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NASA, sperma umano e di toro spedito sulla Stazione Spaziale Internazionale: ecco perché

La missione (Micro-11) gestita dal Centro di ricerca Ames della NASA nella Silicon Valley (California) è iniziata tecnicamente il primo aprile 2018 con lo scopo di testare cosa succede quando gli spermatozoi congelati sono esposti alla mancanza di gravità e su quanto ciò influisca nel loro muoversi e prepararsi a fondersi con un ovulo

di Davide Turrini

2018, odissea nello spazio… con sperma. L’annuncio bizzarro, ma con fini seriamente scientifici, arriva direttamente dalla NASA. L’agenzia spaziale americana sta infatti studiando la fattibilità della riproduzione umana nello spazio e ha spedito sperma congelato umano e di toro caricandolo a bordo del razzo Falcon 9 di proprietà del magnate Elon Musk, con direzione Stazione Spaziale Internazionale (ISS). La missione (Micro-11) gestita dal Centro di ricerca Ames della NASA nella Silicon Valley (California) è iniziata tecnicamente il primo aprile 2018 con lo scopo di testare cosa succede quando gli spermatozoi congelati sono esposti alla mancanza di gravità e su quanto ciò influisca nel loro muoversi e prepararsi a fondersi con un ovulo.

“Sulla base di precedenti esperimenti, sembra che la mancanza di gravità faciliti la mobilità degli spermatozoi”, ha dichiarato alla rivista Inverse, Fathi Karouia, scienziato capo del progetto di biologia spaziale della NASA. Gli astronauti a bordo della ISS saranno incaricati di scongelare lo sperma, riattivare chimicamente i campioni per poi fecondare l’ovulo. Tutta l’operazione verrà registrata in video e così si potrà comprendere che tipo di movimento ha lo “sperma spaziale”. Infine, i campioni saranno mescolati con conservanti e restituiti a terra presso l’università del Kansas, dove saranno analizzati per vedere se i passaggi necessari per la fusione si sono verificati e se i campioni spaziali differiscono dai campioni di sperma attivati ​​sulla Terra. “

Questo è in linea con altre indagini effettuate su diversi organismi modello che hanno dimostrato come le condizioni di microgravità inneschino una più rapida rigenerazione cellulare”, spiega il rapporto ufficiale della NASA. “Questo progetto di volo è il primo ad applicare metodi analitici provati per valutare la fertilità dello sperma umano e bovino nel volo spaziale”. Lo sperma bovino è finito parte della spedizione scientifica in quanto è molto consistente, anzi in quanto risulta molto più resistente di quello umano. Precedentemente diverse specie, tra cui rane, salamandre, ricci di mare, meduse, lumache, pesci, e altri animali acquatici invertebrati, sono state sottoposti con successo alla riproduzione nello spazio. Non si sa ancora quanto il volo spaziale di lunga durata influenzerà la salute riproduttiva umana, ma questo, a detta degli scienziati, sarebbe il primo passo per comprendere la potenziale vitalità della riproduzione in condizioni di gravità ridotta. Con buona pace di Yuri Gagarin e Laika, che mai come in questo caso, sembrano esperimenti lontani…anni luce.

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