Nell’ottobre del 2016 un piccolo tesoro era stato sequestrato a Fabrizio Corona. La Sezione misure di prevenzione del Tribunale di Milano, che aveva ordinato il sequestro, oggi ha invece disposto la restituzione di circa 1,9 milioni di euro che erano stati sequestrati a Fabrizio Corona su un totale di circa 2,6 milioni trovati in parte in Austria e in parte in un controsoffitto, chiarendo che le somme sono state “lecitamente guadagnate” e trattenendo la parte di imposte non ancora versate. I giudici hanno disposto, invece, la confisca della sua casa ma, come chiarito dal legale Ivano Chiesa, non hanno ravvisato che Corona sia attualmente socialmente pericoloso.
Pochi giorni fa imnvece la Cassazione aveva accolto il ricorso dell’Agenzia delle entrate contro l’ex re dei paparazzi da poco uscito dal carcere, e assegnato in affidamento terapeutico presso una comunità di recupero, stabilendo la validità degli avvisi di accertamento per evasione delle imposte dirette e dell’Iva nel periodo 2004-2005 in relazione ai conti della sua società fotografica, la Coronàs finita in dissesto e con i creditori alle porte.
“L’abilità di Fabrizio Corona è stata tale da comprendere lo sfruttamento commerciale dello stesso stato detentivo cominciato nel gennaio 2013, tramite l’alimentazione di una serie di interviste, servizi tv, presenze sui social, pubblicazione di libri di memorie e avviamento di progetti anche meno convenzionali e più fantasiosi, come il lancio di un prosecco”scrivono i giudici nel provvedimento. Quei soldi, ad ogni modo, come precisato nel provvedimento, dovranno tornare alla Fenice srl “in liquidazione” e alla Atena srl, le due società “riconducibili” all’ex agente fotografico. Gli stessi giudici, tra l’altro, nel decreto, da un lato, parlano della “pericolosità sociale storica” di Corona fino al 2013 e dei tanti reati tributari da lui commessi e, dall’altro, valorizzano, però, il fatto che “negli ultimi 18 mesi” l’ex ‘re dei paparazzi ha ripianato i debiti fiscali suoi e delle sue società.
Corona, intanto, attende l’udienza fissata il prossimo 19 giugno davanti al Tribunale di Sorveglianza di Milano per sapere se i giudici annulleranno, come richiesto dal suo legale, una revoca dell’affidamento in prova disposta nell’ottobre del 2016 quando fu arrestato per i soldi nascosti nel controsoffitto. Nella stessa udienza si deciderà anche se confermare o meno l’affidamento terapeutico ottenuto lo scorso 21 febbraio, la confisca dei soldi e dell’appartamento sequestrati a Corona. Oggi invece la decisione del Sezione misure di prevenzione del Tribunale di Milano.