THE HAPPY PRINCE di e con Rupert Everett, con Colin Firth, Colin Morgan, Emma Watson, Tom Wilkinson. GB/USA/Italia/Belgio 2018. Durata: 105’. Voto 3/5 (AMP)
Gli lessero Il principe felice quando aveva sei anni e da allora fra Rupert Everett e Oscar Wilde è sempre stato amore. Platonico solo per mancanza fisica del secondo, altrimenti chissà. La passione e l’identificazione dell’attore per l’immenso scrittore irlandese prendono dunque corpo nella sua prima regia cinematografica, dopo aver dato prova di conoscerlo a fondo non solo in ruoli di film adattati da opere di Wilde, ma avendolo incarnato egli stesso nella piéce teatrale che vedeva il drammaturgo già decadente e malato. Proprio come in The Happy Prince, elaborazione appassionata e tormentata di un uomo che lo stesso Everett non nasconde definire “autolesionista”. In progress da 15 anni, il film omaggia Oscar negli ultimi anni di vita, quelli dell’esilio parigino, quelli del dolore profondo seppur mai privato della proverbiale ironia.
A contrastare una messa in scena, forse, esondante e barocca ma non “fuori luogo”, l’immagine che Rupert offre di Wilde è in effetti quella di una figura cristica votata al sacrifico, quasi il sintomo di una sofferenza necessaria votata alla ricerca dell’amore totale ed eterno. Girato per la maggior parte in Germania ma anche in Italia (la Palomar di Degli Esposti e co-produttrice), The Happy Prince non trascura viaggi (di montaggio) nel tempo, celebrando il passato ormai relagato al ricordo di un personaggio che riuscì a godere il massimo dei favori e degli onori presso la società del tempo, la stessa società che non esitò a condannarlo una volta scoperta la sua identità sessuale.