Dalla tutela del Made in Italy all’hamburger di McDonald’s. Matteo Salvini è stato tra i protagonisti della giornata inaugurale della 52esima edizione del Vinitaly di Verona, una delle più importanti fiere enogastronomiche dell’Italia e del mondo. Tra un tweet in difesa dell’agricoltura nostrana, una foto con i sostenitori e un brindisi con Mauro Corona, il leader della Lega ha anche trovato il tempo di lanciare un messaggio al capo politico dei Cinquestelle Luigi di Maio: “Gli consiglio uno Sforzato, perché si deve sforzare a fare qualcosa di più”, ha detto riferendosi al passito colore rosso rubino prodotto nella zona di Sondrio in Valtellina. Ma soprattutto il leader leghista ha fatto proclami per il made in Italy, come questo: “Bere italiano, mangiare italiano, comprare italiano”.
Qui #Vinitaly, #Verona, eccellenza della produzione, dell’agricoltura e dell’impresa italiana. Se siete in zona, vi saluto! pic.twitter.com/lD4p5zrMst
— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) 15 aprile 2018
Bere italiano, mangiare italiano, comprare italiano!
Difendere le nostre imprese significa difendere il lavoro, la salute, le tradizioni!
LIVE > https://t.co/mGpHzXJcSo pic.twitter.com/X7xnyrKND3— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) 15 aprile 2018
Prodotti contraffatti o tossici? NO, grazie. Difendiamo la nostra agricoltura, la nostra economia, la nostra salute. La Lega sempre in prima fila, anche in Europa, per la tutela del vero Made in Italy. pic.twitter.com/KhEtCnfvCM
— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) 15 aprile 2018
Poi, dopo un’intensa giornata di sovranismo culinario, Salvini ha fatto (e comunicato agli oltre 185mila followers) una scelta alimentare decisamente in controtendenza rispetto ai messaggi lanciati a Verona. In viaggio verso il Molise, dove domenica si vota per eleggere il nuovo presidente di Regione, il leghista si è fatto immortalare in aeroporto davanti a una “cenetta tranquilla”, come scritto nella didascalia: un hamburger di McDonald’s accompagnato da una bevanda contenuta un bicchiere con il marchio ben in vista. Difficile che all’interno ci fosse un Barbera d’Asti, un Prosecco Valdobbiadene o un’altra di quelle tipologie di vino che fino a qualche ora prima Salvini si era impegnato a difendere a ogni costo.