IL MISTERO DI DONALD C. di James Marsh, con Colin Firth, Rachel Weisz, David Thewlis, Ken Stott. GB 2017. Durata: 101’. Voto 3/5 (AMP)
Prendere Faust e fargli circumnavigare il pianeta con una barca a vela senza possibilità di soste. In sintesi, ecco il succo de Il mistero di Donald C. alias la vera storia dell’ambizioso e poi penitente signor Donald Crowhurst che nel 1968 partecipò alla gloriosa Golden Globe Race del Sunday Times con esiti da non svelare. Il britannico James Marsh se ne appropria per diritto di vocazione a certo biopic amante del rischio: dopo le folli e incredibili imprese di Man on Wire e La teoria del tutto, l’avventura del primo uomo a veleggiare attorno agli oceani doveva esser sua. Per realizzarla sceglie il migliore su piazza, Colin Firth (ma anche Rachel Weisz non è da meno) e lo trasforma nella maschera di un uomo senza qualità ad eccezione di una ferma volontà confusamente mescolata all’ambizione e alla testardaggine. Prendere il premio (tante sterline, utili vista l’ipoteca su casa e lavoro..) ma perdere l’anima, a lui la scelta. Lontano dal classico sea movie di stampo avventuroso, Il mistero di Donald C. (già The Mercy) è in realtà un testo che indaga i tormenti dello spirito, la libertà di aderire a un’etica oltre l’Etica riconosciuta platealmente. Ma se ne La teoria del tutto le stelle si vedevano, qui sono negate e l’equilibrismo di Crowhurst è ben lontano da quello del geniale Philippe Petit. In altre parole, Marsh aderisce al progetto ma non lo supera come avremmo sperato per il suo talento e per la sua indomita indole. Nota a piè di pagina: Firth, bravissimo come sempre, s’è incidentato durante la lavorazione del film che per tal causa si è prolungato nella produzione, elemento non trascurabile per una certa “pesantezza” riscontrata nell’economia complessiva della fruizione.