Peculato e truffa. E’ con queste accuse che Luisa Zappini, ex dirigente della centrale centrale unica di emergenza della Provincia di Trento, è finita agli arresti domiciliari. Il provvedimento è stato adottato dal gip Claudia Miori che ha accolto la richiesta del procuratore capo Marco Gallina. Le contestazioni riguardano una quarantina di episodi, relativi a due filoni. Il primo è quello del sospetto di un illecito utilizzo dei permessi di cura previsti dalla legge 104, autorizzati per motivi di assistenza a congiunti ammalati. Il secondo ha messo nel mirino l’uso dell’auto di servizio al di fuori dell’orario di lavoro da parte della dirigente.
A dare il via a questa inchiesta è stato il lavoro di raccolta materiale, tradottosi in interrogazioni alla giunta provinciale, da parte del consigliere provinciale Filippo Degasperi, del Movimento Cinquestelle, che è ormai diventato una spina nel fianco delle amministrazioni pubbliche in Trentino. Le notizie apparse sui giornali locali avevano attirato l’attenzione degli uomini della Squadra Mobile che hanno acquisito documenti, mail e addirittura fotografie scattate dagli esponenti M5S. Dopo l’iscrizione della Zappini nel registro degli indagati, l’inchiesta è arrivata al punto di svolta qualche settimana fa con la richiesta del provvedimento cautelare che è stato ora eseguito.
Luisa Zappini è dipendente dell’Azienda sanitaria di Trento, ma era stata comandata alla Provincia per dirigere la centrale unica di emergenza. Qualche tempo fa, dopo che la grana era scoppiata, è stata rimossa da quell’incarico e riportata a lavorare a disposizione della Direzione Generale sanitaria. La dirigente ha sempre negato le accusa ed anche ora il suo avvocato dichiara: “Si tratta solo di errori o di sviste”.
Da tempo giravano a Trento copie di documenti compromettenti. Si trattava in particolare di mail che la stessa Zappini avrebbe scritto alle proprie segretarie, in cui dava disposizioni sull’utilizzo, da parte propria, di permessi per assistenza a un familiare. Del genere: “Dal giorno… al giorno… mettimi legge 104”. E’ così accaduto che tra febbraio e marzo 2015 avesse dato disposizioni per i permessi (dal 23 al 25 febbraio, il 2 e 3 marzo), mentre in realtà risulterebbe da un paio di altre mail che si trovava alle Maldive dove si stava godendo il sole e il mare dell’Oceano Indiano. Idem per un viaggio a Parigi. Nel settembre 2015, nello stesso giorno di una trasferta di lavoro a Roma, da un biglietto aereo EasyJet risultava l’imbarco (al pomeriggio) da Fiumicino con destinazione Parigi. Ma il giorno successivo la donna risultava in permesso di assistenza a Trento. “Possibile che fosse a Trento e anche a Parigi?” è stato chiesto in una interrogazione che non ha ancora avuto risposta.
L’uso per ragioni personali dell’auto di servizio della Protezione Civile è emerso da un vero servizio di pedinamento fotografico effettuato dai Cinquestelle. “L’auto era parcheggiata a Riva del Garda, dove la Zappini teneva lezioni di formazione professionale per operatori sanitari (retribuite 60 euro l’ora) che non riguardavano l’attività di Protezione Civile. In un solo giorno abbiamo verificato che la segnalazione era vera e abbiamo fotografato l’auto”, spiega il consigliere Degasperi. Che punta il dito contro il sistema di controllo. “Nessuno è contento se una persona viene arrestata, ma su questa vicenda c’è da chiedersi dove fossero i dirigenti della Provincia che avrebbero dovuto controllare. Qualche mese fa un dipendente di un supermercato fu licenziato perché durante l’orario dei permessi era a un evento sportivo. In questo caso non è accaduto nulla nonostante i documenti che ci sono pervenuti mesi fa probabilmente girassero per gli uffici pubblici trentini da tempo”.