Le commissioni speciali del nuovo Parlamento ripartono dalle spese militari. In particolare il primo punto all’ordine dei lavori dell’organismo – che sostituisce le commissioni permanenti finché non ci sarà un governo – è l’acquisto di droni per oltre 760 milioni in 16 anni. Il relatore è Davide Crippa, Cinquestelle. Le sue conclusioni, spiegano Pd e Liberi e Uguali, in sostanza sono favorevoli alla prosecuzione dell’acquisto “e questa è una notizia” commenta Francesco Boccia, che in commissione è il capogruppo dei democratici.
In realtà un parere non è stato ancora espresso esplicitamente. Luca Frusone, un altro deputato M5s, ha subito chiarito che Crippa ha solo “chiesto al governo di valutare l’urgenza” o meno del provvedimento, e “se non si debba aspettare” la commissione di merito, visto che i termini sono già scaduti. Il parere comunque, arriverà “sentite le opinioni dei gruppi”. I soldi, puntualizza Boccia, “sono già stanziati e il governo glielo ha spiegato ma sono loro che sono contro gli investimenti militari, non noi”.
La relazione di Crippa, oltre ad aver ricordato che non sono state quantificate le ricadute occupazionali di una produzione che si concentrerà in Liguria, spiega che “si ritiene comunque opportuno che il governo confermi che l’utilizzo delle suddette risorse“, ritenute “congrue“, “non sia comunque suscettibile di pregiudicare la realizzazione di ulteriori interventi eventualmente già programmati”. I droni, ha spiegato tra l’altro il deputato, consentono di effettuare ricognizioni in ambienti ostili e ad alto rischio, senza che venga mesa a repentaglio la vita di un pilota”. Il programma, secondo quanto riportato da una nota illustrativa del ministero della Difesa, “trova la propria giustificazione nella necessità di dotare la difesa italiana di strumenti sofisticati per la raccolta di informazioni inerenti ai teatri operativi”. Un eventuale recesso, ricorda tra le altre cose Crippa, costerebbe il pagamento delle prestazioni eseguite del valore dei materiali utili esistenti già in cantiere oltre al 10% dell’importo residuale necessario a raggiungere quattro quinti dell’ammontare globale, pari a circa 600 milioni.
In Commissione Speciale il M5S – quello che tuonava contro le spese militari – chiede al Governo rassicurazioni (leggete le ultime righe in fondo) sul fatto che le previste spese militari vengano comunque portate avanti. Come si cambia ragazzi eh. pic.twitter.com/hkpKhlgIjR
— Luigi Marattin (@marattin) 17 aprile 2018
Stefano Fassina, di Liberi e Uguali, parla di una posizione “molto preoccupante” perché larga parte del finanziamento arriverà non dai budget della difesa, ma da altri settori: trasporti ferroviari, mobilità sostenibile, difesa del suolo, prevenzione antisismica, edilizia pubblica, riqualificazione urbana. “È questo il cambiamento promesso dal M5s agli elettori? – chiede Fassina – Il Movimento 5 stelle si fermi. È una giravolta inaccettabile“.
La commissione si riunirà di nuovo domani per l’esame del decreto legislativo per l’attuazione della direttiva Ue sulla sicurezza dei dati e dei sistemi informativi (di cui è relatore il 5 Stelle Stefano Buffagni) e sull’uso dei codici di prenotazione (pnr) a fini antiterrorismo (relatore Vittorio Ferraresi, M5s). Gli altri provvedimenti avranno come relatori deputati di centrodestra. Tra questi il decreto legge di proroga delle nomine dell’Arera, l’authority per l’Energia (in questo caso il relatore è il leghista Dario Galli).