Il fondatore del social network al Congresso per chiarire la posizione di Facebook nello scandalo Cambridge Analytica: "Ci hanno detto che avevano cancellato e smesso di usare i nostri dati. Credergli è stato chiaramente un errore"
“È stato un mio errore, ho sbagliato e mi dispiace”. La maratona di due giorni al Congresso americano del fondatore di Facebook Marck Zuckerberg inizia con le scuse per lo scandalo Cambridge Analytica: “Ci hanno detto che avevano cancellato e smesso di usare i nostri dati. Credergli è stato chiaramente un errore, avremmo dovuto controllare”. In audizione davanti alla commissione commercio commercio del Senato degli Stati Uniti, Zuckerberg ha ammesso la lentezza dei responsabili del social network nel riconoscere la minaccia delle interferenze russe nelle elezioni 2016: “Ne sono rammaricato”, ha detto rispondendo alle domande dei senatori. “Ci vorrà del tempo per elaborare tutti i cambiamenti che dobbiamo apportare, ma mi impegno a farlo nel modo giusto”.
Il 33enne fondatore del social network più famoso al mondo ha anche parlato di una “corsa agli armamenti” con la Russia per la protezione dei dati e la manipolazione politica. “Ci sono persone in Russia che hanno il compito di sfruttare i nostri sistemi e altri sistemi Internet, quindi è una corsa agli armamenti”. Zuckerberg ha poi detto che alcuni esponenti di Facebook, anche se non lui nello specifico, sono stati interrogati da Robert Mueller, il procuratore speciale che indaga sulle interferenze russe nelle elezioni presidenziali americane del 2016. Poco dopo l’ingresso in aula di Zuckerberg, le quotazione in borsa di Facebook sono aumentate del 3,5%. Il giorno dello scandalo Datagate la società avevo perso fino a 7,5 punti percentuali.
Zuckerberg è stato convocato per chiarire dopo la questione dei profili Facebook rubati e utilizzati, secondo le accuse, per influenzare i risultati delle elezioni presidenziali americane, ma anche della Brexit. Il numero di utenti, inizialmente indicato in 50 milioni, è stato poi rivisto a 87 milioni. Si tratta in gran parte di cittadini statunitensi, ma Facebook ha fatto sapere che anche in Italia sono state coinvolte 214.134 profili.