Mi hanno praticamente blindato in casa e per mettere il naso fuori dall’uscio non mi restava altra scelta che partecipare (o almeno provarci). La mia corsa agli ostacoli “burocratici” è cominciata con l’iscrizione. Da incubo, smanetto, mi rimbalzano da una pagina all’altra. Visto che non ho un master al MIT rinuncio. Domenica mattina, alle otto in punto gli altoparlanti cominciano a gracchiare, il suono spaccatimpani mi rimbomba nella camera da letto.
Mi infilo la tee-shirt con il faccione di San Gennaro, qui mi ci vuole solo un miracolo per vincere la maratona. Ventimila, tra maratoneti e staffisti, pronti a lanciarsi, io da abusiva, al di là delle transenne, mi butto nell’orgia, fatta di passeggini, palloncini, bandierine, festoni e coriandoli. Sembra Carnevale. Con la mia compagna di marcia Eneida, ex campionessa di pallavolo, abbiamo il nostro ritmo, 45 passi ogni 20 secondi. Percorriamo 9 chilometri e ritorniamo alla base, giusto in tempo per vedere il vincitore l’etiope Tura Seifu tagliare il traguardo, seguito dal keniota Justus Kimutal. Veloci come lepri percorrono 42 chilometri in poco più di due ore. Alle 3 del pomeriggio comincia l’incontenibile baccano degli urban runners, esplosione di decibel e fumi mlticolor, dentro il parco di via Palestro la festa continua, banchetti e karaoke, si asciugano i sudori, si gozzoviglia, brillano le medaglie al collo dei vincitori.
Si cambia scenario, a FieraMilanoCity inizia la maratona del white carpet per SposaItalia. Roselina Salemi, esploratrice di tendenze, la chiama wedding revolution. “ll matrimonio è diventato una festa che si allarga e si allunga, con cambi d’abito, stormi di droni, location da urlo”, spiega nel libro che sta per uscire I mariti inutili (Cairo editore). I matrimoni sono in calo (e non durano) ma l’abito nuziale rimane un investimento economico ed emotivo. Resta importante ma non basta fargli fare solo un giro. Ed è per questo che lo stilista Antonio Riva (è lui che ha vestito Michelle Hunziker al suo marriage) ha pensato al riutilizzo dei suoi preziosissimi abiti in jaquard dorato, organza cloqué ricamata, nuvole di tulle fiorati. Ma sopratutto (s)componibile, trasformista, diventa corto, easy, per un vero cambio di look e poterlo indossare anche in altre occasioni glamour. Lo strascico diventa uno coprispalla, la doppia balza diventa una gonnellina frou, frou, il tacco dodici è sostituito dalle wedding sneakers scintillanti con farfalline applicate. Sorride Riva: “Le spose non vedono l’ora di scendere dai tacchi dopo la cerimonia…”. Rimane la tasca (geniale) per tirar fuori il cellulare dopo il sì e farsi subito un selfie.
E’ stata una vera maratona, durata tre anni, alla ricerca di materiale inedito, super8, registrazioni private, lettere segrete, un viaggio dietro le quinte per raccontare nel docu/film Maria by Callas. La purezza del documentario di Tom Volf è dovuta al suo dna analogico, non c’erano ancora i social e quindi le testimonianze sulla Callas sono poche, autentiche e significative. Oggi sarebbero affogate in un mare di selfie e filmati su youtube.
La passione per Onassis la condurrà in una spirale autodistruttiva. Dai giornali apprenderà che lui sta per sposarsi con Jacqueline Kennedy. Dopo otto anni le chiede perdono. Troppo tardi. Con la Divina è nato il Grande Gossip, gli occhi del mondo erano puntati su di lei, su ogni suo respiro, sulle sue fragilità. E’ il ritratto di Maria in conflitto con la Callas, più perdeva peso, più perdeva la voce. In bilico tra il desiderio di una vita normale e la continua ricerca della fama planetaria. Alla fine rimane schiacciata dalla sua stessa fama. Tra le voci narranti quella di Nadia Stencioff, amica e confidente, conosciuta sul set di Medea, regista Pierpaolo Pasolini: “Se dovessi morire prima di te, voglio che tu faccia sapere al mondo chi ero veramente”. Si preparava alla grande rentreé sulle scene invece a soli 53 anni muore stroncata da un attacco cardiaco. Maratona Miart, ci siamo. Ma è ancora in corso. Intanto è sbarcato Gagosian, il più influente gallerista al mondo, che fa un party blindatissimo. E mezza Milano sbava per essere invitata.