In conseguenza della crescita esponenziale delle "piccole" due ruote condivise, nella metropoli californiana è comparso il fenomeno dell'occupazione sistematica di marciapiedi e spazi comuni. Un pò come accade nelle nostre città
Mentre la realtà del car-sharing italiano lotta tra grosse perdite degli operatori e problemi di vandalismo, in altri Paesi lo stesso fenomeno ha preso forza in misura così capillare ed articolata da iniziare a porre problemi di altra natura.
Parliamo di StatiUniti e in special modo dell’area di San Francisco, dove lo sviluppo del noleggio in condivisione degli scooter elettrici – in realtà più vicini all’essenza del monopattino che a quella del motorino – sta iniziando a porre problemi di viabilità e di organizzazione, come spiega il sito Wired. Diverse società di noleggio, in un mercato in crescita verticale, stanno già impegnando qualcosa come 200 milioni di dollari, con LimeBike tra le realtà di punta.
Del resto, questi piccoli veicoli sono ideali per le città, sostengono costruttori ed investitori: non creano traffico o emissioni, sono alternative convenienti rispetto all’auto o alla rete di trasporto pubblico specie se non particolarmente efficace. Sono inoltre piuttosto facili da usare – si scarica l’App, si individua lo scooter e si va – nonché economici, con un prezzo medio spesso al di sotto dei 2 dollari per una corsa. Sono inoltre legali, perché i governanti dell’area metropolitana di San Francisco non hanno mai pensato di concepire delle regole che regolino le attività di condivisione degli scooter elettrici.
Ma ecco i motivi della preoccupazione per l’amministrazione: i funzionari che gestiscono le strade, progettate principalmente per le auto, si trovano di fronte a una “invasione” vera e propria di questi mini veicoli elettrici che però possono creare disastri in uno spazio molto limitato, anche se offrono alternative di trasporto a volte più salutari, più economiche e più agili.
Alcune zone della città sono in allarme. Le persone fermano gli scooter ovunque sulla strada creando facilmente ostacoli a sedie a rotelle, passeggini o semplicemente pedoni; gli utenti poi si rivelano maldestri nell’uso di questi veicoli. “Sono piccoli, ma occupano spazio” afferma Miriam Sorell dell’Agenzia di Trasporti Municipali di San Francisco, “per chi è su una sedia a rotelle o con problemi alla vista, possono rappresentare un pericolo: non siamo contrari ma vogliamo trovare la formula più adatta per gestire l’utilizzo consapevole e in sicurezza di questi nuovi strumenti di mobilità”.
Per le città, questo solleva questioni spinose, prosegue Wired. Dal 2010, centinaia di centri urbani e campus universitari americani hanno installato sistemi di condivisione di biciclette ancorate a luoghi precisi di sosta, ma ora il modello di business si sta spostando verso un approccio più aperto, in pratica coi mezzi che vengono lasciati ovunque capiti: basta sbloccarli via “app” e si parte.
Resta di fondo il tema su chi abbia diritto ad impiegare marciapiedi e zone comuni, visto che ad esempio la stessa legge dello stato della California impone ai piloti di scooter elettrici casco, patentino e circolazione al di fuori dei marciapiedi. Tuttavia, pochi scooter viaggiano in strada, dove sarebbero tenuti ad andare in assenza di piste ciclabili, e del resto le auto sulla stessa corsia si spostano ben più velocemente di 20 km/h, con tutti i rischi connessi.
Nonostante da parte delle società di noleggio ci sia pressione sugli utenti per il corretto uso dei mezzi, probabilmente San Francisco finirà per dover rendere le regole più rigide, ma non semplici da attuare poiché, ad esempio, già solo ipotizzare corsie specifiche per questo genere di veicoli appare pressoché impensabile per la mancanza di spazio.