Alcune organizzazioni dichiarano di avere le prove che ad uccidere alcuni civili durante il conflitto nello Yemen sono state armi italiane. Il loro impiego da parte del contingente guidato dai sauditi è stato più volte denunciato da parte degli operatori umanitari, ma questa volta le prove verranno consegnate direttamente alla procura di Roma perché accerti le responsabilità italiane in merito a un preciso episodio in cui dei bambini e una donna incinta hanno perso la vita. La denuncia penale è stata avviata dall’European Center for Constitutional and Human Rights (ECCHR), da Mwatana Organization for Human Rights, con sede nello Yemen, e dalla Rete Italiana per il Disarmo è volta “ad accertare responsabilità penali e istituzionali dell’UAMA-Unità per le autorizzazioni dei materiali di armamento della Farnesina e degli amministratori di RWM Italia Spa”, spiega l’avvocata Francesca Cancellaro dello studio legale Gamberini in una conferenza alla Stampa Estera a Roma. Il riferimento, in particolare, è “all’autorizzazione all’esportazione e all’esportazione stessa di armamenti verso paesi membri della coalizione guidata dall’Arabia Saudita avvenute dopo l’ingresso della coalizione nel conflitto in Yemen nel marzo del 2015”. Alle 3 del mattino dell’8 ottobre 2016, spiegano le organizzazioni nel corso della conferenza stampa, “un attacco aereo presumibilmente condotto dalla coalizione militare guidata dai sauditi ha colpito il villaggio di Deir Al-Hajari nel nord-ovest dello Yemen”. L’attacco, spiega Francesco Vignarca di Rete Italiana per il Disarmo, “ha ucciso una famiglia di sei persone, tra cui la madre incinta e quattro figli. Abbiamo dati specifici e prove che siano state usate bombe italiane”. Sul luogo, spiegano, “sono stati trovati i resti e un gancio di sospensione prodotto da RWM Italia S.p.A., una filiale del produttore tedesco di armi Rheinmetall AG”.
Le responsabilità politiche “sono del governo prima di Matteo Renzi e poi di Palo Gentiloni”, dice Giorgio Beretta dell’Osservatorio permanente sulle armi leggere – Opal di Brescia. L’Italia nel 2016 “ha esportato armamenti per 428 milioni di euro: per la maggior parte bombe aeree prodotte in Italia su autorizzazione del governo italiano”, dice Beretta. “L’Italia dovrebbe riportate alle Nazioni Unite le esportazioni di sistemi militari nel mondo, ma l’anno scorso è stato l’unico paese dell’Unione europea ad evocare la clausola di riservatezza per cui è impossibile sapere con certezza quali sistemi militari esporta. Lo ha fatto per non rendere noto queste esportazioni all’Arabia Saudita”. “Il nostro paese continua a esportare armi verso i membri della coalizione militare guidata dai sauditi per la guerra nello Yemen”, aggiunge Vignarca. “Ciò è contrario alla legge italiana 185/1990, che vieta le esportazioni di armi verso paesi coinvolti in conflitti armati, con le disposizioni vincolanti della posizione comune dell’Ue sul controllo delle esportazioni di armi e del trattato internazionale sul commercio di armi”. Non solo: “La tedesca Rheinmetall AG, che controlla la RWM Italia, non fa partire le bombe dalla Germania perché la normativa tedesca è molto più stringente”, chiosa Vignarca. “Quindi le fa partire dalla sua controllata italiana”. “Quello nello Yemen è un conflitto in cui vengono commessi crimini di guerra”, dice Riccardo Noury di Amnesty International. “L’idea che l’Italia possa essere stata complice di crimini di guerra attraverso la produzione, l’autorizzazione, l’esportazione e l’uso di bombe partite dallo stabilimento della RWM Italia dovrebbe produrre orrore”
Giustizia & Impunità - 18 Aprile 2018
“Bombe italiane per uccidere civili nello Yemen”, Rete disarmo: “Unici in Ue a non dichiarare a chi vendiamo armi”
La Playlist Giustizia & Impunità
Alcune organizzazioni dichiarano di avere le prove che ad uccidere alcuni civili durante il conflitto nello Yemen sono state armi italiane. Il loro impiego da parte del contingente guidato dai sauditi è stato più volte denunciato da parte degli operatori umanitari, ma questa volta le prove verranno consegnate direttamente alla procura di Roma perché accerti le responsabilità italiane in merito a un preciso episodio in cui dei bambini e una donna incinta hanno perso la vita. La denuncia penale è stata avviata dall’European Center for Constitutional and Human Rights (ECCHR), da Mwatana Organization for Human Rights, con sede nello Yemen, e dalla Rete Italiana per il Disarmo è volta “ad accertare responsabilità penali e istituzionali dell’UAMA-Unità per le autorizzazioni dei materiali di armamento della Farnesina e degli amministratori di RWM Italia Spa”, spiega l’avvocata Francesca Cancellaro dello studio legale Gamberini in una conferenza alla Stampa Estera a Roma. Il riferimento, in particolare, è “all’autorizzazione all’esportazione e all’esportazione stessa di armamenti verso paesi membri della coalizione guidata dall’Arabia Saudita avvenute dopo l’ingresso della coalizione nel conflitto in Yemen nel marzo del 2015”. Alle 3 del mattino dell’8 ottobre 2016, spiegano le organizzazioni nel corso della conferenza stampa, “un attacco aereo presumibilmente condotto dalla coalizione militare guidata dai sauditi ha colpito il villaggio di Deir Al-Hajari nel nord-ovest dello Yemen”. L’attacco, spiega Francesco Vignarca di Rete Italiana per il Disarmo, “ha ucciso una famiglia di sei persone, tra cui la madre incinta e quattro figli. Abbiamo dati specifici e prove che siano state usate bombe italiane”. Sul luogo, spiegano, “sono stati trovati i resti e un gancio di sospensione prodotto da RWM Italia S.p.A., una filiale del produttore tedesco di armi Rheinmetall AG”.
Le responsabilità politiche “sono del governo prima di Matteo Renzi e poi di Palo Gentiloni”, dice Giorgio Beretta dell’Osservatorio permanente sulle armi leggere – Opal di Brescia. L’Italia nel 2016 “ha esportato armamenti per 428 milioni di euro: per la maggior parte bombe aeree prodotte in Italia su autorizzazione del governo italiano”, dice Beretta. “L’Italia dovrebbe riportate alle Nazioni Unite le esportazioni di sistemi militari nel mondo, ma l’anno scorso è stato l’unico paese dell’Unione europea ad evocare la clausola di riservatezza per cui è impossibile sapere con certezza quali sistemi militari esporta. Lo ha fatto per non rendere noto queste esportazioni all’Arabia Saudita”. “Il nostro paese continua a esportare armi verso i membri della coalizione militare guidata dai sauditi per la guerra nello Yemen”, aggiunge Vignarca. “Ciò è contrario alla legge italiana 185/1990, che vieta le esportazioni di armi verso paesi coinvolti in conflitti armati, con le disposizioni vincolanti della posizione comune dell’Ue sul controllo delle esportazioni di armi e del trattato internazionale sul commercio di armi”. Non solo: “La tedesca Rheinmetall AG, che controlla la RWM Italia, non fa partire le bombe dalla Germania perché la normativa tedesca è molto più stringente”, chiosa Vignarca. “Quindi le fa partire dalla sua controllata italiana”. “Quello nello Yemen è un conflitto in cui vengono commessi crimini di guerra”, dice Riccardo Noury di Amnesty International. “L’idea che l’Italia possa essere stata complice di crimini di guerra attraverso la produzione, l’autorizzazione, l’esportazione e l’uso di bombe partite dallo stabilimento della RWM Italia dovrebbe produrre orrore”
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Le condizioni di Papa Francesco si sono aggravate: “Crisi respiratoria e anemia, sono state necessarie trasfusioni e ossigeno”. I medici: “Prognosi riservata”
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(Adnkronos) - Papa Francesco "è in prognosi riservata". Lo fa sapere oggi, 22 febbraio, il Vaticano, con un aggiornamento sulle condizioni del Pontefice 88enne,ricoverato dal 14 febbraio al Gemelli per una polmonite bilaterale. "Le condizioni del Santo Padre continuano a essere critiche, pertanto, come spiegato ieri, il Papa non è fuori pericolo". "Questa mattina Papa Francesco ha presentato una crisi respiratoria asmatiforme di entità prolungata nel tempo, che ha richiesto anche l'applicazione di ossigeno ad alti flussi".
"Gli esami del sangue odierni hanno, inoltre, evidenziato una piastrinopenia associata a un'anemia, che ha richiesto la somministrazione di emotrasfusioni. Il Santo Padre continua a essere vigile e ha trascorso la giornata in poltrona anche se più sofferente rispetto a ieri", aggiunge il Vaticano.
Nel bollettino, diramato dal Vaticano, vengono evidenziate delle criticità della salute di Bergoglio che ancora non erano mai apparse in quelli precedenti.
Il bollettino medico di questa sera di Papa Francesco, dice all'Adnkronos Salute, del virologo Fabrizio Pregliasco, "mette in luce un percorso non piacevole che evidenzia le difficoltà di reazione del paziente alla terapia. E ci preoccupa un po', soprattutto perché non c'è solo la polmonite, da quello che ci viene riferito, ma anche questi problemi di bronchite asmatica di cui già soffriva e che in questo momento non aiutano a migliorare le condizioni del polmone".
"È chiaro che in una persona dell'età del Pontefice, con le sue problematiche di salute di base, gli elementi riferiti oggi - la lunga crisi respiratoria di questa mattina e la piastrinopenia, associata ad un'anemia - non evidenziano un percorso di stabilizzazione e guarigione. Per questo motivo i medici hanno parlato di prognosi riservata. Ci auguriamo che Pontefice superi presto questo delicato momento" conclude Pregliasco.
(Adnkronos) - Papa Francesco "è in prognosi riservata". Lo fa sapere oggi, 22 febbraio, il Vaticano, con un aggiornamento sulle condizioni del Pontefice 88enne,ricoverato dal 14 febbraio al Gemelli per una polmonite bilaterale. "Le condizioni del Santo Padre continuano a essere critiche, pertanto, come spiegato ieri, il Papa non è fuori pericolo". "Questa mattina Papa Francesco ha presentato una crisi respiratoria asmatiforme di entità prolungata nel tempo, che ha richiesto anche l'applicazione di ossigeno ad alti flussi".
"Gli esami del sangue odierni hanno, inoltre, evidenziato una piastrinopenia associata a un'anemia, che ha richiesto la somministrazione di emotrasfusioni. Il Santo Padre continua a essere vigile e ha trascorso la giornata in poltrona anche se più sofferente rispetto a ieri", aggiunge il Vaticano.
Nel bollettino, diramato dal Vaticano, vengono evidenziate delle criticità della salute di Bergoglio che ancora non erano mai apparse in quelli precedenti.
Il bollettino medico di questa sera di Papa Francesco, dice all'Adnkronos Salute, del virologo Fabrizio Pregliasco, "mette in luce un percorso non piacevole che evidenzia le difficoltà di reazione del paziente alla terapia. E ci preoccupa un po', soprattutto perché non c'è solo la polmonite, da quello che ci viene riferito, ma anche questi problemi di bronchite asmatica di cui già soffriva e che in questo momento non aiutano a migliorare le condizioni del polmone".
"È chiaro che in una persona dell'età del Pontefice, con le sue problematiche di salute di base, gli elementi riferiti oggi - la lunga crisi respiratoria di questa mattina e la piastrinopenia, associata ad un'anemia - non evidenziano un percorso di stabilizzazione e guarigione. Per questo motivo i medici hanno parlato di prognosi riservata. Ci auguriamo che Pontefice superi presto questo delicato momento" conclude Pregliasco.
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - "Meloni viene da una storia politica, a differenza di quella liberale e radicale, che non ha considerato nei decenni gli Usa e l’atlantismo come imprescindibili per l’Italia e l’Europa". Lo scrive Benedetto Della Vedova sui social.
"Oggi la troviamo nel suo intervento alla Cpac, come zelante difensore dell’indifendibile, cioè di Trump. Trump ha sempre sostenuto anche nel suo primo mandato, falsando la realtà, che l’Unione europea fosse stata creata per approfittare degli Usa. Con lui bisognerà fare i conti, naturalmente, ma Trump non è stato e non sarà amico della Ue e men che meno dell’Ucraina che è pronto a sacrificare per l’amicizia con Putin: Meloni se ne faccia una ragione, non può essere contemporaneamente amica di Trump e della Ue, deve scegliere".
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - "Un trionfo di vittimismo su scala planetaria. A servizio dei potenti, altro che popolo! Meloni con il suo intervento alla Cpac in corso a Washington ha fatto una scelta di campo, contro l’Europa. Forse persegue il suo interesse politico, ma non è l’interesse nazionale". Lo scrive sui social Peppe Provenzano, responsabile Esteri del Pd.
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - "Sorprende che nessuno di La 7 prenda le distanze dall’orribile auspicio che Salvini venga colpito da un ictus. L’alibi della trasmissione satirica non assolve autori, ospiti, dirigenti ed editori. Purtroppo, troppe trasmissioni di La 7 e di Rai 3 istigano all’odio e avvelenano il clima del Paese. Editori, dirigenti, odiatori chiederanno scusa pubblicamente?”. Lo dichiarano i Capigruppo di Forza Italia alla Camera e al Senato, Paolo Barelli e Maurizio Gasparri.
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - "Neanche un accenno al saluto nazista di Bannon. Nessuna presa di distanze. Evidentemente non può farlo. Meglio la retorica melensa e consueta dell’approccio Maga. Sposa su tutta la linea ideologica la retorica di JD Vance a Monaco, e chiude la porta ad una reale soggettività europea. Un discorso furbesco e ambiguo, di chi ha scelto di galleggiare e che posiziona il governo italiano sulla linea Orban con buona pace di tutte le chiacchiere a vuoto sull’ambasciatrice dei due mondi". Lo scrive sui social il senatore Enrico Borghi, capogruppo al Senato di Italia Viva, a proposito dell'intervento di Giorgia Meloni alla Cpac di Washington.
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - “Tante bugie, in linea con la propaganda di Meloni. Il suo è il governo delle insicurezze. Sicurezza energetica? Falso. Ha fatto aumentare le bollette, rendendo le famiglie italiane meno sicure e più povere. Sicurezza alimentare? Falso". Così in una nota Angelo Bonelli, deputato di AVS e co-portavoce di Europa Verde.
"Con il suo negazionismo climatico favorisce la crisi dell’agricoltura e il dominio delle grandi multinazionali. Libertà di parola? Falso. Difende il vice di Trump, Vance, che vuole la libertà di diffondere bugie attraverso i social, strumenti nelle mani dei potenti miliardari americani. Difende la democrazia? Falso. È lei che vuole demolire gli organi costituzionali per diventare una e trina: Dio, Patria e Legge. I conservatori del mondo vogliono costruire il nuovo totalitarismo mondiale grazie al potere economico, tecnologico e militare di cui dispongono per trasformare la democrazia in un sottoprodotto commerciale della loro attività”.