La sanità milanese ripiomba nel baratro delle bustarelle, dei favori, delle manovre per far pressione sui politici, dei regali. E poco importa che i camici bianchi finiti nel mirino della Procura di Milano guadagnassero fino a 300mila euro l’anno. Chiedevano e ottenevano “svendendo” la loro funzione, in un caso anche a scapito della salute dei pazienti. Quote della società – di cui erano soci occulti – e i relativi utili, sponsorizzazioni per la partecipazione a programmi televisivi, contratti di consulenza, royalties per la vendita di prodotti sanitari, pagamenti delle spese per la partecipazione a congressi, ma anche promesse di prestiti o la sistemazione per i figli. Avevano questa forma le tangenti versate a quattro primari e un direttore sanitario che in cambio favorivano l’acquisto dei prodotti – soprattutto ortopedici – delle società di un imprenditore di Monza. Senza contare i regali come una borsa Louis Vuitton, neanche tanto gradita, o un cesto natalizio da almeno mille euro contenenti culatello e salmone, una bottiglia magnum di champagne Roeder e tartufo. Medici non solo “corrotti” ma “imprenditorializzati” li definisce il gip di Milano, Teresa De Pascale, che ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare parlando di un vero e proprio “sistema” e di “palese conflitto di interesse“.
Gli arrestati. Indagine partita dopo l’arresto di Norberto Confalonieri
Ed è per questo che i militari del Nucleo di Polizia tributaria della Guardia di Finanza hanno arrestato per l’Istituto Ortopedico Pini-Cto, Paola Navone, direttore sanitario, Giorgio Maria Calori, responsabile dell’unità operativa di Chirurgia ortopedica riparativa, professore a contratto all’università di Milano dal 2002, e Carmine Cucciniello, direttore dell’Unità di ortopedia correttiva. Per il Galeazzi, Lorenzo Drago direttore laboratorio analisi e professore di Microbiologia all’università di Milano, e Carlo Luca Romanò responsabile di chirurgia ricostruttiva. Tutti ai domiciliari, mentre per l’imprenditore Tommaso Brenicci, il gip ha disposto il carcere. L’accusa è di corruzione così come contestata dai procuratori aggiunti Eugenio Fusco e Maria Letizia Mannella. Nell’ordinanza di custodia cautelare, il giudice per le indagini preliminari ricostruisce le assegnazioni di forniture di protesi ortopediche e apparecchiature mediche al Galeazzi e al Gaetano Pini, che sono i due più importanti ospedali milanesi specializzati in ortopedia. Il secondo è interamente pubblico, mentre il primo è privato convenzionato e fa parte del gruppo San Donato della famiglia Rotelli che l’aveva rilevato dal gruppo Ligresti dopo il tracollo seguito all’incendio della camera iperbarica alla fine degli anni novanta. La nuova inchiesta è partita dall’indagine su Norberto Confalonieri, ex primario del Pini Cto, arrestato lo scorso anno.
Le partecipazioni nelle società dell’imprenditore
Sei le società su cui ha hanno indagato le Fiamme Gialle: la Absool medica srl, Orbital High Tecnologies srl, Eon Medica srl, Bio-Cores rl, Kubik Medical srl, e 41 srl (il cui capitale sociale è ripartito tar Eon Medica, Best Patient, Life, Biomed Device, Flame). Gli investigatori hanno scoperto per esempio che la Best Patient è riferibile alla moglie di Romanò, mentre la Flame è riconducibile a Drago”. Tra il 2012 e il 2014 l’ospedale Pini avrebbe acquistato prodotti per 2 milioni e 861mila euro. “Il Pini è l’ospedale più facile del mondo … perché non ci sono gare, se sei amico di un chirurgo usi i prodotti che vuole, cioè è tutto libero, tutto libero!”. E infatti il nosocomio, secondo le indagini, garantisce mediamente il 59% dei ricavi ottenuti negli ultimi anni dal gruppo Brenicci. Dopo la presentazione di un esposto, in cui si denunciava che la spartizione di “soldi pubblici in modo clientelare, che dovrebbero servire invece per il bene della popolazione (…) le ditte fornitrici sono sempre le stesse ed i regali per alcuni primari e la direttrice sanitaria sono sempre più costosi”, e l’arresto di Confalonieri gli indagati era consapevoli che potevano essere intercettati e quindi le conversazioni – anche se ormai gli inquirenti ne avevano collezionato diverse auto-accusatorie – si sono esaurite. Ma “spenti i telefoni si sono moltiplicati gli incontri” scrive il giudice. Nell’inchiesta, tra l’altro, è indagato per corruzione anche un altro primario del Pini, Bruno Marelli, non arrestato.
Ai domiciliari la dirigente che doveva occuparsi del piano Anticorruzione
“Il Piano Anticorruzione verrà attuato al Pini al più presto” aveva detto Navone il 27 marzo 2017, nel corso della trasmissione televisiva “Porta a Porta”, dopo l’arresto di Confalonieri. “Abbiamo fornito alle autorità che ce l’hanno chiesta – aveva spiegato Navone, 60 anni, che è stata, tra le altre cose, anche responsabile del Noc (Nucleo operativo di controllo della Asl di Milano) – la lista di tutte le attività sugli impianti protesici, che fanno parte di un flusso di dati che è controllato”. Secondo quanto riporta il gip la figlia della dirigente avrebbe ottenuto uno stage post laurea in una delle società dell’imprenditore finito in carcere. Proprio Navone risulta protagonista di un altro filone investigativo sulla approvazione di un protocollo di intesa sulle infezioni dell’apparato osteoarticolare denominato Domino approvato dalla giunta lombarda. L’interesse degli indagati era quello di accreditare l’unità operativa di Calori come punto di riferimento regionale per “canalizzare” i pazienti verso il Pini. Un interesse mostrato anche da Romanò e Drago per il Galeazzi che avrebbero utilizzato prodotto il cui brevetto era riconducibile a Brenicci e di cui erano titolari. Un piano però che ha trovato grandissimi ostacoli, quello gli indagati definiscono “un nodo in Regione”, fino a quando il 13 marzo 2017 il Pirellone ha approvato il progetto.
Le pressioni e le manovre non riuscite sull’assessore Gallera
Proprio per portare a casa questo risultato gli indagati avevano cercato sostegno in Gustavo Cioppa (indagato per favoreggiamento e abuso d’ufficio), ex procuratore di Pavia e sottosegretario alla presidenza della giunta allora guidata da Roberto Maroni. Gli indagati chiedevano a Cioppa “di intercedere presso l’assessore al Welfare Giulio Galleria e al direttore generale, Giovanni Daverio, al fine di ottenere l’approvazione al progetto che accredita l’unità di Calori come polo regionale di riferimento per il trattamento delle infezioni articolari”. Cioppa,secondo il gip, si è “si è distinto per il suo concreto appoggio assicurato presso gli ambienti istituzionali regionali per favorire il progetto…”. E grazie a manovre e pressioni gli indagati sono riusciti a far partecipare Gallera a un convegno. Del resto la stessa Navone, intercettata, spiega che non è l’assessore a essere competente: “… Non può firmare Giulio (Gallera, ndr) assolutamente perché è un atto della direzione generale, è un atto congiunto tra le direzioni generali quindi non può prevaricare un ruolo”. Proprio la Navone contava molto sul progetto: “… Vedrai che però se si mettono a posto le cose sposterà begli aghetti in Regione... perché quando metteremo a posto le protesi… quando noi metteremo a posto quella roba lì…”
Il medico “interventista” con il mutuo da pagare
Secondo il giudice il medico maggiormente coinvolto è Calori, che stando alle indagini, nonostante stipendio e tangenti, aveva una situazione finanziaria precaria in seguito a un mutuo per una ristrutturazione da 600mila euro. Per questo motivo aveva chiesto 150mila euro in prestito all’imprenditore che invece al telefono intercettato dice che vorrebbe regalargliene solo 20-30mila. Un bisogno così forte di denaro che il medico, stando al racconto di due persone intercettate, avrebbe chiesto a un’anziana “morta di fame” 300 euro per una visita e 1200 euro per una consulenza e alla richiesta di poter pagare in due tranche il camice Calori avrebbe risposto alla “vecchietta”: “Allora la perizia la prossima volta gliela farò in due tempi”.
Le difficoltà di Calori spingevano il medico a essere più “intervenista” del necessario, secondo lo stesso collega Cucciniello, sottoponendo a intervento anche pazienti che non ne avevano bisogno proprio per poter guadagnare di più. Una “inclinazione anche conessa alla continua ricerca di guadagno” ragiona il giudice. “Un delinquente vero” la definizione usata dall’altro medico raccontando all’imprenditore che Calori avrebbe detto a un paziente privato che doveva assolutamente operarsi per evitare un’amputazione perché affetto da un’infezione inesistente. Ma dagli accertamenti non era emersa nessuna infezione che potesse giustificare l’operazione.
Un anestesista, ascoltato come testimone dagli investigatori, ha raccontato che Calori avrebbe voluto portare in sala operataoria un paziente con femore rotto e cardiopatico in assenza del cardiologo e quindi si era rifiutato, scatenando immediatamente la reazione furiosa del collega. Lo stesso Brenicci, che condivide con Calori la partecipazione a quattro società di diritto britannico, aveva un’opinione piuttosto bassa del chirurgo. Parlando con Cucciniello sbotta: “Che cazzo ti devo dire? Sinceramente però ti dico anche una cosa: che non è un mio amico… Che io conosco da trent’anni! Prende le stecche su quello che fa un altro“, e l’altro: “Una merda spaziale”.
“L’alleanza strategica” tra i medici
Per quanto riguarda le posizioni di Drago e Romanò il giudice ricorda in particolare la loro posizione di soci della società 41 srl e titolari del brevetto di dispositivo “microDDtect” contro le infezioni che avrebbero voluto promuovere all’interno del Galeazzi, ma non solo. In ballo c’era la centralizzazione delle procedure ospedaliere. Tra i progetti degli indagati c’era quello di creare un “unico centro regionale di diagnostica delle infezioni” presso il laboratorio del Galeazzi, di cui Drago era responsabile, per poter utilizzare con maggiore frequenza un sistema diagnostico brevettato. E per questo è “fondamentale il patto” con Calori che, chiosa il giudice, “forse avrebbero fatto a meno di stringere”. Romanò, intercettato a ristorante Dal Bolognese, dice a Brenicci: “Fare un po’ un’alleanza strategica su tante robe… quello che dicevo a Lorenzo (Drago, ndr) era proprio vedere se riusciamo a unire le casistische, ad avere tanti casi, e che poi, se tu pubblichi due centri, tre centri, le riviste su cui riesci a pubblicare ti guardano con un altro occhio, cioè se tu fai una pubblicazione un singolo centro hanno sempre il dubbio se i dati sono veri non sono veri, sono tre, quattrocento… sai cosa dovremmo anche fare, Giorgino, dico da un punto di vista operativo… eh, ma un patto si fa con le cose che facciamo inserire… ma io sono uno che si diverte a far le guerre a gratis…”.
Il gip: “Occorre reprimere corruzione in maniera drastica ed efficace”
Nell’ordinanza il giudice per motivare il provvedimento sottolinea come “l’illegalità, la corruzione, il malaffare che permeano interi settori della Pubblica amministrazione, rappresentano un fenomeno dilagante e del pari sommerso sicché quando si riesce faticosamente a individuare – prosegue il giudice – i singoli episodi criminosi, scoverchiando la coltre di legalità diffusa che salda i rapporti illeciti tra le parti, come riscontrato nel caso di specie, occorre reprimere siffatta forma di corruttela in maniera dastrica ed efficace”. Per gli indagati il magistrato sottolinea “un’allarmante disinvoltura nell’asservimento della funzione pubblica a piccoli e grandi vantaggi personali in totale dispregio per le istituzioni, perseverando nella erronea convinzione della sicura impunità”. Vantaggi che potevano anche significare concludere un business e andare in concessionaria a ordinare una Maserati Ghibli da 100mila euro.
Giustizia & Impunità
Tangenti sanità Milano, 4 primari e un imprenditore arrestati. La falsa diagnosi e l’intercettazione: “Un delinquente vero”
Quote della società - di cui erano soci occulti - e i relativi utili, sponsorizzazioni per la partecipazione a programmi televisivi, contratti di consulenza, royalties per la vendita di prodotti sanitari, pagamenti delle spese per la partecipazione a congressi, ma anche promesse di prestiti o la sistemazione per i figli. Queste le mazzette, secondo gli investigatori, per i camici bianchi
La sanità milanese ripiomba nel baratro delle bustarelle, dei favori, delle manovre per far pressione sui politici, dei regali. E poco importa che i camici bianchi finiti nel mirino della Procura di Milano guadagnassero fino a 300mila euro l’anno. Chiedevano e ottenevano “svendendo” la loro funzione, in un caso anche a scapito della salute dei pazienti. Quote della società – di cui erano soci occulti – e i relativi utili, sponsorizzazioni per la partecipazione a programmi televisivi, contratti di consulenza, royalties per la vendita di prodotti sanitari, pagamenti delle spese per la partecipazione a congressi, ma anche promesse di prestiti o la sistemazione per i figli. Avevano questa forma le tangenti versate a quattro primari e un direttore sanitario che in cambio favorivano l’acquisto dei prodotti – soprattutto ortopedici – delle società di un imprenditore di Monza. Senza contare i regali come una borsa Louis Vuitton, neanche tanto gradita, o un cesto natalizio da almeno mille euro contenenti culatello e salmone, una bottiglia magnum di champagne Roeder e tartufo. Medici non solo “corrotti” ma “imprenditorializzati” li definisce il gip di Milano, Teresa De Pascale, che ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare parlando di un vero e proprio “sistema” e di “palese conflitto di interesse“.
Gli arrestati. Indagine partita dopo l’arresto di Norberto Confalonieri
Ed è per questo che i militari del Nucleo di Polizia tributaria della Guardia di Finanza hanno arrestato per l’Istituto Ortopedico Pini-Cto, Paola Navone, direttore sanitario, Giorgio Maria Calori, responsabile dell’unità operativa di Chirurgia ortopedica riparativa, professore a contratto all’università di Milano dal 2002, e Carmine Cucciniello, direttore dell’Unità di ortopedia correttiva. Per il Galeazzi, Lorenzo Drago direttore laboratorio analisi e professore di Microbiologia all’università di Milano, e Carlo Luca Romanò responsabile di chirurgia ricostruttiva. Tutti ai domiciliari, mentre per l’imprenditore Tommaso Brenicci, il gip ha disposto il carcere. L’accusa è di corruzione così come contestata dai procuratori aggiunti Eugenio Fusco e Maria Letizia Mannella. Nell’ordinanza di custodia cautelare, il giudice per le indagini preliminari ricostruisce le assegnazioni di forniture di protesi ortopediche e apparecchiature mediche al Galeazzi e al Gaetano Pini, che sono i due più importanti ospedali milanesi specializzati in ortopedia. Il secondo è interamente pubblico, mentre il primo è privato convenzionato e fa parte del gruppo San Donato della famiglia Rotelli che l’aveva rilevato dal gruppo Ligresti dopo il tracollo seguito all’incendio della camera iperbarica alla fine degli anni novanta. La nuova inchiesta è partita dall’indagine su Norberto Confalonieri, ex primario del Pini Cto, arrestato lo scorso anno.
Le partecipazioni nelle società dell’imprenditore
Sei le società su cui ha hanno indagato le Fiamme Gialle: la Absool medica srl, Orbital High Tecnologies srl, Eon Medica srl, Bio-Cores rl, Kubik Medical srl, e 41 srl (il cui capitale sociale è ripartito tar Eon Medica, Best Patient, Life, Biomed Device, Flame). Gli investigatori hanno scoperto per esempio che la Best Patient è riferibile alla moglie di Romanò, mentre la Flame è riconducibile a Drago”. Tra il 2012 e il 2014 l’ospedale Pini avrebbe acquistato prodotti per 2 milioni e 861mila euro. “Il Pini è l’ospedale più facile del mondo … perché non ci sono gare, se sei amico di un chirurgo usi i prodotti che vuole, cioè è tutto libero, tutto libero!”. E infatti il nosocomio, secondo le indagini, garantisce mediamente il 59% dei ricavi ottenuti negli ultimi anni dal gruppo Brenicci. Dopo la presentazione di un esposto, in cui si denunciava che la spartizione di “soldi pubblici in modo clientelare, che dovrebbero servire invece per il bene della popolazione (…) le ditte fornitrici sono sempre le stesse ed i regali per alcuni primari e la direttrice sanitaria sono sempre più costosi”, e l’arresto di Confalonieri gli indagati era consapevoli che potevano essere intercettati e quindi le conversazioni – anche se ormai gli inquirenti ne avevano collezionato diverse auto-accusatorie – si sono esaurite. Ma “spenti i telefoni si sono moltiplicati gli incontri” scrive il giudice. Nell’inchiesta, tra l’altro, è indagato per corruzione anche un altro primario del Pini, Bruno Marelli, non arrestato.
Ai domiciliari la dirigente che doveva occuparsi del piano Anticorruzione
“Il Piano Anticorruzione verrà attuato al Pini al più presto” aveva detto Navone il 27 marzo 2017, nel corso della trasmissione televisiva “Porta a Porta”, dopo l’arresto di Confalonieri. “Abbiamo fornito alle autorità che ce l’hanno chiesta – aveva spiegato Navone, 60 anni, che è stata, tra le altre cose, anche responsabile del Noc (Nucleo operativo di controllo della Asl di Milano) – la lista di tutte le attività sugli impianti protesici, che fanno parte di un flusso di dati che è controllato”. Secondo quanto riporta il gip la figlia della dirigente avrebbe ottenuto uno stage post laurea in una delle società dell’imprenditore finito in carcere. Proprio Navone risulta protagonista di un altro filone investigativo sulla approvazione di un protocollo di intesa sulle infezioni dell’apparato osteoarticolare denominato Domino approvato dalla giunta lombarda. L’interesse degli indagati era quello di accreditare l’unità operativa di Calori come punto di riferimento regionale per “canalizzare” i pazienti verso il Pini. Un interesse mostrato anche da Romanò e Drago per il Galeazzi che avrebbero utilizzato prodotto il cui brevetto era riconducibile a Brenicci e di cui erano titolari. Un piano però che ha trovato grandissimi ostacoli, quello gli indagati definiscono “un nodo in Regione”, fino a quando il 13 marzo 2017 il Pirellone ha approvato il progetto.
Le pressioni e le manovre non riuscite sull’assessore Gallera
Proprio per portare a casa questo risultato gli indagati avevano cercato sostegno in Gustavo Cioppa (indagato per favoreggiamento e abuso d’ufficio), ex procuratore di Pavia e sottosegretario alla presidenza della giunta allora guidata da Roberto Maroni. Gli indagati chiedevano a Cioppa “di intercedere presso l’assessore al Welfare Giulio Galleria e al direttore generale, Giovanni Daverio, al fine di ottenere l’approvazione al progetto che accredita l’unità di Calori come polo regionale di riferimento per il trattamento delle infezioni articolari”. Cioppa,secondo il gip, si è “si è distinto per il suo concreto appoggio assicurato presso gli ambienti istituzionali regionali per favorire il progetto…”. E grazie a manovre e pressioni gli indagati sono riusciti a far partecipare Gallera a un convegno. Del resto la stessa Navone, intercettata, spiega che non è l’assessore a essere competente: “… Non può firmare Giulio (Gallera, ndr) assolutamente perché è un atto della direzione generale, è un atto congiunto tra le direzioni generali quindi non può prevaricare un ruolo”. Proprio la Navone contava molto sul progetto: “… Vedrai che però se si mettono a posto le cose sposterà begli aghetti in Regione... perché quando metteremo a posto le protesi… quando noi metteremo a posto quella roba lì…”
Il medico “interventista” con il mutuo da pagare
Secondo il giudice il medico maggiormente coinvolto è Calori, che stando alle indagini, nonostante stipendio e tangenti, aveva una situazione finanziaria precaria in seguito a un mutuo per una ristrutturazione da 600mila euro. Per questo motivo aveva chiesto 150mila euro in prestito all’imprenditore che invece al telefono intercettato dice che vorrebbe regalargliene solo 20-30mila. Un bisogno così forte di denaro che il medico, stando al racconto di due persone intercettate, avrebbe chiesto a un’anziana “morta di fame” 300 euro per una visita e 1200 euro per una consulenza e alla richiesta di poter pagare in due tranche il camice Calori avrebbe risposto alla “vecchietta”: “Allora la perizia la prossima volta gliela farò in due tempi”.
Le difficoltà di Calori spingevano il medico a essere più “intervenista” del necessario, secondo lo stesso collega Cucciniello, sottoponendo a intervento anche pazienti che non ne avevano bisogno proprio per poter guadagnare di più. Una “inclinazione anche conessa alla continua ricerca di guadagno” ragiona il giudice. “Un delinquente vero” la definizione usata dall’altro medico raccontando all’imprenditore che Calori avrebbe detto a un paziente privato che doveva assolutamente operarsi per evitare un’amputazione perché affetto da un’infezione inesistente. Ma dagli accertamenti non era emersa nessuna infezione che potesse giustificare l’operazione.
Un anestesista, ascoltato come testimone dagli investigatori, ha raccontato che Calori avrebbe voluto portare in sala operataoria un paziente con femore rotto e cardiopatico in assenza del cardiologo e quindi si era rifiutato, scatenando immediatamente la reazione furiosa del collega. Lo stesso Brenicci, che condivide con Calori la partecipazione a quattro società di diritto britannico, aveva un’opinione piuttosto bassa del chirurgo. Parlando con Cucciniello sbotta: “Che cazzo ti devo dire? Sinceramente però ti dico anche una cosa: che non è un mio amico… Che io conosco da trent’anni! Prende le stecche su quello che fa un altro“, e l’altro: “Una merda spaziale”.
“L’alleanza strategica” tra i medici
Per quanto riguarda le posizioni di Drago e Romanò il giudice ricorda in particolare la loro posizione di soci della società 41 srl e titolari del brevetto di dispositivo “microDDtect” contro le infezioni che avrebbero voluto promuovere all’interno del Galeazzi, ma non solo. In ballo c’era la centralizzazione delle procedure ospedaliere. Tra i progetti degli indagati c’era quello di creare un “unico centro regionale di diagnostica delle infezioni” presso il laboratorio del Galeazzi, di cui Drago era responsabile, per poter utilizzare con maggiore frequenza un sistema diagnostico brevettato. E per questo è “fondamentale il patto” con Calori che, chiosa il giudice, “forse avrebbero fatto a meno di stringere”. Romanò, intercettato a ristorante Dal Bolognese, dice a Brenicci: “Fare un po’ un’alleanza strategica su tante robe… quello che dicevo a Lorenzo (Drago, ndr) era proprio vedere se riusciamo a unire le casistische, ad avere tanti casi, e che poi, se tu pubblichi due centri, tre centri, le riviste su cui riesci a pubblicare ti guardano con un altro occhio, cioè se tu fai una pubblicazione un singolo centro hanno sempre il dubbio se i dati sono veri non sono veri, sono tre, quattrocento… sai cosa dovremmo anche fare, Giorgino, dico da un punto di vista operativo… eh, ma un patto si fa con le cose che facciamo inserire… ma io sono uno che si diverte a far le guerre a gratis…”.
Il gip: “Occorre reprimere corruzione in maniera drastica ed efficace”
Nell’ordinanza il giudice per motivare il provvedimento sottolinea come “l’illegalità, la corruzione, il malaffare che permeano interi settori della Pubblica amministrazione, rappresentano un fenomeno dilagante e del pari sommerso sicché quando si riesce faticosamente a individuare – prosegue il giudice – i singoli episodi criminosi, scoverchiando la coltre di legalità diffusa che salda i rapporti illeciti tra le parti, come riscontrato nel caso di specie, occorre reprimere siffatta forma di corruttela in maniera dastrica ed efficace”. Per gli indagati il magistrato sottolinea “un’allarmante disinvoltura nell’asservimento della funzione pubblica a piccoli e grandi vantaggi personali in totale dispregio per le istituzioni, perseverando nella erronea convinzione della sicura impunità”. Vantaggi che potevano anche significare concludere un business e andare in concessionaria a ordinare una Maserati Ghibli da 100mila euro.
MANI PULITE 25 ANNI DOPO
di Gianni Barbacetto ,Marco Travaglio ,Peter Gomez 12€ AcquistaArticolo Precedente
Intercettazioni dei dirigenti Coop, Belpietro e Nuzzi condannati per ricettazione. Prescritta la calunnia
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Roma, 1 mar (Adnkronos) - "Con l'attuale maggioranza ci sono distanze molto forti, che non prevedo si possano attenuare. Sul premierato, dico solo questo: nel mondo già girano troppi comandi solitari, che creano disordine e pericoli. I primi giorni di Trump, in questo senso, sono tremendi". Lo dice Goffredo Bettini, dirigente nazionale del Pd, all''Unione sarda' in occasione della partecipazione alla Scuola di formazione politica dei Riformatori Sardi.
"Sulla giustizia, ho una posizione molto personale. Sono figlio di un avvocato penalista repubblicano. Il garantismo e il rispetto umano delle persone, anche se colpevoli, mi scorre nel sangue. Detto questo, il clima generale che si è creato contro l'esercizio della legalità pare a me molto inquietante", aggiunge Bettini.
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Roma, 28 feb. (Adnkronos) - “Dopo quanto di inaudito è accaduto oggi nello studio ovale della Casa Bianca e il trattamento profondamente ingiusto riservato da Trump e Vance nei confronti del Presidente Zelensky, occorre che la Ue e l’Italia, con misura ma con assoluta fermezza, ribadiscano il sostegno pieno e leale all’Ucraina che si difende dall’aggressione putiniana". Lo afferma il deputato di +Europa, Benedetto Della Vedova.
"Se Trump abdica al ruolo americano di difesa della democrazia e della libertà di una paese sovrano e democratico, forse pensando che l’Ucraina sia lontana dai confini americani, l’Europa non può sottrarsi. Ne va del nostro futuro, del futuro della nostra sovranità. A questo punto, però, la presidente Meloni non potrà sottrarsi dal confronto con il Parlamento per chiarire qual è la posizione del suo governo, visto che sostiene giustamente la resistenza ucraina, ma che contemporaneamente cerca di coltivare un rapporto privilegiato con Trump”.
Milano, 28 feb. (Adnkronos) - La denuncia presentata dalla difesa di Fares Bouzidi - l'amico alla guida dello scooter su cui è morto Ramy Elgaml - ha come conseguenza (come atto dovuto) l'apertura di un fascicolo 'parallelo' in procura a Milano che vede come indagati i due carabinieri alla guida dell'auto protagonista dell'inseguimento dello scorso 24 novembre lungo le strade del centro di Milano.
Da quanto si apprende il militare alla guida è indagato di lesioni e falso, solo di falso deve rispondere il collega che viaggiava sulla stessa gazzella. Entrambi hanno firmato il verbale in cui hanno dichiarato che non c'è stato nessun urto tra l'auto di servizio e lo scooter.
La procura - dopo la relazione cinematica che dovrà ricostruire le fasi dell'incidente attesa per la prossima settimana - dovrà quindi decidere quale strada percorrere: l'altro fascicolo vede indagati per omicidio stradale Fares e il carabiniere alla guida, una tesi (in contrasto con il fascicolo sulle lesioni) che ipotizza una responsabilità del ventiduenne nell'incidente avvenuto in zona Corvetto, all'incrocio tra via Ripamonti e via Quaranta.
Roma, 28 feb. (Adnkronos) - "Conosco bene la questione dell’energia nucleare, molti giornalisti mi stanno incalzando per avere un parere critico sul ddl approvato dal Consiglio dei ministri questa mattina. Ho sempre detto e pensato che nessuno può porre limiti alla ricerca sul nucleare sostenibile e questo provvedimento la garantisce. Sarà secondo me più difficile giungere al micro nucleare da fissione che più razionalmente alla fusione, che invece risolve più problemi di quanti ne crei. Ma non possiamo dare noi il verdetto, staremo a vedere cosa ci riserverà la scienza". E' quanto dichiara il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli di Fratelli d'Italia.
"Il ddl è gravido di vincoli di sicurezza, è un testo completo e molto rispettoso della salute dei cittadini, cita perfino il rispetto dell’art. 9 della Costituzione sulla tutela del paesaggio. Se fosse stato applicato per parchi fotovoltaici ed eolici oggi non produrremmo un solo kw da queste fonti. Tutti auspichiamo che ci sia una strada possibile per avere energia pulita, sovrana, rinnovabile, programmabile, immediatamente disponibile, ad alto potenziale e a basso costo. E non è un sogno. Questa energia esiste ed è l’idroelettrico".
"Da un lato negoziando in Europa, per espungere la messa a gara della gestione dei nostri bacini idrici primari dalle condizionalità del Pnrr volute da Draghi, dall’altro recuperando almeno il 35% dell’acqua piovana (siamo al 4%), investendo sulla manutenzione dei grandi bacini idrici, sulla riattivazione di quelli dismessi nonché sullo sviluppo di un micro idroelettrico a conduzione forzata che appare molto più concreto e tempestivo degli Smr. L’acqua è pragmaticamente il presente, da cui possiamo trarre il 40% del nostro fabbisogno di energia prodotta, risorsa italiana e pulita con cui alimentare anche l’industria pesante, superando il gas e invertendo la tendenza. Sul futuro si vedrà, senza pregiudizi".
Roma, 28 feb. (Adnkronos/Labitalia) - Btm 2025 si conclude con una conferma del successo della manifestazione, che ha ribadito la sua centralità nel panorama turistico nazionale. Oltre 500 gli espositori, inclusi comuni, associazioni di categoria e aziende dei vari segmenti, su 16mila metri quadrati di area espositiva, la partecipazione di 80 buyer nazionali e internazionali, più di 100 eventi e 400 relatori hanno animato tre giorni intensi di incontri, approfondimenti e opportunità di business che hanno visto 49.950 ingressi alla Fiera del Levante di Bari, con numeri in leggero aumento rispetto al 2024.
Il tema di questa edizione, 'Il viaggio nel viaggio', ha riscosso grande interesse, portando alla luce nuove prospettive sul concetto stesso di viaggio e sulle trasformazioni che stanno investendo il settore. Mary Rossi, responsabile eventi Btm, ha sottolineato il valore di questa riflessione: "Da Btm 2025 ci portiamo a casa tante interessanti riflessioni. Uno degli aspetti chiave che volevamo far emergere con il tema 'Il viaggio nel viaggio' è il percorso verso la destinazione scelta, perché crediamo che sia proprio il cammino a generare emozioni, sensazioni e pensieri che ci fanno crescere. Abbiamo affrontato il tema in molteplici declinazioni, spingendoci anche oltre i confini terrestri con il turismo spaziale. Btm è stata un’occasione di confronto che ha arricchito operatori e professionisti con nuovi strumenti da applicare nel loro lavoro".
L’edizione 2025 ha messo al centro argomenti chiave come digitalizzazione, sostenibilità, intelligenza artificiale, turismo esperienziale, extralberghiero e wedding tourism. Tra i momenti più apprezzati, i panel su smart destination, big data per il turismo, nuove strategie di marketing e il ruolo della narrazione nella scelta delle destinazioni. Numerosi gli interventi istituzionali e dei principali protagonisti del settore. Il ministro del Turismo, Daniela Santanché, ha aperto la manifestazione con un intervento in streaming sulle strategie nazionali per la crescita del turismo, sottolineando l’importanza dell’innovazione e della sostenibilità per il futuro del settore. Tra i tanti interventi, l’onorevole Gianluca Caramanna, il senatore Gianmarco Centinaio, la presidente di Federturismo Confindustria, Marina Lalli, Alessandro Callari, Regional Manager di Booking.com, Antonio Laveneziana,Territory Manager Italy di Airbnb, Valentina Sumini, Architetta dello spazio e Roberta Milano, marketing strategist.
Tra le novità più apprezzate di questa edizione, il focus sul turismo extralberghiero, che ha visto una grande partecipazione da parte di operatori e property manager, e il T-Trade, ampliato con un’area business dedicata al turismo organizzato e alle destinazioni internazionali che ha visto ampia vivacità durante i tre giorni grazie alla presenza di espositori di spicco come Msc Crociere, Azemar, Croazia, Malta, Polonia, Seychelles, Visit Brussels e Repubblica Ceca. Confermata l’ottima accoglienza per le sezioni Btm Gusto, che ha valorizzato il turismo enogastronomico, e Btm Say Yes, dedicato al wedding tourism, con un proprio programma buyer. Grande fermento anche per l’Apulia Tourism Investment, che ha ospitato il Forum della Tornanza, un momento di confronto sulle nuove opportunità di investimento e sviluppo per il turismo in Puglia.
Nevio D’Arpa, Ceo & founder di Btm, ha espresso soddisfazione per il successo dell’evento e ha voluto ringraziare le istituzioni: "Un plauso particolare va all’assessore al Turismo, Gianfranco Lopane, per il supporto che ha dato alla manifestazione e per la visione strategica sul futuro del turismo in Puglia. La differenza che rende Btm unica è il nostro investimento nei contenuti: qui non ci limitiamo a mettere in mostra prodotti e destinazioni, ma costruiamo un dibattito di qualità che aiuta gli operatori a comprendere e anticipare i cambiamenti del settore. Il Comitato scientifico di Btm ha lavorato con grande attenzione per costruire un programma ricco di spunti e soluzioni. I numeri ci vedono in una leggera ma costante crescita, segno che il format funziona e che BtmM continua a rappresentare un punto di riferimento per il turismo del Sud Italia".
Gaetano Frulli, presidente della Fiera del Levante, ha sottolineato il valore strategico dell’evento: "La grande partecipazione e l’alta qualità degli operatori presenti hanno ribadito l’importanza di questa manifestazione".
L’assessore al turismo di Regione Puglia, Gianfranco Lopane, ha aggiunto: “I progressi fatti da Btm negli anni sono sotto gli occhi di tutti, già oggi è uno dei più importanti eventi fieristici del turismo e ci auguriamo che questa crescita prosegua in futuro per il bene del turismo e della Puglia”
Luca Scandale, direttore generale di Pugliapromozione, ha evidenziato il valore della collaborazione tra pubblico e privato per lo sviluppo turistico della regione: "La proficua sinergia tra gli operatori del turismo realizzata a Btm, in collaborazione con il Buy Puglia Meet & Connect a cura di Pugliapromozione, rappresenta una solida base per la crescita qualitativa del turismo in Puglia. E per questo motivo la collaborazione tra pubblico e privato resta essenziale".
Dopo il successo di questa edizione, l’organizzazione di Btm è già al lavoro per l’edizione 2026, con l’obiettivo di ampliare ulteriormente l’evento e offrire nuovi spunti di riflessione sul turismo del futuro.
Roma, 28 feb. (Adnkronos) - “Nello studio ovale è andata in scena la rappresentazione plastica del bullismo diplomatico con cui la nuova amministrazione americana intenderebbe governare il mondo. Trump bullizza e umilia Zelensky e attraverso di lui il popolo ucraino che da tre anni resiste alla violenta aggressione russa, difendendo i confini e con essi i valori dell’Europa. Cosa ne pensa Meloni dell’atteggiamento indegno del suo amico Trump verso Zelensky? La premier condannerà l’atteggiamento del presidente americano o fuggirà anche stavolta facendo finta di nulla?”. Lo afferma il segretario di Più Europa Riccardo Magi.