Prima riunione informale dei collegi dei questori di Camera e Senato per parlare dell’abolizione dei vitalizi. “Li aboliremo nel giro di due settimane con una delibera”, ha dichiarato il questore M5s Riccardo Fraccaro. L’intenzione condivisa dai rappresentanti dei vari partiti è quella di individuare un percorso comune tra i due rami del Parlamento sul tema. Dopo il primo annuncio del presidente M5s della Camera Roberto Fico, l’11 aprile era intervenuta anche la presidente di Palazzo Madama Maria Elisabetta Alberti Casellati spingendo per “rapide soluzioni”.
Poco dopo il grillino Fraccaro, uno dei parlamentari più vicini a Luigi Di Maio, ha pubblicato un post sul Blog delle Stelle dove spiega: “Il M5s abolirà i vitalizi nel giro di due settimane con una delibera. Sono un istituto anacronistico e inaccettabile, la Terza Repubblica nasce per restituire centralità ai cittadini. Non possono più esserci privilegi per la politica, dobbiamo riaffermare l’equità sociale per ricostruire un rapporto di fiducia tra istituzioni e società”.
Fraccaro, che già nella scorsa legislatura era stato protagonista della battaglia per l’abolizione del privilegio ha continuato: “In pochi sanno che i vitalizi sono stati introdotti in gran segreto, con una riunione riservata tra i deputati dei vari schieramenti. Era il 21 dicembre 1954 quando i politici decisero di farsi un regalo natalizio a spese dei cittadini: con un blitz in Ufficio di Presidenza approvarono una delibera che stanziava 452 milioni di lire a favore delle pensioni privilegiate dei deputati. Alle spalle dei contribuenti. Un atto accolto con profondo sdegno da un deputato trentino, Giuseppe Veronesi, che inviò una lettera al Presidente della Camera Gronchi per annunciare le proprie dimissioni”.
Il deputato M5s e questore, originario del Trentino, ha appunto voluto ricordare il suo corregionale: “Veronesi, originario di Rovereto, era un ingegnere aeronautico che si impegnò soprattutto per l’opera di moralizzazione del Paese: fu infatti membro della Commissione Antimafia. Era molto legato al Trentino-Alto Adige e si adoperò per lo sviluppo del territorio sul piano industriale ma anche artigianale. Un politico nel senso più nobile del termine. Nella lettera protestava per la scelta di tenere nascosta ai cittadini la delibera sui vitalizi e invocava la necessità, per i parlamentari, di dare il buon esempio. Nonostante siano passati 64 anni il messaggio di Veronesi è ancora attuale: ora più che mai è necessario recuperare la dimensione etica della politica”, ha detto. “I vitalizi, come ci dimostra questa lettera, scatenano indignazione sin dal giorno della loro istituzione”.