Gli ispettori devono trovare conferme al presunto attacco chimico nel sobborgo di Damasco, che ha provato oltre 70 morti lo scorso 7 aprile. Ma dopo gli spari di lunedì, al momento la missione è ferma, come ha riferito il capo dell'Opac, Ahmet Uzumcu
Spari sul team di sicurezza dell’Onu che luendì ha compiuto un primo sopralluogo a Duma, in Siria, per verificarne le condizioni di sicurezza in vista dell’arrivo degli ispettori Opac, incaricati di verificare il presunto attacco chimico del 7 aprile scorso che ha provocato oltre 70 morti e innescato la reazione di Usa, Francia e Gran Bretagna. Quindi tutta l’operazione è stata bloccata per motivi di sicurezza. Lo ha riferito il capo dell’Opac, Ahmet Uzumcu, citato da Sky News.
Al momento è quindi rimandato l’ingresso degli uomini dell’Opac che, come ha reso noto l’ambasciatore siriano alle Nazioni Unite, Bashar Jaafari, sono arrivati a Duma alle 3 di pomeriggio. Quando il team Onu deciderà che “la situazione è sicura”, la missione dell’Opac comincerà il suo lavoro a Duma.
L’inviato russo all’Organizzazione internazionale per la proibizione delle armi chimiche lunedì aveva parlato di “problemi di sicurezza”, con particolare riferimento alle strade disseminate di mine. Mentre per l’ambasciatore iraniano il governo siriano “ha fatto tutto il possibile per facilitare il lavoro di questa missione”, e tocca ora al team dell’Onu per la sicurezza e all’Opac dare luce verde affinché gli ispettori possano entrare a Duma.
Le autorità siriane hanno finora impedito ai giornalisti di avvicinare gli inquirenti Opac e di contattarli a Damasco, dove si trovano da venerdì scorso. E nessuna fotografia o video sono stati diffusi della loro presunta visita a Duma.