A proposito del direttore di gara che ha fischiato il rigore per gli spagnoli quasi a fine partita, il portiere insiste: "Un arbitro con più esperienza non avrebbe fischiato, ergendosi a protagonista di una partita. Avrebbe lasciato correre, si sarebbe girato dall’altra parte, e lasciato che le squadre se la giocassero ai supplementari"
“Un essere umano non può fischiare un episodio stra-dubbio dopo una gara del genere, a meno che al posto del cuore non abbia un bidone dell’immondizia“, aveva detto Gigi Buffon al termine della partita tra Juventus e Real Madrid, costata alla sua squadra l’eliminazione dai quarti di Champions con un rigore assegnato al 93esimo agli spagnoli. Ora il capitano dei bianconeri torna su quelle parole – durissime – e lo fa con un’intervista in esclusiva che andrà in onda questa sera alla trasmissione Le Iene: “Non devo rimediare perché io sono un essere umano che mette passione, sentimenti, arrabbiature… trovo modi di parlare, giusti o sbagliati che siano, alcune volte eccessivi… ma sono questo, sono Gigi Buffon“.
Il portiere della Juve, a un passo dal fine carriera, proprio non ci sta a passare per una testa calda: “L’altra sera era finita la partita da un’ora e mezza, di conseguenza quello che uno esterna sono sentimenti, sono pensieri forti, per certi aspetti ineducati, ma sono i sentimenti di un uomo che non si trincera dietro a un velo di ipocrisia e butta fuori quello che le viscere gli dicono e punto, chiuso”, continua Buffon, che ammette di aver sbagliato nei toni ma non nel contenuto. “Seppur esternando in maniera eccessiva determinati pensieri, questi erano pensieri che avevano una logica, che ridirei, magari con un altro tipo di linguaggio, più civile diciamo. Però rimane che il contenuto di ciò che ho detto lo riconfermo in pieno”.
Proprio l’episodio avvenuto al 93esimo minuto – dopo l’incredibile rimonta dei bianconeri rispetto all’andata – è stato al centro delle polemiche. Dopo uno 0-3 che avrebbe permesso alla squadra di Allegri di giocarsi ai supplementari l’accesso alle semifinali, l’arbitro Michael Oliver ha fischiato un rigore per un fallo in area di Benatia ai danni dello spagnolo Lucas Vazquez. In campo è scoppiato il caos e il capitano dei bianconeri è stato espulso per le proteste. “Un arbitro con più esperienza non avrebbe fischiato, ergendosi a protagonista di una partita. Avrebbe lasciato correre, si sarebbe girato dall’altra parte, e lasciato che le squadre se la giocassero ai supplementari. E lasciare che fosse il campo a parlare”, spiega Buffon a Le Iene. “È un ragazzo che si è trovato in una situazione troppo complessa, troppo ingarbugliata e troppo grande. Quindi, alla fine, al di là di quello che ho esternato nel post gara non porto rancore, però è normale che lì per lì uno si senta non dico penalizzato… mi sono sentito proprio defraudato”, aggiunge. “Quella è stata una partita irripetibile“.
Irripetibile e straordinaria non solo per la Juventus, sostiene Buffon, ma per tutto il calcio italiano. “Potevamo scrivere una pagina di calcio memorabile per la Juve, per l’Italia: la nostra vittoria si sarebbe abbinata a quella della Roma, sarebbe stato qualcosa di incredibile, di pazzesco. Ne ho perse anche di più importanti però questa, per come era nata e per come si stava evolvendo, per come si stava snodando, era la partita più bella e più emozionante che avessi vissuto con la Juventus, penso anche per i tifosi e anche per i miei compagni”. Un sogno che però si è interrotto all’ultimo minuto, dopo una partita dominata quasi esclusivamente dai bianconeri. E su questo Gigi conclude: “Datemi almeno la legittimità di difendere in quel modo esasperato e passionale i miei compagni, quei cinquemila venuti a sostenerci. Io devo difendere i miei compagni e loro, anche in modo scomposto, perché me lo sento. Era dovuto, a costo di macchiare la mia immagine”.