“Qual è differenza tra cinema americano e italiano? Gli americani fanno un ponte, spendono un milione di dollari, usano sei macchine da presa, e poi action, esplode di tutto… Da noi, invece, chi scrive (i film ndr), deve scrivere che c’è uno che va al bar e dice “hai saputo che cazzo è successo?”, ha spiegato ironicamente Marco Giallini protagonista di Io sono tempesta (in sala dal 12 aprile 2018) ospitato dal fattoquotidiano.it assieme al collega Elio Germano e al regista Daniele Luchetti. Ha colto la palla al balzo Elio Germano, coprotagonista del film, sottolineando che “gli americani sono forti: fanno le guerre apposta per poi farci sopra i film”. Sollecitato dal giornalista Davide Turrini alla domanda “Il cinema è morto?”, era stato il regista Luchetti ad aprire le danze sullo stato attuale della settima arte: “Bisognerebbe sganciare i film dal loro successo in sala perché hanno un’altra vita su diverse piattaforme. Siamo ovviamente contenti quando i film vanno bene in sala. Oggi la gente vede e conosce più film di prima. Il problema è che sono troppo pochi soldi per produrre film nonostante il riflesso che abbiamo ancora sull’immaginario delle persone che ci guardano”
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