I primi a ventilare l’ipotesi erano stati i russi. Secondo il ministero della Difesa di Mosca ad attaccare la base militare T4 in Siria, nella notte tra l’8 e il 9 aprile erano stati due F-15 dell’Aeronautica israeliana. Un raid precedente a quello congiunto di Usa, Francia e Gran Bretagna che aveva causato la morte di almeno 12 militari, fra cui il colonnello Mehdi Dehghan, che comandava l’unità di droni della base. E oggi a confermare la versione del Cremlino è un alto esponente militare israeliano che parlando al New York Times ha ammesso la responsabilità del suo paese nell’attacco contro la base. “È la prima volta che colpiamo obiettivi iraniani operativi, sia persone che impianti”, ha detto la fonte, citata oggi in un commento di Thomas Friedman intitolato La vera prossima guerra in Siria: Iran contro Israele.
Dichiarazioni alle quali ha risposto da Teheran il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Bahram Qassemi. Israele “prima o poi” la pagherà e riceverà le risposte necessarie”, ha proseguito Qassemi, aggiungendo che lo Stato ebraico “non può fare un’azione del genere e pensare di restare impunito”. Il raid contro la base T-4, ha poi aggiunto, “ha le sue radici nelle politiche ostili di Israele nei confronti dei popoli musulmani della regione”, precisando che “l’aggressione contro il suolo siriano è stata illegale”.
Le dichiarazioni sul New York Times – Secondo l’alto militare, l’incidente di febbraio, quando Israele ha abbattuto un drone iraniano entrato nel suo territorio dalla Siria e ha poi condotto una rappresaglia aerea, “ha aperto “una nuova fase”. “È stata la prima volta che Israele ha fatto qualcosa contro l’Iran senza passare attraverso una forza per procura”. I vertici israeliani hanno ripetuto più volte negli ultimi mesi di voler impedire in ogni modo che forze militari iraniane vengano dispiegate permanentemente a ridosso del loro confine settentrionale.
Da Israele, però, il ministro della Difesa Avigdor Lieberman, intervistato dal sito Walla, non ha voluto confermare se Israele sia o meno responsabile del raid citato dalla fonte del Nyt. Ha però precisato che Tel Aviv non permetterà alla Russia di porre limiti alla sua attività per contrastare la presenza iraniana in Siria, sottolineando che il suo paese è riuscito ad evitare “frizioni” con Mosca rimanendo in costante contatto. “Dobbiamo fare quello che dobbiamo, non permetteremo il consolidamento iraniano in Siria”, ha detto Lieberman. E il leader del partito nazionalista Ysrael Beitenou ha anche aggiunto: “Non permetteremo neanche che la Striscia di Gaza diventi un fronte iraniano”.