Il sommergibile Uss John Warner era in rada lo scorso 20 marzo a largo della città, ma quelle acque sono state dichiarate "area denuclearizzata" con una delibera del 2015. Il sindaco: "La presenza di navi da guerra non è gradita e il fatto che lo stesso mezzo abbia partecipato all'attacco missilistico conferma la giustezza della nostra scelta"
Il sottomarino nucleare statunitense Uss John Warner era in rada lo scorso 20 marzo nel porto di Napoli. Ma quelle acque, con “la delibera n.609 del 23 settembre 2015” sono state dichiarate “area denuclearizzata“. Lo denuncia il sindaco di Napoli Luigi de Magistris in una nota del Comune rivolta al contrammiraglio Arturo Faraone, Comandante della Capitaneria di Porto, in cui ricorda come tali navi non siano gradite “nelle acque della nostra Città”. Lo stesso sottomarino risulta tra l’altro essere uno degli assetti americani che ha partecipato all’attacco missilistico in Siria della notte tra venerdì e sabato scorso.
“Ho letto l’ordinanza n.17/2018 – scrive il primo cittadino nella nota rivolta al contrammiraglio – che Lei ha emesso per le necessarie e correlate disposizioni di sicurezza e di navigazione” del sottomarino. Poi De Magistris cita la delibera del 2016 che ha reso il Porto di Napoli area denuclearizzata e aggiunge: “L’atto pone in evidenza la volontà di interdire l’attracco e la sosta, di qualsiasi natante a propulsione nucleare o che contenga armamenti nucleari. Non solo, ma esprime e riafferma il ruolo di Napoli ‘Città di Pace‘, rispettosa dei diritti fondamentali di ciascuno, convinta del disarmo e della cooperazione internazionale.”
La nota si conclude con l’ammonimente affinché una situazione del genere non accada più in futuro. Al contrammiraglio Faraone viene infatti chiesto di “considerare, per analoghe situazioni future, che la determinazione e la volontà menzionate nella delibera 609 sono dirette al non gradimento che navi di tale caratteristiche sostino o transitino nelle acque della nostra Città”.
“Le decisioni in ordine all’arrivo e al transito delle unità navali militari straniere nelle acque territoriali nazionali non competono all’Autorità Marittima“, sottolinea il contrammiraglio Faraone rispondendo al sindaco. Faraone giudica “condivisibili le preoccupazioni” alla base della delibera di Giunta che dichiara “area denuclearizzata” il porto di Napoli. La Capitaneria “non ha autorizzato ma ha esclusivamente disciplinato, per quanto di propria competenza – spiega il contrammiraglio – le attività relative alla navigazione marittima”: vale a dire, una volta ricevuta comunicazione dalla Difesa della presenza del sottomarino, è stata disciplinata la navigazione nell’area in modo da garantire la sicurezza.
Poco dopo la denuncia di De Magistratis è emersa un’altra questione. Il canale You tube Aiir Source military che raccoglie filmati relativi alle attività delle forze armate statunitensi ha infatti pubblicato un video che risalirebbe a sabato, il giorno dell’attacco in Siria, e che mostra il lancio di un missile Tomahawk da un sottomarino indicato appunto come il John Warner (SSN 765) dislocato nel Mar Mediterraneo. La stessa amministrazione Usa ha diffuso foto e video del lancio di missili da bordo del sottomarino nucleare e il Pentagono, dicono le stesse fonti, ha confermato la sua partecipazione all’attacco.
Il giorno dopo il raid di Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia il premier Paolo Gentiloni aveva chiarato che l’Italia non aveva partecipato all’attacco militare e che “il supporto logistico che forniamo tradizionalmente ai nostri alleati, in questo caso” non si è tradotto “nel fatto che dal territorio italiano partissero azioni direttamente mirate a colpire la Siria”. La versione di Palazzo Chigi non sembra essere smentita da quanto raccontano gli esperti delle forze armate statunitensi. Il sottomarino risulta infatti essere salpato poi dal porto di Gibilterra il 5 aprile.
“Il fatto che si tratti dello stesso sottomarino rafforza ancora di più la giustezza della nostra delibera”, commenta De Magistris dopo aver saputo della notizia. Il sindaco ha quindi ribadito che nel porto di Napoli “non sono graditi questi mezzi militari che possono anche produrre effetti straordinariamente gravi in caso di incidente”. “Vorremmo – ha concluso – che chi ha la possibilità di farlo non dia l’autorizzazione a queste navi di entrare nel porto per ragioni di politiche di disarmo, di pace, di contrarietà alle armi nucleari e anche per il pericolo sotto il profilo della protezione civile che queste navi possono provocare alla nostra città in caso di incidente”.
Il John Warner – soprannominato “Sledgehammer of Freedom” dall’equipaggio – è essenzialmente un sottomarino d’attacco che può essere utilizzato per diverse missioni, tra cui sorveglianza, ricognizione, ricerca e soccorso, così come il lancio di missili, siluri e mine. Il sommergibile Usa risulta aver partecipato, tra il 2 e il 16 marzo, all’esercitazione della Nato Dynamic Manta 2018, una delle più importanti e complesse attività addestrative dell’Alleanza Atlantica che si svolge al largo delle coste siciliane. Insieme al John Warner c’erano anche sommergibili provenienti da Canada, Grecia, Italia, Spagna e Turchia, sotto il controllo del Comando Sommergibili della Nato.