A chi serve un governo? Non è una domanda superflua.
Di sicuro io so a chi non serve: non serve a quelli che continuano ad avere un lavoro garantito e ben retribuito; non serve a chi ha la possibilità di andare al ristorante con la sua famiglia senza angosce; non serve a chi può permettersi di fare due settimane di vacanza di vacanza ogni anno; non serve a chi continua a fare affari più o meno limpidi “tanto così fanno in molti” in questo paese; non serve a chi seguita a non pagare le tasse ed intanto acquista gioielli, orologi di lusso, macchine di alta cilindrata ecc; non serve a chi desidera che nulla o poco cambi.
Un governo allora serve innanzitutto per chi sta male.
Un governo serve per chi non ha un lavoro come i milioni di giovani del sud.
Un governo serve per chi un lavoro non lo ha mai avuto, lo ha perduto o ha smesso anche di cercarlo.
Un governo serve perché la scuola e l’istruzione universitaria devono ritornare ad essere centrale nelle scelte politiche di un paese serio.
Un governo serve per chi è solo, per chi rinuncia a curarsi dopo 20 anni in cui abbiamo trasformato, soprattutto nel meridione, la sanità e l’accesso alle cure in una lotteria nella quale si perde sempre.
E chi perde è sempre chi ha bisogno di cure e di prevenzione.
Ed è più fragile.
Un governo serve anche a tutti quei piccoli imprenditori che sono costretti, per sopravvivere, ad evadere il fisco.
Un governo, con tutta evidenza, serve ai molti cittadini che hanno perso ogni prospettiva di avere un welfare di qualità perché vivono in un paese attraversato da profonde disuguaglianze che solo delle scelte politiche chiare e di parte potranno ridurre.
Fate presto perché il governo serve soprattutto a chi non è mai entrato al Quirinale per parlare di alleanze e di poltrone.
Fate presto e fatelo scegliendo da che parte stare. Perché ai più deboli di questo paese un governo serve davvero.