Assistenza all’estero per i “cugini” dell’Alto Adige. L’ultima mossa dell’Austria in materia di rapporti con la nostra Regione autonoma a statuto speciale torna a riaccendere lo scontro con l’Italia. Il governo guidato dal 31enne Sebastian Kurz, sostenuto dai nazionalisti del Partito della Libertà, ha deciso di aprire le porte dei suoi consolati ai sudtirolesi di lingua tedesca e ladina. In caso di necessità mentre sono fuori dai confini nazionali, dunque, gli altoatesini potranno rivolgersi ad un consolato austriaco, anche se nel Paese in cui si trovano esiste una sede diplomatica dell’Italia. Potranno chiedere assistenza in caso di arresto, di grave incidente, malattia oppure morte.
La decisione è contenuta in un disegno di legge che il governo Kurz ha trasmesso al Parlamento, ufficialmente per adeguarsi alle normative Ue. Ma in realtà questa mossa confligge, di fatto, con le direttive di Bruxelles, che prevedono che i cittadini Ue possano rivolgersi al consolato di un altro Stato membro solo se in quel Paese il loro Stato non ha una rappresentanza diplomatica. Secondo il disegno di legge approvato dal governo, invece, anche in presenza di una rappresentanza diplomatica del Paese di origine i sudtirolesi di lingua tedesca e ladina potranno scegliere se rivolgersi ai diplomatici italiani o a quelli austriaci.
Una scelta che non fa altro che ribadire la volontà del governo guidato da Kurz di perseguire la ‘funzione tutrice’ dell’Austria nei confronti dell’Alto Adige. Del resto Vienna ha ancora aperta la battaglia per concedere la cittadinanza alla minoranza tedesca della provincia autonoma di Bolzano. Una battaglia che finora non ha portato a nulla e sulla quale lo stesso Kurz aveva frenato lo scorso dicembre: “Lo faremo solo in stretta cooperazione con l’Italia e con il governo a Roma”, aveva detto. Raffreddato quel versante in attesa delle elezioni autunnali in Alto Adige, ora l’Austria ha aperto quello dei consolati.