Si torna in aula per le serate nella villa di Silvio Berlusconi ad Arcore. Nel processo d’appello bis sul caso Ruby bis, con al centro l’accusa di favoreggiamento della prostituzione, il sostituto pg di Milano Daniela Meliota ha chiesto la conferma delle condanne per l’ex direttore del Tg4, Emilio Fede, e per l’ex consigliera lombarda Nicole Minetti, rispettivamente a 4 anni e 10 mesi e a 3 anni di reclusione. Nel suo intervento ha spiegato che Fede (accusato anche di tentata induzione) favorendo la prostituzione per l’ex Cavaliere voleva “guadagnarci” in termini economici e di “posizione” e aveva il compito di portare “merce nuova” per mettere di “buon umore” l’ex premier a villa San Martino. Minetti, invece, aveva il ruolo “fondamentale” di fornire “abitazioni” alle ragazze.
Il procedimento parte dalla decisione della Cassazione che il 22 settembre 2015 aveva annullato con rinvio ad un nuovo appello le condanne di Fede (quattro anno e dieci mesi) e Minetti (tre anni). Le motivazioni depositate dalla Terza sezione penale parlvano di un “vuoto motivazionale grave” nella sentenza di secondo grado. Il pg nel suo intervento ha inoltre chiesto di respingere una questione di illegittimità costituzionale del reato di favoreggiamento della prostituzione presentata dalle difese.
Secondo le motivazioni della Cassazione di due anni fa, la corte d’Appello non ha accertato a carico dei due imputati fatti concreti in relazione alle singole ragazze che avrebbero indotto a prostituirsi nonostante la “meticolosità con la quale si è soffermata sui concetti generali in tema di prostituzione, induzione e favoreggiamento”. L’unico episodio specifico che è stato provato è il ruolo di intermediario svolto da Fede nel far prostituire Ruby il 14 febbraio 2010. Fu infatti l’ex giornalista del Tg4 a portare ad Arcore la ragazza marocchina, allora minorenne, dopo l’invito di Lele Mora.
Nel Ruby bis Berlusconi è stato assolto dalle accuse di prostituzione minorile e concussione , ma rimane coinvolto nei processi del filone Ter con l’accusa di aver corrotto le persone presenti a quelle cene e averle indotte a testimoniare il falso in tribunale nei processi su quelle serate nella sua villa. L’ex premier e quattro olgettine sono stati rinviati a giudizio dal gup di Milano per corruzione in atti giudiziari in relazione a versamenti per 400mila euro effettuati da Berlusconi a favore delle ragazze fino all’ottobre del 2016, mentre i versamenti per le altre ospiti delle feste di Arcore si erano interrotti mesi prima.
Il procedimento in questione – che prenderà il via il 9 maggio – era stato spacchettato dal gup di Milano e inviato per competenza territoriale ad altre procure: negli ultimi mesi il leader di Forza Italia è stato rinviato a giudizio a Siena per il caso del pianista Danilo Mariani. A febbraio invece era stata la procura di Roma a chiedere il processo sempre corruzione in atti giudiziari per il caso del cantante Mariano Apicella, anche la procura di Torino a novembre dell’anno scorso aveva chiesto il giudizio: in questo caso l’ex Cavaliere per l’accusa avrebbe corrotto la modella Roberta Bonasia.
Le ragazze che partecipavano alle serate di Arcore “erano delle ‘aspiranti mantenute’, non delle prostitute, lavoravano già nel mondo dello spettacolo, avevano interesse a conoscere il presidente del Consiglio, anche ad avere una relazione con lui se poteva avere un’utilità per loro, per fare carriera e la legge Merlin deve continuare a sanzionare giustamente la tratta delle schiave e non casi come questo” ha detto il legale Paolo Righi, difensore dell’ex consigliera lombarda Nicole Minetti, in un passaggio della sua arringa ha illustrato l’istanza difensiva di sollevare davanti alla Consulta la questione di illegittimità costituzionale delle norme sul favoreggiamento della prostituzione nell’ambito del processo d’appello ‘bis’ sul caso Ruby bis.
La difesa dell’ex showgirl ed ex igienista dentale di Berlusconi ha chiesto, comunque, in prima battuta, l’assoluzione perché “Minetti, occupandosi delle bollette e delle case delle ragazze, non ha favorito la prostituzione, ma ha favorito l’allora premier, gli ha fatto solo una cortesia“. Gli appartamenti delle cosiddette olgettine, ha aggiunto il legale, “non c’entravano niente con l’attività prostitutiva, che a nostro parere nemmeno c’era, perché erano le ragazze a voler partecipare a quel ‘format’ ad Arcore e lo facevano liberamente”.
La difesa di Minetti, infatti, così come quella dell’altro imputato, Emilio Fede, citando anche l’ordinanza con cui la Corte d’Appello di Bari ha inviato di recente gli atti alla Consulta sulla legge Merlin nel processo ‘escort’ a carico di Gianpaolo Tarantini, ha evidenziato la “libera autodeterminazione” delle giovani che non possono “essere considerate delle prostitute”. L’assoluzione è stata chiesta anche per Fede anche dal legale Maurizio Paniz, il quale ha chiarito che in questo processo “abbiamo avuto la prova provata solo del nulla e intanto il direttore ci ha perso anni della sua vita”. Il prossimo 7 maggio parlerà l’altro difensore di Minetti, l’avvocato Pasquale Pantano, e potrebbe arrivare la sentenza.
Giustizia & Impunità
Ruby bis, pg chiede conferma condanne per Minetti e Fede: lui “portava merce nuova” a Berlusconi e lei “forniva le case”
Nel processo d’appello bis con al centro l’accusa di favoreggiamento della prostituzione, il sostituto di Milano Daniela Meliota ha chiesto 4 anni e 10 mesi per l’ex direttore del Tg4 e 3 anni per l’ex consigliera lombarda. Il procedimento parte dalla decisione della Cassazione del novmbre 2015 di annullare con rinvio la precedente sentenza di secondo grado
Si torna in aula per le serate nella villa di Silvio Berlusconi ad Arcore. Nel processo d’appello bis sul caso Ruby bis, con al centro l’accusa di favoreggiamento della prostituzione, il sostituto pg di Milano Daniela Meliota ha chiesto la conferma delle condanne per l’ex direttore del Tg4, Emilio Fede, e per l’ex consigliera lombarda Nicole Minetti, rispettivamente a 4 anni e 10 mesi e a 3 anni di reclusione. Nel suo intervento ha spiegato che Fede (accusato anche di tentata induzione) favorendo la prostituzione per l’ex Cavaliere voleva “guadagnarci” in termini economici e di “posizione” e aveva il compito di portare “merce nuova” per mettere di “buon umore” l’ex premier a villa San Martino. Minetti, invece, aveva il ruolo “fondamentale” di fornire “abitazioni” alle ragazze.
Il procedimento parte dalla decisione della Cassazione che il 22 settembre 2015 aveva annullato con rinvio ad un nuovo appello le condanne di Fede (quattro anno e dieci mesi) e Minetti (tre anni). Le motivazioni depositate dalla Terza sezione penale parlvano di un “vuoto motivazionale grave” nella sentenza di secondo grado. Il pg nel suo intervento ha inoltre chiesto di respingere una questione di illegittimità costituzionale del reato di favoreggiamento della prostituzione presentata dalle difese.
Secondo le motivazioni della Cassazione di due anni fa, la corte d’Appello non ha accertato a carico dei due imputati fatti concreti in relazione alle singole ragazze che avrebbero indotto a prostituirsi nonostante la “meticolosità con la quale si è soffermata sui concetti generali in tema di prostituzione, induzione e favoreggiamento”. L’unico episodio specifico che è stato provato è il ruolo di intermediario svolto da Fede nel far prostituire Ruby il 14 febbraio 2010. Fu infatti l’ex giornalista del Tg4 a portare ad Arcore la ragazza marocchina, allora minorenne, dopo l’invito di Lele Mora.
Nel Ruby bis Berlusconi è stato assolto dalle accuse di prostituzione minorile e concussione , ma rimane coinvolto nei processi del filone Ter con l’accusa di aver corrotto le persone presenti a quelle cene e averle indotte a testimoniare il falso in tribunale nei processi su quelle serate nella sua villa. L’ex premier e quattro olgettine sono stati rinviati a giudizio dal gup di Milano per corruzione in atti giudiziari in relazione a versamenti per 400mila euro effettuati da Berlusconi a favore delle ragazze fino all’ottobre del 2016, mentre i versamenti per le altre ospiti delle feste di Arcore si erano interrotti mesi prima.
Il procedimento in questione – che prenderà il via il 9 maggio – era stato spacchettato dal gup di Milano e inviato per competenza territoriale ad altre procure: negli ultimi mesi il leader di Forza Italia è stato rinviato a giudizio a Siena per il caso del pianista Danilo Mariani. A febbraio invece era stata la procura di Roma a chiedere il processo sempre corruzione in atti giudiziari per il caso del cantante Mariano Apicella, anche la procura di Torino a novembre dell’anno scorso aveva chiesto il giudizio: in questo caso l’ex Cavaliere per l’accusa avrebbe corrotto la modella Roberta Bonasia.
Le ragazze che partecipavano alle serate di Arcore “erano delle ‘aspiranti mantenute’, non delle prostitute, lavoravano già nel mondo dello spettacolo, avevano interesse a conoscere il presidente del Consiglio, anche ad avere una relazione con lui se poteva avere un’utilità per loro, per fare carriera e la legge Merlin deve continuare a sanzionare giustamente la tratta delle schiave e non casi come questo” ha detto il legale Paolo Righi, difensore dell’ex consigliera lombarda Nicole Minetti, in un passaggio della sua arringa ha illustrato l’istanza difensiva di sollevare davanti alla Consulta la questione di illegittimità costituzionale delle norme sul favoreggiamento della prostituzione nell’ambito del processo d’appello ‘bis’ sul caso Ruby bis.
La difesa dell’ex showgirl ed ex igienista dentale di Berlusconi ha chiesto, comunque, in prima battuta, l’assoluzione perché “Minetti, occupandosi delle bollette e delle case delle ragazze, non ha favorito la prostituzione, ma ha favorito l’allora premier, gli ha fatto solo una cortesia“. Gli appartamenti delle cosiddette olgettine, ha aggiunto il legale, “non c’entravano niente con l’attività prostitutiva, che a nostro parere nemmeno c’era, perché erano le ragazze a voler partecipare a quel ‘format’ ad Arcore e lo facevano liberamente”.
La difesa di Minetti, infatti, così come quella dell’altro imputato, Emilio Fede, citando anche l’ordinanza con cui la Corte d’Appello di Bari ha inviato di recente gli atti alla Consulta sulla legge Merlin nel processo ‘escort’ a carico di Gianpaolo Tarantini, ha evidenziato la “libera autodeterminazione” delle giovani che non possono “essere considerate delle prostitute”. L’assoluzione è stata chiesta anche per Fede anche dal legale Maurizio Paniz, il quale ha chiarito che in questo processo “abbiamo avuto la prova provata solo del nulla e intanto il direttore ci ha perso anni della sua vita”. Il prossimo 7 maggio parlerà l’altro difensore di Minetti, l’avvocato Pasquale Pantano, e potrebbe arrivare la sentenza.
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(Adnkronos) - Stefano Conti è un uomo libero. L'Adnkronos può rivelare che al processo a Panama City sono cadute tutte le accuse. Raggiunto al telefono, Andrea Di Giuseppe, il parlamentare di Fratelli d'Italia eletto nella Circoscrizione Centro e Nord America, festeggia il risultato raggiunto dopo oltre due anni: "Dieci minuti fa ho parlato con il padre, si è commosso alla notizia che Stefano era finalmente stato prosciolto. Ha passato oltre 400 giorni in una delle peggiori galere del mondo, un luogo che non si riesce neanche a immaginare, e senza nessuna condanna, ma solo per una carcerazione preventiva in attesa di un processo che sembrava non arrivare mai. Ma insieme alla Farnesina e all'ambasciata, ho fatto di tutto per fargli ridurre la misura cautelare e farlo stare in una condizione meno disumana. L'anno scorso siamo riusciti a fargli avere i domiciliari, oggi la notizia più bella. Una grande vittoria per il nostro Paese".
Stefano Conti è un trader brianzolo di 40 anni, che per oltre due anni è stato accusato di tratta di esseri umani a scopo sessuale. Rischiava una condanna fino a 30 anni di reclusione, nonostante le presunte vittime avessero ritrattato le accuse, sostenendo di aver subito pressioni dalla polizia panamense.
Conti ha anche pubblicato un libro intitolato 'Ora parlo io: 423 giorni nell'inferno di Panama', in cui racconta la sua esperienza nel carcere panamense e ribadisce la sua innocenza. Il libro è uscito a dicembre scorso, in attesa dell'inizio del processo.
Andrea Di Giuseppe ha partecipato alle udienze preliminari, "non per influire sul merito della vicenda", spiega all'Adnkronos, ma per fargli avere il giusto processo che qualunque essere umano merita. Ho coinvolto la comunità italiana, ho parlato con i politici panamensi, sono stato accanto a lui davanti al giudice, per far capire al sistema giudiziario che quell'uomo non era solo, ma aveva accanto a sé il suo Paese”.
Conti "rimarrà ancora a Panama fino al 4 aprile, per motivi burocratici, ma appena avrà tutti i documenti in ordine potrà tornare in Italia", aggiunge il deputato italiano. Che non ha finito quella che è diventata una sorta di missione. "Dopo aver aiutato a liberare i due italiani in Venezuela, e dopo il più famoso caso di Chico Forti, il prossimo per cui mi impegnerò è l'ingegner Maurizio Cocco, rinchiuso in Costa d’Avorio da oltre due anni. Ne sentirete parlare presto". Sì perché gli italiani rinchiusi all'estero sono circa duemila, "e molti di questi sono in stato di carcerazione preventiva. Dei conti di Montecristo dimenticati da tutti. Ma ora il nostro governo, grazie anche all'azione dei sottosegretari agli Esteri Silli e Cirielli, e ovviamente all'attivismo della premier Meloni, sta finalmente affrontando questi casi. Non sono più dei fantasmi, ma dei nostri connazionali che devono poter avere tutta l'assistenza legale, politica e umana che possiamo dargli. È solo l'inizio. L'Italia sta contando e pesando di più nel mondo", conclude Di Giuseppe. (Di Giorgio Rutelli)
(Adnkronos) - Stefano Conti è un uomo libero. L'Adnkronos può rivelare che al processo a Panama City sono cadute tutte le accuse. Raggiunto al telefono, Andrea Di Giuseppe, il parlamentare di Fratelli d'Italia eletto nella Circoscrizione Centro e Nord America, festeggia il risultato raggiunto dopo oltre due anni: "Dieci minuti fa ho parlato con il padre, si è commosso alla notizia che Stefano era finalmente stato prosciolto. Ha passato oltre 400 giorni in una delle peggiori galere del mondo, un luogo che non si riesce neanche a immaginare, e senza nessuna condanna, ma solo per una carcerazione preventiva in attesa di un processo che sembrava non arrivare mai. Ma insieme alla Farnesina e all'ambasciata, ho fatto di tutto per fargli ridurre la misura cautelare e farlo stare in una condizione meno disumana. L'anno scorso siamo riusciti a fargli avere i domiciliari, oggi la notizia più bella. Una grande vittoria per il nostro Paese".
Stefano Conti è un trader brianzolo di 40 anni, che per oltre due anni è stato accusato di tratta di esseri umani a scopo sessuale. Rischiava una condanna fino a 30 anni di reclusione, nonostante le presunte vittime avessero ritrattato le accuse, sostenendo di aver subito pressioni dalla polizia panamense.
Conti ha anche pubblicato un libro intitolato 'Ora parlo io: 423 giorni nell'inferno di Panama', in cui racconta la sua esperienza nel carcere panamense e ribadisce la sua innocenza. Il libro è uscito a dicembre scorso, in attesa dell'inizio del processo.
Andrea Di Giuseppe ha partecipato alle udienze preliminari, "non per influire sul merito della vicenda", spiega all'Adnkronos, ma per fargli avere il giusto processo che qualunque essere umano merita. Ho coinvolto la comunità italiana, ho parlato con i politici panamensi, sono stato accanto a lui davanti al giudice, per far capire al sistema giudiziario che quell'uomo non era solo, ma aveva accanto a sé il suo Paese”.
Conti "rimarrà ancora a Panama fino al 4 aprile, per motivi burocratici, ma appena avrà tutti i documenti in ordine potrà tornare in Italia", aggiunge il deputato italiano. Che non ha finito quella che è diventata una sorta di missione. "Dopo aver aiutato a liberare i due italiani in Venezuela, e dopo il più famoso caso di Chico Forti, il prossimo per cui mi impegnerò è l'ingegner Maurizio Cocco, rinchiuso in Costa d’Avorio da oltre due anni. Ne sentirete parlare presto". Sì perché gli italiani rinchiusi all'estero sono circa duemila, "e molti di questi sono in stato di carcerazione preventiva. Dei conti di Montecristo dimenticati da tutti. Ma ora il nostro governo, grazie anche all'azione dei sottosegretari agli Esteri Silli e Cirielli, e ovviamente all'attivismo della premier Meloni, sta finalmente affrontando questi casi. Non sono più dei fantasmi, ma dei nostri connazionali che devono poter avere tutta l'assistenza legale, politica e umana che possiamo dargli. È solo l'inizio. L'Italia sta contando e pesando di più nel mondo", conclude Di Giuseppe. (Di Giorgio Rutelli)
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Più che le conclusioni del Consiglio europeo sembrano un bollettino di guerra, con i nostri governanti che, in un clima di ubriacatura collettiva, programmano una spesa straordinaria di miliardi su miliardi per armi, missili e munizioni. E la premier Meloni cosa dice? 'Riarmo non è la parola adatta' per questo piano. Si preoccupa della forma e di come ingannare i cittadini. Ma i cittadini non sono stupidi! Giorgia Meloni come lo vuoi chiamare questo folle programma che, anziché offrire soluzioni ai bisogni concreti di famiglie e imprese, affossa l’Europa della giustizia e della civiltà giuridica per progettare l’Europa della guerra?". Lo scrive Giuseppe Conte sui social.
"I fatti sono chiari: dopo 2 anni e mezzo di spese, disastri e fallimenti in Ucraina anziché chiedere scusa agli italiani, Meloni ha chiesto a Von der Leyen di investire cifre folli in armi e spese militari dopo aver firmato sulla nostra testa a Bruxelles vincoli e tagli sugli investimenti che ci servono davvero su sanità, energia, carovita, industria e lavoro. Potremmo trovarci a spendere oltre 30 miliardi aggiuntivi sulle armi mentre ne mettiamo 3 scarsi sul carobollette".
"Stiamo vivendo pagine davvero buie per l’Europa. I nostri governanti, dopo avere fallito con la strategia dell’escalation militare con la Russia, non hanno la dignità di ravvedersi, anzi rilanciano la propaganda bellica. La conclusione è che il blu di una bandiera di pace scolora nel verde militare. Dai 209 miliardi che noi abbiamo riportato in Italia dall'Europa per aziende, lavoro, infrastrutture, scuole e asili nido, passiamo a montagne di soldi destinati alle armi".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Much appreciated". Lo scrive Elon Musk su X commentando un post in cui si riporta la posizione della Lega e di Matteo Salvini sul ddl Spazio e Starlink. Anche il referente in Italia del patron di Tesla, Andrea Stroppa, ringrazia via social Salvini: "Grazie al vice PdC Matteo Salvini per aver preso posizione pubblicamente".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - Gianfranco Librandi, presidente del movimento politico “L’Italia c’è”, ha smentito categoricamente le recenti affermazioni giornalistiche riguardanti una presunta “coalizione di volenterosi” per il finanziamento di Forza Italia. Librandi ha dichiarato: “Sono tutte fantasie del giornalista. Smentisco assolutamente di aver parlato di una coalizione di volenterosi che dovrebbero contribuire al finanziamento del partito”.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Il vergognoso oltraggio del Museo della Shoah di Roma è l'ennesimo episodio di un sentimento antisemita che purtroppo sta riaffiorando. È gravissima l'offesa alla comunità ebraica ed è gravissima l'offesa alla centralità della persona umana e all'amicizia tra i popoli. Compito di ognuno deve essere quello di prendere decisamente le distanze da questi vergognosi atti, purtroppo sempre più frequenti in ambienti della sinistra radicale infiltrata da estremisti islamici , che offendono la memoria storica e le vittime della Shoah. Esprimo la mia più sentita solidarietà all'intera Comunità ebraica con l'auspicio che tali autentici delinquenti razzisti antisemiti siano immediatamente assicurati alla giustizia ". Lo ha dichiarato Edmondo Cirielli, Vice Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Meloni ha perso un'occasione rispetto a due mesi fa quando si diceva che sarà il ponte tra l'America di Trump e l'Europa e invece Trump parla con Macron, con Starmer e lo farà con Merz. Meloni è rimasta un po' spiazzata. Le consiglio di non essere timida in Europa perchè se pensa di sistemare i dazi un tete a tete con Trump, quello la disintegra. Meloni deve stare con l'Europa e Schlein quando le dice di non stare nel mezzo tra America e Europa è perchè nel mezzo c'è l'Oceano e si affoga". Lo dice Matteo Renzi a Diritto e Rovescio su Rete4.