Televisione

Tutta la verità, in esclusiva sul Nove la serie che racconta i più controversi casi di cronaca del nostro paese: da Erba ad Avetrana

di F. Q.

Il 10 aprile, debutta in prima serata sul Nove alle ore 21.25, il primo dei due speciali di “Tutta la verità”, la serie originale italiana di true crime che ricostruisce due dei più controversi e clamorosi fatti di cronaca del nostro Paese: la strage di Erba e il delitto di Avetrana, grandi casi mediatici che hanno scosso pesantemente l’opinione pubblica; indagini complesse e contraddittorie che hanno riempito giornali e TV e diviso l’Italia tra innocentisti e colpevolisti.

Grazie a un accurato e approfondito lavoro di ricerca, “Tutta la verità” racconta i casi dall’inizio ad oggi, seguendo rigorosamente la cronologia dei fatti per come sono realmente accaduti e non per come sono stati trasmessi agli atti o trattati dai media.

Particolare attenzione è stata posta ai primissimi giorni dell’indagine, alla raccolta delle prove, delle testimonianze e delle confessioni. Un elemento che offre al telespettatore uno sguardo nuovo – libero dal clamore del processo mediatico – su avvenimenti solo apparentemente noti.

Un meticoloso e attento lavoro per rimettere in fila tutti i tasselli di un puzzle complesso, attraverso interviste esclusive ai testimoni, fascicoli processuali e documenti originali d’indagine, prezioso materiale di repertorio inedito, intercettazioni, interrogatori e ricostruzioni sul campo dei fatti raccontati dalla viva voce dei protagonisti e testimoni della vicenda.

Con scrupolo e precisione, “Tutta la verità” guiderà il pubblico attraverso le zone grigie che si nascondono dietro a fatti di cui spesso si pensa di conoscere già tutto. Saranno proprio gli spettatori, dopo aver raccolto tutti gli elementi, a stabilire se fino ad ora avevano ascoltato tutta la verità.

Nella prima puntata, in onda martedì 10 aprile, verrà analizzata la strage di Erba, il brutale eccidio che ha sconvolto il comune lombardo nel dicembre del 2006 e per il quale sono stati riconosciuti colpevoli e condannati in via definitiva i coniugi Rosa Bazzi e Olindo Romano, vicini di casa delle vittime. Un caso apparentemente cristallino grazie alla presenza di una confessione, un testimone oculare e una prova scientifica.

Un lavoro di ricerca durato circa un anno, durante il quale sono state esaminate migliaia di pagine di documentazione, montagne di fascicoli e ore di materiale audio e video.

La produzione di “Tutta la verità” è andata a Tunisi per intervistare Azouz Marzouk, marito di Raffaella Castagna e padre di Youssef Marzouk, uccisi insieme alla madre di lei, Paola Galli, e alla vicina di casa Valeria Cherubini. Indicato inizialmente come colpevole a causa dei suoi precedenti penali, Marzouk ha sempre espresso dei pesanti dubbi riguardo la colpevolezza di Rosa e Olindo. E non è il solo.

Ed è proprio attraverso le sue parole che il programma inizia a ripercorrere le varie fasi della vicenda e le analizza, con il contributo di alcune testimonianze inedite dei conoscenti della coppia, del racconto del maresciallo Comandante della Stazione dei Carabinieri di Erba incaricato delle indagini e delle immagini originali relative al caso: l’appartamento che va a fuoco; la macabra scoperta dei cadaveri e del vicino di casa Mario Frigerio, marito della Cherubini, gravemente ferito alla gola; l’iniziale caccia all’uomo contro Azouz immediatamente additato dai media come il colpevole, poi scagionato; i suoi precedenti screzi in carcere con alcuni esponenti della malavita locale e i suoi turbolenti trascorsi negli ambienti dello spaccio.

Fino ad arrivare alla nascita dei sospetti su Rosa e Olindo, le loro conversazioni private intercettate e registrate dalle cimici dei Carabinieri; gli audio delle prime stentate dichiarazioni di Frigerio in ospedale. Si ricostruiscono le analisi scientifiche sull’auto di Rosa e Olindo, il loro arresto, i pressanti interrogatori in carcere, le incongruenze nelle confessioni poi ritrattate, il processo e la condanna.

Un lavoro di ricerca e documentazione imponente per raccontare tutta la verità su questo caso così famoso, per il quale è in corso una richiesta di nuovo incidente probatorio che potrebbe portare alla riapertura del processo.

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