Cronaca

Vaccini, due vigili urbani impediscono a bimba non vaccinata di entrare all’asilo. Il sindaco: “Rispettata la normativa”

I genitori erano stati avvertiti che la piccola non è in regola, ma hanno deciso di presentarsi ugualmente a scuola. L'episodio è il risultato dell'applicazione della legge Lorenzin sull'obbligo vaccinale, introdotto nell'estate 2017

Al rientro dalle vacanze hanno accompagnato la figlia di due anni all’asilo nido, ma quando sono arrivati c’erano due vigili urbani ad attenderli all’ingresso. È successo a Torre Pellice, nel torinese. I genitori erano stati avvisati dal Comune che la piccola non avrebbe potuto frequentare l’asilo perché non vaccinata, ma si sono presentati ugualmente.

L’episodio è stato reso noto dallo stesso padre della bambina, Eros Giustetto, medico e attivista “No Vax“, sulle pagine dei giornali locali. “Abbiamo chiesto di fare gli esami per verificare che non abbia intolleranze ai farmaci, ma non ci hanno ancora risposto”, ha raccontato Giustetto a Repubblica.it. “E avevamo un accordo con il medico dell’Asl di Pinerolo: dopo quegli esami ci saremmo visti e avremo deciso cosa fare, ma il segretario comunale ha forzato la mano e siamo stati sbattuti fuori da scuola”.

L’intervento dei vigili urbani è frutto di un provvedimento di “non accoglimento” firmato dal sindaco di Torre Pellice, Marco Cogno, il 21 marzo scorso. “Abbiamo avuto due colloqui con la famiglia in Municipio, e l’Asl l’ha contattata più volte nei mesi scorsi”, ha precisato il sindaco. “Siamo pronti, naturalmente, a riaccogliere la bambina all’asilo quando sarà vaccinata. Ma non ho potuto fare altro che fare applicare la normativa sui vaccini”.

Il termine ultimo per mettersi in regola con la documentazione per le vaccinazioni è scaduto infatti il 10 marzo. E, secondo le ultime stime della Società italiana di Igiene Carlo Signorelli, potrebbero essere circa 30mila i bambini sotto i sei anni ancora senza certificati. Cosa succede a chi non è ancora vaccinato? Scattano i provvedimenti di esclusione da asili e materne previsti dalla legge Lorenzin, come è già successo in Sardegna, a Sulmona e a Milano, con modalità diverse in base alla regione di appartenenza.