“Gianroberto Casaleggio? Io e Beppe Grillo siamo stati aiutati da lui nelle nostre prime esperienze politiche di comunicazione di massa. Ma io commisi un errore”. Sono le parole pronunciate ai microfoni di Ecg Regione (Radio Cusano Campus) dall’ex leader dell’Idv, Antonio Di Pietro, che spiega: “Casaleggio era una persona estremamente competente nel campo dell’informazione. Ha visto l’errore che ho fatto io e non l’ha fatto fare a Beppe Grillo. L’esperienza con l’Idv è stata fondamentale per Casaleggio e quindi anche per il M5S, perché io dalla sera alla mattina mi sono ritrovato ad avere un consenso incredibile, ero arrivato quasi al 10%. E quindi” – continua – “avevo la necessità di costruire una classe dirigente. Però feci la scelta di andare a trovare sul territorio soprattutto persone che avevano già fatto politica. Così ho trovato tante persone perbene, che ancora stimo, ammiro e rispetto, ma anche tanti faccendieri. Avendo visto la mia esperienza, Casaleggio ha consigliato Grillo l’idea secondo cui chi aveva già fatto politica in altri partiti non poteva candidarsi col M5s. In questo modo, sono arrivati più giovani e anche più inesperti, ma sicuramente meno inguaiati”. L’ex magistrato si sofferma poi sul suicidio di Raul Gardini, azionista di maggioranza della Montedison, coinvolto nelle indagini di Mani Pulite sulla tangente Enimont. L’imprenditore si tolse la vita il 23 luglio 1993, poco prima di parlare con lo stesso Di Pietro, che racconta: “Gardini era latitante. Nei suoi confronti c’era un provvedimento restrittivo per la tangente Enimont, da 150 miliardi di lire. Per me era un imputato importante, ma era latitante. Convenimmo che poteva venire in Procura a riferire a chi aveva dato questi soldi, ma non voleva arrivare con le manette e uscire con le manette. Io glielo promisi, ma lui all’ultimo probabilmente non si fidò di me. Un quarto d’ora” – prosegue – prima il suo avvocato mi aveva confidato che stava arrivando, ma dopo essersi vestito decise di suicidarsi. Io sapevo dove fosse, avrei potuto arrestarlo, ma non l’ho fatto perché gli ho dato la mia parola. Se l’avessi arrestato, rispettando strettamente la legge, forse oggi sarebbe ancora vivo”

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