La magia del pallone è che per una notte – fosse anche una soltanto – Simeon Tochukwu Nwanko, meglio noto (ma neanche troppo) come Simy, può trasformarsi in Cristiano Ronaldo, il piccolo Crotone con un piede nella fossa della Serie B rimontare e fermare la Juventus pluricampione d’Italia, il Napoli tornare a credere in uno scudetto che sembrava già perso.
Mercoledì sera, intorno alle 21.55, il campionato era finito: la squadra di Maurizio Sarri era sotto in casa 2-1 contro l’Udinese ed era scivolata a -9 dalla vetta, rendendo di fatto ininfluente l’atteso scontro diretto di domenica sera. Poi l’incantesimo: lo sgraziato Simy che si accartoccia su se stesso, quasi sedendosi a terra come fanno i bambini alle prime armi per colpire il pallone in rovesciata – non avrà la maestosità di quella di Ronaldo in Champions League, in porta c’è Szczesny e non Buffon – ma l’effetto è lo stesso e per il sogno salvezza del Crotone vale anche di più. E a quel punto pure il Napoli si risveglia dal torpore in cui era caduto nelle ultime giornate, ribaltando l’Udinese e regalandoci il più bel finale di stagione degli ultimi cinque anni.
Il senso del turno infrasettimanale di primavera, e forse un po’ dell’intero campionato, è tutto rinchiuso in quei pazzi sei minuti in cui il Napoli è passato dalla condanna definitiva del -9 alla speranza del -4. Il titolo si deciderà domenica sera allo Juventus Stadium, come tutti gli appassionati credevano o speravano da mesi. E per la Serie A, a prescindere dal tifo di parte, è una buona notizia: l’ultima sfida scudetto, davvero decisiva a così poche giornate dalla fine, praticamente non ce la ricordiamo, dimenticata negli ultimi sette anni di dominio (quasi) incontrastato dei bianconeri. Per farcela il Napoli dovrà vincere a Torino, e sperare poi che magari l’Inter completi il miracolo a San Siro nel turno successivo. Difficile, ma ieri a un certo punto sembrava proprio impossibile. Fino alla rovesciata di Simy.
Prima e dopo sono arrivati i soliti segnali che già si erano visti nelle ultime giornate. Un Napoli stanco, fiaccato nel corpo e nello spirito, che soltanto le notizie incoraggianti da Crotone e i gol di Milik sono riusciti a ridestare. L’assenza del polacco, che tra i due infortuni è mancato praticamente 15 mesi, è il grande rimpianto delle ultime due stagioni di Sarri: con lui forse le cose sarebbero potute andare diversamente, anche se il suo impatto dimostra anche che il tecnico avrebbe potuto (e dovuto) credere un po’ di più nelle riserve, magari non all’altezza, per dare respiro a Mertens &co. La Juventus, invece, è la solita che negli ultimi due mesi non ha mai convinto per davvero, ma sempre vinto per manifesta superiorità. Non ce l’ha fatta giusto ieri, come non c’era riuscita a Ferrara contro la Spal, le due Cenerentole che si giocano la salvezza e che hanno strappato ai bianconeri più punti che Roma, Milan e Napoli messe insieme (almeno fino a domenica). È la magia del pallone, appunto. Anche se poi magari fra quattro giorni Simy torna l’attaccante lungagnone che non segna mai, il Crotone vanifica tutto perdendo contro l’Udinese e la Juventus rimette ogni cosa al suo posto nello scontro diretto.
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