Il governo “balneare” – nel senso che dopo qualche giorno sarebbe andato in vacanza istituzionale – del presidente Paolo Gentiloni, prima di andare – appunto – in ferie, ha lasciato a tutti noi, traumatizzati dalle vicende Facebook/Cambridge Analytica e da altre amenità del genere, un “ricordino” in tema di privacy, dandocene notizia attraverso un trionfante comunicato stampa del 21 marzo scorso.
Nello specifico il Consiglio dei ministri ha approvato, in esame preliminare, il decreto legislativo utile all’adeguamento della normativa nazionale alle disposizioni dettate dal nuovo Regolamento europeo per la protezione dei dati personali delle persone fisiche e per la libera circolazione degli stessi (GDPR). La direttiva attualmente in vigore cesserà di essere applicata dal 25 maggio 2018. Uno schema che non è stato reso pubblico in precedenza, né appare essere stato oggetto di alcuna consultazione preliminare.
Come sempre in questi casi invece di poter disporre di un testo da sottoporre ad una consultazione si è dovuto ricorrere ad alcuni leaks sul testo entrato in Consiglio dei Ministri, ed il sottoscritto, come altri, convinto della necessità di rendere trasparenti tutte le scelte del legislatore ha pubblicato un testo che era circolato in rete. Apriti cielo!
I “Soloni” del diritto hanno subito stigmatizzato il fatto che la pubblicazione di testi normativi in itinere sarebbe una grave violazione dei principi di segretezza dell’attività del governo, come se il popolo “bue” non avesse diritto a sapere cosa decide di fare l’Esecutivo con i propri dati personali, ed eventualmente suggerire modifiche o miglioramenti.
Nel frattempo però il Garante Europeo della protezione dei dati, Giovanni Buttarelli, che evidentemente è convinto – come il sottoscritto – della necessità di scrivere le norme in maniera appropriata, ha dichiarato: “Quello che ho visto mi trova profondamente deluso per tipo di approccio tecnico, per sostanza e per alcune scelte di fondo che trovo un’occasione perduta e non conforme né alla legge delega né al regolamento comunitario – ha continuato Buttarelli – mi auguro che ci sia un’attenzione al margine di manovra e a quello che oggi ha senso presentare come biglietto da visita di un paese che è stato per anni leader in questa materia. Abolire il 167 e non perfezionarlo merita un ripensamento”.
Il Garante Europeo si riferisce ad esempio al fatto che il governo, in aperto contrasto con quanto previsto dalla legge delega, ha deciso di depenalizzare il trattamento illecito di dati. Così i casi più gravi di violazione dei dati personali compiuti, ad esempio da multinazionali o anche istituzioni estere, sono di fatto eliminati. E, a quanto sembra dalle critiche svolte da molti esperti del settore, la depenalizzazione appare essere solo una delle scelte adottate dal governo, per usare le parole di Buttarelli, che sarebbero “non conformi né alla legge delega né al regolamento comunitario”.
Altri gravi dubbi sono nati sulla necessità di abrogare di peso il Codice privacy, che ci aveva posto all’avanguardia in Europa, e sul trasferimento all’interno dello schema normativo di articoli tratti da un diverso testo normativo (la direttiva e-privacy) che sono completamente fuori delega e non c’entrano alcunché con il GDPR.
La norma spuntata dal nulla, dovrebbe essere la risposta Italiana al Regolamento Europeo in materia di trattamento dei dati personali, ma a quanto pare costituisce un palese esempio di quanto le normative dell’esecutivo debbano mutare in un contesto di democrazia diretta oramai irrinunciabile, pena l’isolamento normativo e le logiche conseguenze in sede di impugnazioni. Questo a maggior ragione in un momento in cui la discussione sulla privacy è rovente per le note vicende occorse in queste ultime settimane e per le prese di posizione decise come quella di Mark Zuckerberg, che avrebbe dichiarato di non voler applicare le regole del GDPR al di fuori dell’Europa salvo poi smentire.
La privacy insomma riguarda oramai tutti noi, e tutti dovremmo poter dire la nostra. Le norme sui diritti fondamentali non possono più essere appannaggio, in sede di redazione e di pubblicazione di un ristretto gruppo di soggetti il cui operato non possa essere sindacato, riveduto e corretto dall’aiuto dei cittadini, prima che le norme stesse siano entrate in vigore. Ed appare imprescindibile l’obbligo di “tracciare” i passaggi delle norme e le persone che mettono mano ai vari step, per capire dove e come sono state prodotte norme fondamentali per i cittadini. E soprattutto chi le ha scritte e perché.
Una funzione necessaria che purtroppo è del tutto inapplicata nel nostro ordinamento, pur quando è obbligatoria, è quella della valutazione di impatto delle norme, che prevede un’analisi preventiva in chiave economico-sociale degli atti regolamentari del governo e delle authority pubbliche, ma non ad esempio gli atti di derivazione comunitaria a cui mette mano l’Esecutivo o agli altri atti del governo.
La democrazia muore dietro le porte chiuse dell’amministrazione, scriveva il Giudice della Corte Suprema Statunitense Damon Keith, commentando la richiesta in giudizio di un contadino per conoscere che cosa avesse fatto il primo cittadino del suo villaggio, da cui scaturì il riconoscimento giurisprudenziale del Freedom of information act. Nel villaggio globale di Internet il cittadino italiano si trova di fronte a veri e propri portoni sbarrati e la privacy, da strumento utile per difendere i propri diritti, finisce per assurgere a nuovo strumento di segreto e di esclusione dai diritti costituzionalmente tutelati.
Fulvio Sarzana
Avvocato e blogger
Media & Regime - 5 Aprile 2018
Privacy, prima di andarsene Gentiloni ha depenalizzato la violazione dei dati personali
Il governo “balneare” – nel senso che dopo qualche giorno sarebbe andato in vacanza istituzionale – del presidente Paolo Gentiloni, prima di andare – appunto – in ferie, ha lasciato a tutti noi, traumatizzati dalle vicende Facebook/Cambridge Analytica e da altre amenità del genere, un “ricordino” in tema di privacy, dandocene notizia attraverso un trionfante comunicato stampa del 21 marzo scorso.
Nello specifico il Consiglio dei ministri ha approvato, in esame preliminare, il decreto legislativo utile all’adeguamento della normativa nazionale alle disposizioni dettate dal nuovo Regolamento europeo per la protezione dei dati personali delle persone fisiche e per la libera circolazione degli stessi (GDPR). La direttiva attualmente in vigore cesserà di essere applicata dal 25 maggio 2018. Uno schema che non è stato reso pubblico in precedenza, né appare essere stato oggetto di alcuna consultazione preliminare.
Come sempre in questi casi invece di poter disporre di un testo da sottoporre ad una consultazione si è dovuto ricorrere ad alcuni leaks sul testo entrato in Consiglio dei Ministri, ed il sottoscritto, come altri, convinto della necessità di rendere trasparenti tutte le scelte del legislatore ha pubblicato un testo che era circolato in rete. Apriti cielo!
I “Soloni” del diritto hanno subito stigmatizzato il fatto che la pubblicazione di testi normativi in itinere sarebbe una grave violazione dei principi di segretezza dell’attività del governo, come se il popolo “bue” non avesse diritto a sapere cosa decide di fare l’Esecutivo con i propri dati personali, ed eventualmente suggerire modifiche o miglioramenti.
Nel frattempo però il Garante Europeo della protezione dei dati, Giovanni Buttarelli, che evidentemente è convinto – come il sottoscritto – della necessità di scrivere le norme in maniera appropriata, ha dichiarato: “Quello che ho visto mi trova profondamente deluso per tipo di approccio tecnico, per sostanza e per alcune scelte di fondo che trovo un’occasione perduta e non conforme né alla legge delega né al regolamento comunitario – ha continuato Buttarelli – mi auguro che ci sia un’attenzione al margine di manovra e a quello che oggi ha senso presentare come biglietto da visita di un paese che è stato per anni leader in questa materia. Abolire il 167 e non perfezionarlo merita un ripensamento”.
Il Garante Europeo si riferisce ad esempio al fatto che il governo, in aperto contrasto con quanto previsto dalla legge delega, ha deciso di depenalizzare il trattamento illecito di dati. Così i casi più gravi di violazione dei dati personali compiuti, ad esempio da multinazionali o anche istituzioni estere, sono di fatto eliminati. E, a quanto sembra dalle critiche svolte da molti esperti del settore, la depenalizzazione appare essere solo una delle scelte adottate dal governo, per usare le parole di Buttarelli, che sarebbero “non conformi né alla legge delega né al regolamento comunitario”.
Altri gravi dubbi sono nati sulla necessità di abrogare di peso il Codice privacy, che ci aveva posto all’avanguardia in Europa, e sul trasferimento all’interno dello schema normativo di articoli tratti da un diverso testo normativo (la direttiva e-privacy) che sono completamente fuori delega e non c’entrano alcunché con il GDPR.
La norma spuntata dal nulla, dovrebbe essere la risposta Italiana al Regolamento Europeo in materia di trattamento dei dati personali, ma a quanto pare costituisce un palese esempio di quanto le normative dell’esecutivo debbano mutare in un contesto di democrazia diretta oramai irrinunciabile, pena l’isolamento normativo e le logiche conseguenze in sede di impugnazioni. Questo a maggior ragione in un momento in cui la discussione sulla privacy è rovente per le note vicende occorse in queste ultime settimane e per le prese di posizione decise come quella di Mark Zuckerberg, che avrebbe dichiarato di non voler applicare le regole del GDPR al di fuori dell’Europa salvo poi smentire.
La privacy insomma riguarda oramai tutti noi, e tutti dovremmo poter dire la nostra. Le norme sui diritti fondamentali non possono più essere appannaggio, in sede di redazione e di pubblicazione di un ristretto gruppo di soggetti il cui operato non possa essere sindacato, riveduto e corretto dall’aiuto dei cittadini, prima che le norme stesse siano entrate in vigore. Ed appare imprescindibile l’obbligo di “tracciare” i passaggi delle norme e le persone che mettono mano ai vari step, per capire dove e come sono state prodotte norme fondamentali per i cittadini. E soprattutto chi le ha scritte e perché.
Una funzione necessaria che purtroppo è del tutto inapplicata nel nostro ordinamento, pur quando è obbligatoria, è quella della valutazione di impatto delle norme, che prevede un’analisi preventiva in chiave economico-sociale degli atti regolamentari del governo e delle authority pubbliche, ma non ad esempio gli atti di derivazione comunitaria a cui mette mano l’Esecutivo o agli altri atti del governo.
La democrazia muore dietro le porte chiuse dell’amministrazione, scriveva il Giudice della Corte Suprema Statunitense Damon Keith, commentando la richiesta in giudizio di un contadino per conoscere che cosa avesse fatto il primo cittadino del suo villaggio, da cui scaturì il riconoscimento giurisprudenziale del Freedom of information act. Nel villaggio globale di Internet il cittadino italiano si trova di fronte a veri e propri portoni sbarrati e la privacy, da strumento utile per difendere i propri diritti, finisce per assurgere a nuovo strumento di segreto e di esclusione dai diritti costituzionalmente tutelati.
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Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Gli attacchi aerei non scoraggeranno i ribelli yemeniti, i quali risponderanno agli Stati Uniti. Lo ha scritto sui social Nasruddin Amer, vice capo dell'ufficio stampa degli Houthi, aggiungendo che "Sana'a rimarrà lo scudo e il sostegno di Gaza e non la abbandonerà, indipendentemente dalle sfide".
"Questa aggressione non passerà senza una risposta e le nostre forze armate yemenite sono pienamente pronte ad affrontare l'escalation con l'escalation", ha affermato l'ufficio politico dei ribelli in una dichiarazione alla televisione Al-Masirah.
In un'altra dichiarazione citata da Ynet, un funzionario Houthi si è rivolto direttamente a Trump e a Netanyahu, che "stanno scavando tombe per i sionisti. Iniziate a preoccuparvi per le vostre teste".
Damasco, 15 mar. (Adnkronos) - L'esplosione avvenuta nella città costiera siriana di Latakia ha ucciso almeno otto persone. Lo ha riferito l'agenzia di stampa statale Sana, secondo cui, tra le vittime della detonazione di un ordigno inesploso, avvenuta in un negozio all'interno di un edificio di quattro piani, ci sono tre bambini e una donna. "Quattordici civili sono rimasti feriti, tra cui quattro bambini", ha aggiunto l'agenzia.
Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Almeno nove civili sono stati uccisi e nove feriti negli attacchi statunitensi su Sanaa, nello Yemen. Lo ha dichiarato un portavoce del ministero della Salute guidato dagli Houthi su X.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - "Sono lieto di informarvi che il generale Keith Kellogg è stato nominato inviato speciale in Ucraina. Il generale Kellogg, un esperto militare molto stimato, tratterà direttamente con il presidente Zelensky e la leadership ucraina. Li conosce bene e hanno un ottimo rapporto di lavoro. Congratulazioni al generale Kellogg!". Lo ha annunciato su Truth il presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - "Oggi ho ordinato all'esercito degli Stati Uniti di lanciare un'azione militare decisa e potente contro i terroristi Houthi nello Yemen. Hanno condotto una campagna implacabile di pirateria, violenza e terrorismo contro navi, aerei e droni americani e di altri paesi". Lo ha annunciato il presidente americano Donald Trump su Truth. Senza risparmiare una stoccata all'ex inquilino della Casa Bianca, il tycoon aggiunge nel suo post che "la risposta di Joe Biden è stata pateticamente debole, quindi gli Houthi sfrenati hanno continuato ad andare avanti".
"È passato più di un anno - prosegue Trump - da quando una nave commerciale battente bandiera statunitense ha navigato in sicurezza attraverso il Canale di Suez, il Mar Rosso o il Golfo di Aden. L'ultima nave da guerra americana ad attraversare il Mar Rosso, quattro mesi fa, è stata attaccata dagli Houthi più di una decina di volte. Finanziati dall'Iran, i criminali Houthi hanno lanciato missili contro gli aerei statunitensi e hanno preso di mira le nostre truppe e i nostri alleati. Questi assalti implacabili sono costati agli Stati Uniti e all'economia mondiale molti miliardi di dollari, mettendo allo stesso tempo a rischio vite innocenti".
"L'attacco degli Houthi alle navi americane non sarà tollerato - conclude Trump - Utilizzeremo una forza letale schiacciante finché non avremo raggiunto il nostro obiettivo. Gli Houthi hanno soffocato le spedizioni in una delle più importanti vie marittime del mondo, bloccando vaste fasce del commercio globale e attaccando il principio fondamentale della libertà di navigazione da cui dipendono il commercio e gli scambi internazionali. I nostri coraggiosi Warfighters stanno in questo momento portando avanti attacchi aerei contro le basi, i leader e le difese missilistiche dei terroristi per proteggere le risorse navali, aeree e di spedizione americane e per ripristinare la libertà di navigazione. Nessuna forza terroristica impedirà alle navi commerciali e navali americane di navigare liberamente sulle vie d'acqua del mondo".
Whasington, 15 mar. (Adnkronos) - Funzionari statunitensi hanno affermato che gli attacchi aerei contro l'arsenale degli Houthi, gran parte del quale è sepolto in profondità nel sottosuolo, potrebbero durare diversi giorni, intensificandosi in portata e scala a seconda della reazione dei militanti. Lo scrive il New York Times. Le agenzie di intelligence statunitensi hanno lottato in passato per identificare e localizzare i sistemi d'arma degli Houthi, che i ribelli producono in fabbriche sotterranee e contrabbandano dall'Iran.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - Funzionari statunitensi hanno detto al New York Times che il bombardamento su larga scala contro decine di obiettivi nello Yemen controllato dagli Houthi - l'azione militare più significativa del secondo mandato di Donald Trump - ha anche lo scopo di inviare un segnale di avvertimento all'Iran. Il presidente americano - scrive il quotidiano Usa- vuole mediare un accordo con Teheran per impedirgli di acquisire un'arma nucleare, ma ha lasciato aperta la possibilità di un'azione militare se gli iraniani respingono i negoziati.