Due episodi di violenza contro gli insegnanti a poche ore di distanza. A Palermo una ragazzina di terza media racconta che un professore l’ha picchiata – per poi smentire – e il padre lo colpisce con un pugno in faccia, provocandogli un‘emorragia cerebrale e 25 giorni di prognosi. In un istituto professionale di Torino un insegnante viene aggredito dal padre di uno studente all’interno della scuola. Motivo: il professore aveva punito il ragazzo per un ritardo mandandolo in biblioteca.
Il caso di Palermo – L’aggressione è accaduta ieri all’istituto comprensivo Abba Alighieri. Secondo quanto riportato da Repubblica.it la studentessa, che frequenta la terza media, aveva avvisato il padre di essere stata picchiata dal docente. L’uomo ha raggiunto il professore, ipovedente, mentre tornava casa dopo un corso pomeridiano e l’ha aggredito. Una volta a terra, è stato preso a calci fino all’intervento del personale della scuola. All’ospedale Civico di Palermo i medici hanno rilevato un’emorragia cerebrale e una frattura allo zigomo. In seguito la ragazzina, parlando con gli agenti della squadra mobile, avrebbe ammesso di essere stata solo allontanata dall’aula.
“Esprimo la più sincera solidarietà del governo e mia personale al docente oggetto di una così violenta e inammissibile aggressione”, ha dichiarato l’assessore all’Istruzione della regione Sicilia Roberto Lagalla. “Il comportamento del responsabile di un simile atto non solo è segno di un disvalore educativo e civico ma, soprattutto, dimostra un evidente deterioramento del rispetto da tutti dovuto all’istituzione scolastica, prima agenzia di formazione civile e sociale”, ha aggiunto l’assessore, augurando al docente la pronta guarigione.
Il caso di Torino – Secondo quanto riferito dal sindacato Slc-Cgil, disponibile a fornire assistenza legale all’insegnante di Torino, lo studente ha telefonato a casa dicendo di essere stato allontanto dalla classe per un ritardo. Poco dopo si sono presentati a scuola il padre e altri due parenti che hanno aggredito il professore all’interno dell’istituto, colpendolo con un pugno alla mandibola. Un’ambulanza lo ha accompagnato in ospedale, dove è stato medicato. “È un problema di riconoscimento del ruolo della scuola, forse per troppi anni bistrattata – ha commentato il segretario del sindacato Igor Piotto -. Gli aggressori vanno perseguiti e puniti”.
Ma non è la prima volta che gli insegnanti finiscono all’ospedale per aver rimproverato un alunno. Lo scorso febbraio Pasquale Diana, vicepreside della scuola media “L. Murialdo” di Foggia, è stato aggredito con violenza da un genitore per aver rimproverato il figlio, che al suono della campanella spingeva le compagne rischiando di farle cadere. Lo stesso è successo a gennaio ad Avola, in provincia di Siracusa, quando il professore Salvo Busà è stato picchiato per aver chiesto a uno studente di chiudere la finestra prima di andare in palestra. I genitori sono stati poi denunciati per lesioni personali e interruzione di pubblico servizio.