A Bologna hanno organizzato una passeggiata nei prati di Caprara, a Roma una caccia al tesoro con l’uso del Gps, a Otranto una serata dedicata ai racconti di viaggi: venerdì è la prima notte bianca della geografia. Nata due anni fa in Francia, la manifestazione quest’anno per la prima volta varca i confini per sbarcare in tutt’Europa e l’Italia è il Paese con il maggior numero di eventi in calendario. Oltre venti città coinvolte, più di quaranta iniziative, 500 iscritti alla “Sapienza” e la certezza che nel nostro Paese sono in tanti ad amare questa materia considerata negli ultimi anni la Cenerentola delle discipline.
“La conferma che in Italia c’è un’attenzione per la geografia sono i numeri di questa notte bianca”, spiega Riccardo Mori, presidente del corso di laurea in gestione e valorizzazione del territorio nell’ateneo capitolino e segretario nazionale dell’Associazione italiana insegnanti di geografia.
Mori con il professore Gino De Vecchis, uno dei massimi esperti del tema, fanno parte della cabina di regia della manifestazione che vede coinvolti l’Associazione italiana cartografi, il Centro italiano per gli studi storico geografici, la Società di studi geografici e altri soggetti che si occupano del tema.
“La domanda di geografia – spiega Mori – è in forte crescita nel nostro Paese, i due corsi magistrali di Bologna e Roma Sapienza hanno avuto nel 2017/2018 un incremento di immatricolati tra l’80 e il 90% rispetto all’anno precedente. Attualmente sono state presentante due richieste di attivazione di due nuove magistrali, una a Firenze e una a Genova”.
Il problema è che a fronte di questi dati attualmente sono presenti solo due corsi triennali (a Roma Sapienza e Milano) e cinque magistrali. “Il blocco del turn-over e la sensibile riduzione degli organici nelle Università rende particolarmente difficile sostenere corsi con minori numeri di immatricolazioni, che richiederebbero un investimento in prospettiva. Da questo punto di vista finora la Sapienza è rimasto l’unico ateneo – continua il segretario nazionale dell’Associazione italiana insegnanti di geografia – in Italia a ospitare l’intero ciclo (triennale più magistrale), anche in momenti di grande crisi politica”.
Altra questione è quella legata allo sbocco lavorativo: ci sono concorsi pubblici ai quali i geografi non possono partecipare perché le loro lauree non vengono inserite tra i titoli di ammissione e la professione di geografo non viene considerata; il caso più eclatante è certamente il concorso bandito dal Mibact nel 2016, ma la situazione si ripropone cronicamente da parte di enti preposti comunque al governo/manutenzione del territorio.
La geografia non trova il tappeto rosso nemmeno alle scuole superiori: ai licei geografia e storia sono state accorpate e ciò va spesso a vantaggio della seconda perché sono poco le persone abilitate all’insegnamento della prima disciplina.
Secondo Mori e De Vecchis sono poche le ore di insegnamento presenti in tutti gli ordini e grado. La notte bianca ha l’obiettivo di sensibilizzare e diffondere la conoscenza di questa disciplina bistratta persino nei sussidiari dove si parla di “cartine” anziché di mappe. Tra gli eventi più importanti in programma: a Bergamo si parlerà al Centro studi sul territorio dell’Università degli Studi di centri commerciali; a Cosenza il tema è “In cammino nella Città dei Bruzi tra misteri, tradizioni e sapori”; a Imperia l’argomento è “La riviera dei fiori: geografia tra terra mare cielo”; a Trieste al dipartimento di studi umanistici si tratterà de “Il mondo e il racconto geografico ai tempi di Richard Burton, console britannico a Trieste”.