The Other Side of the Wind era stato girato in sei anni dal geniale regista e attore e ne erano stati montati solo 45 minuti fino a quando tutto il materiale era rimasto bloccato per una disputa sui diritti. L'appello della figlia: "“Parlo a nome di mio padre. Ho visto come le grandi case di produzione hanno distrutto la sua vita, il suo lavoro, e così facendo un po’ anche l’uomo che amavo così tanto"
Netflix non va a Cannes e ci rimette Orson Welles. Sembra la classica storia travagliata da preproduzione, produzione e distribuzione da film di Welles, ma è la realtà. The Other Side of the Wind, l’ultimo incompiuto film del regista statunitense morto nel 1985, è stato ritirato dal Fuori Concorso di Cannes 2018 dalla società che lo distribuisce, ovvero Netflix. È nota da almeno un anno la guerra tra il festival francese e i film dell’azienda che distribuisce film e serie tv sul web. Quando durante il Concorso 2017 sulla Croisette vennero presentati The Meyerowitz Stories di Noah Baumbach (acquisito in postproduzione) e Okja di Bona Joon-Ho, entrambi targati Netflix, divampò la polemica. Dapprima furono gli esercenti francesi a lamentarsi della mancata uscita in sala dei due film; poi si aggiunsero le dichiarazioni contro Netflix di Pedro Almodovar e a favore di Will Smith, entrambi giurati dell’edizione 2017; infine il direttore del Festival, Thierry Fremaux, sostenne che per il 2018 sarebbe entrata in vigore la regola che a concorrere per la Palma d’Oro non sarebbero stati accettati film senza distribuzione in sala. Addio Netflix, allora. Ma addio del tutto. Ted Sarandos, “capo contenuti” di Netflix, in un’intervista a Variety l’11 aprile scorso ha così spiegato che il rapporto mai del tutto nato con Cannes si chiudeva completamente: “Vogliamo che i nostri film siano allo stesso livello degli altri. (…) Non penso che per noi sarebbe giusto andare”.
A questo punto ecco avvicinarsi l’alone di maleficio che contraddistingue le produzioni di Welles da Quarto Potere in avanti. Non sono bastate le impossibili condizioni produttive per L’orgoglio degli Amberson, per La Signora di Shanghai, per L’infernale Quinlan e per tutti i singoli film della carriera dell’intramontabile maestro. Una volta recuperati i materiali girati tra il 1970 e il 1976, una volta trovati i fondi per la postproduzione, e infine a film pronto, The Other Side of the Wind finisce Fuori Concorso a Cannes e il suo distributore lo ritira dalla prestigiosa kermesse. “Spero che mister Sarandos ripensi alla sua decisione”, ha spiegato in una lettera pubblicata da Vanity Fair, Beatrice Welles, figlia di Orson e della sua terza moglie Paola Mori. “Parlo a nome di mio padre. Ho visto come le grandi case di produzione hanno distrutto la sua vita, il suo lavoro, e così facendo un po’ anche l’uomo che amavo così tanto. Spero di non dover odiare Netflix perché si conferma nell’essere un’altra di queste compagnie di produzione”. Nella lettera, la figlia di Welles ricorda come il padre abbia vinto la Palma d’Oro nel 1952 per Otello, e nel 1959 come miglior attore in Compulsion: “Per favore, riconsiderate la possibilità di proiettare il film di mio padre e lasciate che sia il ponte che colma la distanza che si è creata tra Netflix e Cannes”.
The Other Side of the Wind era stato girato in sei anni da Welles e ne erano stati montati solo 45 minuti fino a quando tutto il materiale era rimasto bloccato per una disputa sui diritti tra differenti produttori (tra cui la moglie del regista, Oja Kodar) in un appartamento di Parigi. Welles aveva affidato al critico e regista Peter Bogdanovich le “pizze” del girato sopravvissute, e solo pochi anni fa è stato messo insieme un team produttivo/distributivo, con il contributo fondamentale di Netflix, per concludere il film. Sorta di 8 ½ wellesiano con protagonista John Huston, nella parte del vecchio regista sul viale del tramonto che si innamora del protagonista del film a basso costo che sta per girare, l’ultima fatica di Welles ha scene forti di nudo e un cast all star composto dallo stesso Bogdanovich, Susan Strasberg, Dennis Hopper, e anche Claude Chabrol e Paul Mazursky nei panni di loro stessi. L’attuale produttore del film, Filip Jan Rymsza ha affermato che il divieto di partecipazione del film a Cannes lo “colpisce al cuore” e lo “riempie di delusione”: “Tutti ci perdono in questa decisione. Cannes, Netflix, gli amanti del cinema e tutti noi che abbiamo lavorato così duramente per questo sforzo storico”. Netflix non ha però annunciato i piani alternativi per la prima, già pronta, di The Other Side of the Wind. Insomma siamo di fronte ad un Welles che poteva avere un grande schermo come ribalta definitiva, ma che ne rimarrà senza, e verrà visto molto probabilmente solo su pc e schermi tv. Come diceva qualcuno: dibattito.