Dopo la bufera che ha coinvolto i vertici dell’Università di Foggia, finiti nel registro degli indagati nell’ambito dell’inchiesta su presunte irregolarità nella rendicontazione di tre progetti di ricerca finanziati dal Ministero dell’Istruzione, il rettore dell’Ateneo Maurizio Ricci si difende e accusa la Guardia di Finanza, che ieri ha eseguito delle perquisizioni nel Dipartimento di Scienze agrarie, di aver operato “con modalità discutibili”. Ieri sono stati notificati i 21 avvisi di garanzia agli indagati accusati, a vario titolo, di concorso in truffa e abuso d’ufficio. Oltre al rettore Maurizio Ricci, nel registro del pm sono finiti l’ex rettore Giuliano Volpe, il pro rettore Milena Grazia Rita Sinigaglia, il direttore del dipartimento di Agraria, Agostino Savi, l’ex presidente del dipartimento Gianluca Nardone (oggi direttore del Dipartimento regionale all’agricoltura) e altri docenti.
LA POSIZIONE DEL RETTORE – Al centro dell’inchiesta, raccontata da ilfattoquotidiano.it a luglio 2017 e scattata dopo l’esposto di Alessandro Del Nobile e Diego Centonze, professori ordinari del Dipartimento di Scienze Agrarie, c’è il Pon Ricerca e Competività 2007-2013. Un finanziamento ottenuto dal Distretto agroalimentare regionale (Da.Re.), tra i cui soci risulta l’ateneo foggiano, beneficiario di circa 10 milioni di euro. In merito alla sua posizione nell’inchiesta il rettore ha puntualizzato che quel Pon ha prodotto esiti ed effetti amministrativi “nel periodo in cui non ero rettore dell’Università di Foggia, carica assunta dall’1 novembre 2013”. Eppure, come si legge proprio nel decreto di sequestro notificato agli indagati, Ricci “ha autorizzato la spesa di gran parte dell’anticipazione del 50 per cento e tutto il restante 50 per cento del progetto”. In pratica avrebbe gestito tutta l’anticipazione dei fondi erogata dal Miur per i progetti, somma erogata a fine ottobre 2013, pochi giorni prima che Ricci prendesse servizio come rettore. Non solo. In qualità di rappresentante legale dell’Università di Foggia, il rettore ha firmato la Convenzione attualmente in vigore tra il Da.Re Puglia e l’Ateneo, insieme all’allora presidente del Da.Re Puglia, Gianluca Nardone. “I profili per i quali il rettore è risultato destinatario di avviso di garanzia sono agli atti – dice a ilfattoquotidiano.it l’avvocato Paolo D’Ambrosio, legale del professor Del Nobile – mentre a noi risulta che una parte dei finanziamenti sono stati percepiti mentre lui era già rettore”.
IL PROGETTO DI DEL NOBILE – Il rettore Ricci ha anche specificato che i documenti oggetto di indagine “sono stati già sottoposti, in passato, a ben due controlli amministrativi da parte del Miur, a sua volta sottoposto – per i medesimi documenti – a verifiche dell’Unione Europea” e che “da nessuno di questi controlli sono emerse irregolarità”. In particolare, secondo quanto sostenuto da Ricci il progetto del professor Alessandro Del Nobile (Info-Pack, acronimo di Soluzioni innovative di Packaging per il prolungamento della shelf life dei prodotti alimentari) “è stato rimodulato nei contenuti, sulla base delle competenze scientifiche del nuovo responsabile autorizzato propr
Secondo quanto affermato dal rettore il Miur avrebbe acconsentito alla modifica delle attività del progetto risultato vincitore a quasi un anno dalla scadenza del progetto che sarebbe dovuto durare tre anni. In pratica si era a più di due terzi di attività. Se il Miur avesse modificato le attività, non avrebbe dovuto far ripetere la gara, ovvero la valutazione dei progetti? Di fatto la gara non è mai stata rifatta, né si poteva considerato il tempo trascorso. “Il ruolo dei due professori come responsabili dei macroprogetti presentati è indiscutibile – spiega a ilfatto.it l’avvocato D’Ambrosio – perché i curricula sono stati oggetto di valutazione”.
Nel caso specifico del progetto Info-Pack, il 1 novembre 2011 è stato avviato con chiare premesse: mentre a titolo di cofinanziamento l’Università di Foggia metteva a disposizione il proprio personale docente per un determinato ‘monte ore’, a titolo di autofinanziamento, in base al regolamento in vigore quando il progetto è partito, l’Università avrebbe incamerato una quota pari al 10% delle spese generali (quelle non rendicontabili). Si tratta della cosiddetta overhead, percentuale decurtata dal budget a disposizione del docente. “Il problema si è posto nel 2013 – spiega l’avvocato – quando l’Ateneo ha dovuto fare i conti con la riduzione del Fondo di finanziamento ordinario”, una delle principali fonti di entrata per le università italiane. È stato così nominato un gruppo di lavoro con il compito di proporre una revisione del regolamento in vigore in materia di autofinanziamento. Si è deciso di aumentare l’overhead dal 10% delle spese generali al 13%, ma stavolta del budget complessivo del progetto. Nell’esposto di Del Nobile, inoltre, si denuncia che per il 5% queste risorse sarebbero andate a “spese amministrative di supporto al progetto”, per l’8% a “costi generali dell’Ateneo”.
LE ACCUSE ALLA FINANZA – In una nota il rettore giudica poi discutibili i metodi adottati dalla Guardia di Finanza nel corso dell’operazione durante quella che era una giornata di sedute di laurea. “Familiari e amici degli studenti che stavano per laurearsi – racconta Ricci – sono stati temporaneamente allontan
LE ALTRE INCHIESTE – Le segnalazioni di Del Nobile e Centonze non sono le uniche su cui la Procura di oggi sta cercano di fare chiarezza. Al centro delle indagini, oltre alla gestione dei fondi del Miur, anche quella concorsi da parte dell’Ateneo pugliese. Si parla di presunte irregolarità per favorire, nelle selezioni dei concorsi, persone vicine al rettore Ricci. Una seconda indagine coordinata dalla pm Anna Elisa Landi e condotta dai finanzieri del Nucleo di polizia tributaria di Foggia è scattata dopo l’esposto presentato da Francesca Cangelli, professore associato, relativo a una procedura valutativa per ordinario di diritto amministrativo nel dipartimento di Giurisprudenza. Procedura dalla quale è stata esclusa la docente, da cui sono partiti anche due ricorsi al Tar. Nelle carte la professoressa fa riferimento a diverse violazioni che avrebbero favorito persone vicine al rettore nella selezione dei docenti. Questo attraverso un processo di modifica sia delle regole relative ai lavori delle Commissioni, sia dei criteri con cui ciascun dipartimento doveva formulare l’ordine dei bandi. Anche in questo caso l’Ateneo respinge le accuse.