non un militare, ma il civile Mark Gelsinger, nei confronti del quale procede l’autorità giudiziaria statunitense. Secondo l’accusa, sostenuta dal procuratore di Caltagirone, Giuseppe Verzera, avrebbero realizzato l’impianto “senza la prescritta autorizzazione, assunta legittimamente o in difformità da essa”. Ed avrebbero “eseguito e facevano eseguire i lavori per la realizzazione del Muos, insistenti su beni paesaggistici, all’interno della riserva orientata denominata Sughereta di Niscemi, in zona A, di inedificabilità assoluta, in un sito di interesse comunitario”.