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Fuorisalone 2018, Milano invasa dai design victim. Dall’architettura celeste di Fornasetti alla casa futuristica di Louis Vuitton

Nell’affollatissima, ma non più trendissima zona Tortona, al Superstudiopiù c’è la mega istallazione del pluripremiato studio giapponese Nendo con 10 concept basati sull’idea di movimento e luce

di Januaria Piromallo
Fuorisalone 2018, Milano invasa dai design victim. Dall’architettura celeste di Fornasetti alla casa futuristica di Louis Vuitton

La Statale si illumina d’immenso. E’ il fulcro del Fuori Salone, format di successo inventato negli anni ’90 da Gilda Boiardi, direttrice storica di Interni, il magazine di design che fa tendenza. E’ lei che nel cortile d’onore della Università fa gli onori di casa agli archistar: il filo conduttore di quest’anno è House in motion. E così lo studio d’architettura turco Tabanlioglu presenta un cubo fatto di bacchette metalliche, all’interno un grande simil cuscino evocherebbe un seno materno.

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Si passa al “Castello dorato”, fatto in ceramica e vetro, di Francesco Lucchese. La casa sotto il tavolo è la visione di Aldo Cibic e consiste in un’articolata composizione di volumi, forme e colori sovrastata da un gigantesco tavolo. Un edificio di container, puntando l’indice anche sull’utilizzo di materiali da riciclo, ospita i disegni dei bambini di Haiti e un reportage della fotografa Elisabetta Illy in collaborazione con Lissoni associati. Affronta il tema sempre attuale dei cambiamenti climatici  Carla Milesi ( in passato ha collaborato con Antonio Citterio, Philippe Starck e Ron Arad) lo interpreta con un indifeso orso polare realizzato in cemento leggero. Il suo habitat è in pericolo per il global warming.

Nell’affollatissima, ma non più trendissima zona Tortona, al Superstudiopiù c’è la mega istallazione del pluripremiato studio giapponese Nendo con 10 concept basati sull’idea di movimento e luce.  Di grande impatto l’ istallazione visivo/sonora della Lexus  al Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia dove da una sfera in slow motion si materializza l’ultimo modello del brand automobilistico giapponese.

Da Issey Miyake,  la celebrity di tutti gli stilisti giapponesi, nel suo store di via Bagutta  il digital artist Masahiko Sato, fra un inchino e un sorriso, raccoglie le impronte digitali dei visitatori che poi navigano su uno schermo luminoso. L’esibizione virtuale si chiama “My first me”. Si rimane sempre nell’ emisfero Est del pianeta e nel padiglione della Corea del Sud alla Triennale un tappeto di fiori ricavati da legno truciolato, sedute laccate e madreperlate, “Costancy and Change” reintrepreta il tradizionale artigianato in chiave design. Nello chichettoso Design District Corso Venezia il cortile neoclassico (al numero 11) è trasformato in uno spazio emozionale fatto di cerchi di luce al neon e sbuffi di nebbia artificiale per presentare l’ultimo modello Audi ( da vederlo rigorosamente di sera ).

Fornasetti super star: nel suo store (Corso Venezia 21) presenta una bellissima installazione di  “Architettura celeste” di piatti, vassoi, carta da parati con le stampe iconografiche rivisitate dal figlio, altrettanto creativo, Barnaba. Louis Vuitton mette in mostra la collezione di Objets Nomades, come il vaso bicolore dell’artista Patricia Urquiola e i fiori caleidoscopici, tutti in pelle, realizzati dall’ Atelier Oï che rendono omaggio al monogramma della maison. Mentre nel cortile di Palazzo Bocconi ( Corso Venezia 48) è installata l’abitazione futuristica, trasportabile e “senza radici”, concepita come una casa-bolla esagonale, realizzata dall’architetto greco Georges Candilis negli anni ’70.

Nello spazio ex industriale di via Archimede 26, in mezzo a un’installazione di sifoni, sifoncini, tubi, pinze, corde e altri arnesi da lavoro ( tutto fa design), un calciobalilla lungo 9 metri per 44 giocatori, 22 divisi per squadra, in bianco e nero, progettato dalla PlusDesign in collaborazione con la Juventus. Serve a promuove la football culture, per i tifosi più acculturati. Fino al 22 aprile Hermès contamina il paesaggio urbano con graffiti. I pattern dei nuovi tessuti d’arredamento e carte da parati Hermès saranno tracciati con gessetti sui marciapiedi di via Brera 15, di via della Spiga/angolo corso Venezia e della Triennale. Al lavoro un team di street artist colorerà disegni fino a realizzare graffiti di circa 15 metri quadrati. Opere effimere che dureranno l’arco di una giornata. La notte cancellerà il graffito che ricomparirà la mattina successiva con una nuova fantasia. Sulle tute da lavoro degli street artist l’hashtag #Hermesinthecity.

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