Gli ingegneri della Ericsson scelsero quel nome per la tecnologia wireless in omaggio alle capacità diplomatiche di Aroldo I, che nel decimo secolo unì il frammentato regno dei danesi e che, voltando le spalle alla tradizione vichinga, introdusse il cristianesimo nel Paese. Sull'isola di Rugen trovati anelli, orecchini, bracciali e altri gioielli, 600 monete d'argento e un martello di Thor
È stata una scoperta dal retrogusto tecnologico quella di Luca Malaschnitschenko, 13enne tedesco con la passione per l’archeologia e del suo mentore René Schoen. Quello che avevano trovato lo scorso gennaio sull’isola di Rugen, nel nord della Germania, non era un pezzo di alluminio come era sembrato in un primo momento. I due avevano tra le mani una moneta d’argento, e non una qualunque: dopo l’operazione ufficiale fatta partire lo scorso fine settimana sull’isola del Baltico, gli scavi delle autorità archeologiche tedesche hanno portato alle luce un tesoro appartenente al re danese Aroldo I.
Il suo soprannome, dovuto alla passione per le more o forse all’usanza di colorarsi di blu i denti che avevano alcuni guerrieri nordici dell’epoca, era ‘Dente Azzurro‘, in inglese Bluetooth. Il nome scelto 1000 anni dopo dalla svedese Ericsson alla tecnologia wireless utilizzata per far comunicare cellulari, tablet e pc. Il simbolo che compare dai primi anni duemila su quasi tutti i dispositivi elettronici del mondo è in effetti un omaggio al re vichingo dotato di grandi capacità diplomatiche.