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Stormy Daniels e la sua vita porno. Tra attivismo politico, liti per il bucato e Donald Trump

Corre l’anno 2014 quando Stormy Daniels – la pornostar che tanti guai crea oggi al presidente Donald Trump – prende il posto (si fa per dire) di Angelina Jolie nella porno-parodia di Maleficent (diretta da Alex Braun, figlio del grande Lasse).

Ora Stormy vive a Dallas, Texas, ma – mezza cherokee e mezza irlandese – è nata nel profondo sud degli Stati Uniti, il 17 marzo del 1979 a Baton Rouge in Louisiana, registrata all’anagrafe come Stephanie Gregory Clifford. Lì frequenta il liceo Scotlandville dove è responsabile del giornale scolastico nonché presidente del Club 4-H, una storica organizzazione giovanile americana. Poi si dà all’hard e – fino al 2016 – gira come performer ben 191 film porno. Tutti (più o meno) di buona qualità, 78 dei quali sono anche scritti e diretti da lei. E alla cerimonia degli Oscar dell’hard che si tiene annualmente a Los Angeles vince parecchi AVN Award.

Non mancano neppure due particine (entrambe nel ruolo di spogliarellista) in blockbuster come 40 anni vergine e Molto incinta, il cui regista Judd Apatow la ricorda al Daily Beast come «molto intelligente, davvero forte e divertente».

Nel 2010, iscritta al Partito repubblicano, decide di fronteggiare politicamente il senatore della Louisiana David Vitter  della destra cristiana – accusato di frequentare ipocritamente prostitute. Se fosse stata eletta – aveva garantito – avrebbe abbandonato il porno. Ma, al contrario della nostra Cicciolina, il sogno tramonta.

Quattro anni prima, Stormy aveva avuto la discussa relazione con Donald Trump, conosciuto durante un prestigioso torneo di golf al Lake Tahoe – fra California e Nevada – quando Stormy aveva 27 anni e Barron (il figlio di Donald e Melania) solo quattro mesi.

Il Wall Street Journal aveva pubblicato un rapporto secondo il quale Trump – attraverso il suo avvocato Michael Cohen – avrebbe pagato 130.000 dollari a Stormy (in stile Ruby Rubacuori) per non divulgare la relazione.

Nell’arcinota intervista tv ad Anderson Cooper, il 26 marzo scorso, a 60 Minutes – 22 milioni di spettatori, ovvero il record di ascolti per la Cbs dopo l’intervista di Steve Kroft con Barack e Michelle Obama dopo le elezioni del 2008 -, Stormy (trucco leggero e aria serafica) conferma il pagamento, pur ritenendo nullo l’accordo di riservatezza.

La pornostar – che in precedenza aveva negato tutto – stavolta rivela a Cooper che agì per paura di ritorsioni, visto che era stata minacciata in un parcheggio da un misterioso personaggio. Alla Cbs confessa anche che quello con Trump fu “un colpo e via” fra adulti consenzienti, ma con contorni particolari come la mancanza di precauzioni da parte del futuro presidente e una scherzosa “punizione” corporale ai danni di Donald, colpito sulle preziose chiappe con una rivista che lo mostra in copertina.

Navigata professionista del sesso, Stormy ha avuto tre mariti attori hard: Pat Myne, Mike Moz (al secolo Mosney) e – il terzo – Glendon Crain (vero nome Brendon Miller), hard-performer nonché ex batterista del gruppo heavy metal Godhead, unica band firmata dall’etichetta di Marilyn Manson, la Posthuman Records.

Con tutti e tre Stormy ha rapporti burrascosi, costellati da denunce per maltrattamenti; anche suoi, nei confronti di Mosney (pare per via di un bucato non perfettamente lavato). Glendon, padre della figlia di Stormy – che ha avuto anche un maschio nel 2010 da una precedente relazione -, nonostante piacevoli momenti comuni di equitazione praticata dalla coppia a Fourney – sobborgo di Dallas – è arrestato, nel 2015, per lesioni alla moglie durante una lite. Una denuncia ritirata dalla Daniels poco prima dell’ intervista alla Cbs.

Ovviamente Trump – attraverso la segretaria del suo ufficio stampa Sarah Huckabee Sanders – nega ogni affermazione di Stormy. Già Karen McDougal, ex coniglietta di Playboy (a fine anni 90) aveva creato imbarazzo al futuro presidente Usa quando rese pubblica una loro relazione (Trump era già sposato) sentendosi offesa – disse – quando lui volle pagarla.

Storie di ordinario squallore, innaffiate da moralismo mediatico e che noi in Italia abbiamo già vissuto ai tempi del Bunga Bunga.

Del resto, il più noto film hard diretto e interpretato da Stormy per la Wicked Pictures e Adam & Eve, Wanted (2015), è un’ epica porno-saga western ambientata nel 1879 a Diablo City, in Arizona, laddove la morte sospetta di un abbiente proprietario terriero, tale Frank Garrett, scatena sparatorie e spargimenti di sangue: il comportamento di Garrett, infatti, nasconde misteriosi segreti che tutti vogliono scoprire.

Proprio come quello di Trump.