Il deputato grillino, relatore sull'acquisto del decreto per l'acquisto di droni da 760 milioni in 15 anni, precisa: "Ho solo illustrato il provvedimento, ma il M5s ha chiesto che il governo Gentiloni non prema l'acceleratore e lasci al prossimo esecutivo di valutare l'effettiva utilità"
I droni ad uso militare e civile possono essere una “risorsa utile” in vari settori, ma i programmi “non devono essere approssimativi, devono riportare coperture economiche sufficienti, devono dare garanzia di trasparenza nei contratti e non comportare inutili sprechi di risorse“. A scriverlo è Davide Crippa, deputato M5s, relatore in commissione speciale alla Camera di un decreto del ministero della Difesa del governo uscente che prevede il programma di acquisto di droni per 760 milioni di euro in 15 anni. Crippa, sul Blog delle Stelle, precisa tra l’altro che “siamo sempre stati, e continueremo ad esserlo, contro le spese militari inutili (e non solo militari) che non rientrano in una strategia complessiva di sviluppo del Paese, in una visione strategica“. Il deputato dei Cinquestelle, tuttavia, per altri versi sostiene che “ancora una volta dobbiamo smontare l’ennesima fake news“. “È stato scritto che io avrei dato parere ‘congruo’ alla spesa – conclude Crippa – Falso“.
Crippa in commissione non ha espresso un parere in commissione: ha esposto le caratteristiche del programma d’acquisto ed ha aggiunto che le risorse previste dalla relazione del ministero della Difesa “appaiono congrue rispetto ai costi complessivamente da sostenere“, come peraltro si può vedere dal resoconto stenografico di Montecitorio. Per Crippa “è evidente il significato, cioè a fronte di una spesa prevista, dal governo Gentiloni, pari a dati euro, le coperture finanziarie risultano esistere ed essere corrispondenti, ogni altra interpretazione è solamente pretestuosa e falsa“. Tra le altre cose il relatore ha chiesto chiarimenti al governo su alcuni aspetti e ha anche detto che darà un parere dopo aver ascoltato i vari gruppi parlamentari.
Il riferimento al “falso” è ad alcuni deputati di centrosinistra (in particolare con Francesco Boccia del Pd e Stefano Fassina di Liberi e Uguali) avevano interpretato l’intervento di Crippa come un primo passo verso il via libera alla relazione del ministero. Ma “in questa fase – precisa Crippa – il relatore svolge una mera illustrazione del provvedimento, cosa che ho fatto, e non fa considerazioni politiche o di merito. Nessun parere è stato formulato, nessuna votazione è stata svolta, e chi ha diffuso queste false notizie lo sa bene”. Va precisato anche che in commissione speciale non esiste una maggioranza né un’opposizione perché come tutti sanno non esiste un governo. In più per gli affari correnti c’è ancora l’esecutivo guidato da Paolo Gentiloni. Questo complica e confonde ancora di più la situazione anche negli equilibri parlamentari dove, di solito esiste un relatore di maggioranza che rappresenta i gruppi che sostengono il governo e uno (o anche più d’uno) di minoranza.
Per i Cinquestelle era stato Luca Frusone a intervenire per “esprimere alcune perplessità” e in particolare ricordare come il decreto non era stato discusso entro i termini in commissione Difesa, prima delle elezioni del 4 marzo e che “al contrario di altri” è stato assegnato alla commissione speciale senza capire “i motivi di urgenza che giustifichino tale assegnazione, non essendoci una scadenza perentoria” né “motivi giustificativi derivanti da esigenze di difesa e sicurezza dello Stato”. Come scrive ancora Crippa “il M5s ha chiesto che il governo Gentiloni non prema l’acceleratore su questo provvedimento, ma consenta al futuro Governo di valutare l’effettiva utilità di questa spesa e che rientri in una più ampia strategia di difesa del territorio, non solo militare ma anche dal terrorismo e dai fenomeni legati alla criminalità organizzata”.