“Prof, non mi faccia incazzare, non mi faccia incazzare”. A urlare davanti alla cattedra è un ragazzo di un istituto tecnico di Lucca. Davanti a lui c’è il suo insegnante 64enne di italiano e storia. Il primo urla, il secondo sta zitto. Il primo è in piedi, il secondo seduto dietro la cattedra. Quando il ragazzo alza la voce, abbassa gli occhi sul tablet.
A quel punto lo studente urla ancora di più, provoca ancora di più, mettendo le mani sul tablet del prof: “Non mi faccia incazzare, mi metta sei”. L’insegnante si alza, protegge il suo tablet ma sta zitto. Ha solo una reazione: alza la mano destra come a dire “Ma guarda questo”. Poi indossa gli occhiali, guarda negli occhi il giovane che lo sfida puntando l’indice: “Lei non ha capito nulla chi è che comanda? Chi è comanda?”.
La scena finisce con quell’indice che indica il pavimento e dice al prof: “Si inginocchi”. Dietro le risate, le voci dei compagni e la mano di qualcuno che registra quella scena e poi la fa girare.
Un video che abbiamo visto tutti. Un video che tanti hanno commentato. E sono interessanti anche i commenti. Semplifico riportando tre casi registrati su Facebook.
C’è chi se la prende con il prof: “Ben venga una punizione esemplare a condizione che per primo sia inflitta al professore e poi agli alunni: non è tollerabile che nella scuola pubblica s’insegni ad abbassare lo sguardo al cospetto della prepotenza”.
Chi con i genitori del ragazzo: “Di solito i genitori di questi ragazzi non sono molto presenti nelle vite dei loro figli, sono talmente impegnati nelle loro beghe che sono permissivi in tutto. Ragazzini che tornano alle cinque di mattina, dopo che hanno girovagato tutta la notte. Ma come può un genitore dormire avendo un ragazzino in giro senza sapere dove. Poi questi sono i risultati”.
E chi si scaraventa contro lo studente (la maggior parte): “Io questo maleducato e presuntuoso gli troverei di andare a pulire i gabinetti per lungo periodo avrebbe tutto il tempo per pensare alla sua arroganza; guarirebbe sicuramente”.
Io ho deciso di non commentare ma di farmi (e di farci) qualche domanda.
Questo è l’ennesimo video che vediamo di questo genere. Forse (almeno per me) è stato il più violento che abbia mia visto. E anche il più rappresentativo. Il giorno dopo parlano tutti: i commentatori, il dirigente della scuola, gli esperti. Non parla mai il prof.
Prima di commentare questo video vorrei sapere qualcosa: perché lei, caro collega, non ha detto nulla? Ha avuto paura? È stata una strategia didattica? Forse sapeva che l’unico modo per “trattare” con quel ragazzo era restare in silenzio? O forse non si sente protetto dalla sua scuola? Ha paura quando entra in classe? È la prima volta che le accade una cosa di questo genere? Le hanno mai dato strumenti per affrontare queste situazioni?
E poi ci aiuti a capire: chi è questo ragazzo? Un violento? Un aggressivo? Un “bimbominkia”? Un provocatore? Che rapporto ha con gli altri compagni? Qual è stato il suo percorso scolastico? Sa qualcosa della sua famiglia?
E ancora: lei ha 64 anni, se la sente ancora di fare questo mestiere? Perché? Le fanno paura questi ragazzi? È stanco? Non ce la fa più? Che verifica era quella che stava consegnando? Rientrerà in quella classe? Tre ragazzi sono stati indagati, lo studente che le ha urlato le ha chiesto scusa, può bastare? Serve altro per continuare a fare l’insegnante ovvero colui che lascia una traccia?
Un’ultima domanda: cos’ha pensato mentre quel ragazzo le urlava “prof, non mi faccia incazzare”?
Se avessi tutte queste risposte, forse potrei azzardare un commento.
Alex Corlazzoli
Maestro e giornalista
Scuola - 19 Aprile 2018
Lucca, tutte le domande che farei al prof bullizzato
“Prof, non mi faccia incazzare, non mi faccia incazzare”. A urlare davanti alla cattedra è un ragazzo di un istituto tecnico di Lucca. Davanti a lui c’è il suo insegnante 64enne di italiano e storia. Il primo urla, il secondo sta zitto. Il primo è in piedi, il secondo seduto dietro la cattedra. Quando il ragazzo alza la voce, abbassa gli occhi sul tablet.
A quel punto lo studente urla ancora di più, provoca ancora di più, mettendo le mani sul tablet del prof: “Non mi faccia incazzare, mi metta sei”. L’insegnante si alza, protegge il suo tablet ma sta zitto. Ha solo una reazione: alza la mano destra come a dire “Ma guarda questo”. Poi indossa gli occhiali, guarda negli occhi il giovane che lo sfida puntando l’indice: “Lei non ha capito nulla chi è che comanda? Chi è comanda?”.
La scena finisce con quell’indice che indica il pavimento e dice al prof: “Si inginocchi”. Dietro le risate, le voci dei compagni e la mano di qualcuno che registra quella scena e poi la fa girare.
Un video che abbiamo visto tutti. Un video che tanti hanno commentato. E sono interessanti anche i commenti. Semplifico riportando tre casi registrati su Facebook.
C’è chi se la prende con il prof: “Ben venga una punizione esemplare a condizione che per primo sia inflitta al professore e poi agli alunni: non è tollerabile che nella scuola pubblica s’insegni ad abbassare lo sguardo al cospetto della prepotenza”.
Chi con i genitori del ragazzo: “Di solito i genitori di questi ragazzi non sono molto presenti nelle vite dei loro figli, sono talmente impegnati nelle loro beghe che sono permissivi in tutto. Ragazzini che tornano alle cinque di mattina, dopo che hanno girovagato tutta la notte. Ma come può un genitore dormire avendo un ragazzino in giro senza sapere dove. Poi questi sono i risultati”.
E chi si scaraventa contro lo studente (la maggior parte): “Io questo maleducato e presuntuoso gli troverei di andare a pulire i gabinetti per lungo periodo avrebbe tutto il tempo per pensare alla sua arroganza; guarirebbe sicuramente”.
Io ho deciso di non commentare ma di farmi (e di farci) qualche domanda.
Questo è l’ennesimo video che vediamo di questo genere. Forse (almeno per me) è stato il più violento che abbia mia visto. E anche il più rappresentativo. Il giorno dopo parlano tutti: i commentatori, il dirigente della scuola, gli esperti. Non parla mai il prof.
Prima di commentare questo video vorrei sapere qualcosa: perché lei, caro collega, non ha detto nulla? Ha avuto paura? È stata una strategia didattica? Forse sapeva che l’unico modo per “trattare” con quel ragazzo era restare in silenzio? O forse non si sente protetto dalla sua scuola? Ha paura quando entra in classe? È la prima volta che le accade una cosa di questo genere? Le hanno mai dato strumenti per affrontare queste situazioni?
E poi ci aiuti a capire: chi è questo ragazzo? Un violento? Un aggressivo? Un “bimbominkia”? Un provocatore? Che rapporto ha con gli altri compagni? Qual è stato il suo percorso scolastico? Sa qualcosa della sua famiglia?
E ancora: lei ha 64 anni, se la sente ancora di fare questo mestiere? Perché? Le fanno paura questi ragazzi? È stanco? Non ce la fa più? Che verifica era quella che stava consegnando? Rientrerà in quella classe? Tre ragazzi sono stati indagati, lo studente che le ha urlato le ha chiesto scusa, può bastare? Serve altro per continuare a fare l’insegnante ovvero colui che lascia una traccia?
Un’ultima domanda: cos’ha pensato mentre quel ragazzo le urlava “prof, non mi faccia incazzare”?
Se avessi tutte queste risposte, forse potrei azzardare un commento.
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Roma, 27 feb. (Adnkronos) - "I continui rinvii del governo Meloni sembravano indirizzati a portare a compimento qualcosa di più della semplice propaganda, ma invece si va verso il nulla. Tre miliardi rispetto alla marea di aumenti sulle bollette sono davvero poca cosa, quasi una presa in giro. Milioni di cittadini stanno subendo rincari di quasi il 40%, migliaia di aziende rischiano la chiusura e altrettanti lavoratori il proprio posto. Ma d'altronde sbagliamo noi a stupirci. Per il governo Meloni il modello d'imprenditoria è quello della ministra Santanchè. Sbaglia chi si spacca la schiena come i cittadini che cercano di far quadrare i conti a fine mese o le imprese che fanno di tutto per stare sul mercato. Per Giorgia Meloni la cosa migliore è cercare qualche santo in paradiso o, meglio ancora, qualche amicizia che conti". Così in una nota Riccardo Ricciardi, capogruppo M5S alla Camera.
Roma, 27 feb. (Adnkronos) - "Ci sono modalità diverse con le quali ci si rapporta a Trump. Credo che la presidente Meloni senta la responsabilità di essere un ponte fra l'Europa e l'America dati i suoi buoni rapporti con Trump". Lo ha detto l'eurodeputata di Fi, Letizia Moratti, a Otto e mezzo su La7.
"Sul tema dei dazi, credo che Trump sia uno shock per l'Europa, uno stimolo positivo perché l'Ue può mettere in atto le riforme richieste nel rapporto Draghi e Letta che chiedono un'Europa più competitiva, più favorevole agli investimenti, con una transizione energetica sostenibile e quindi in grado di sostenere il welfare."
"Siamo alleati storici degli Usa - continua Moratti - e in questo momento dobbiamo avere la consapevolezza di dover comunque avere a che fare con un presidente eletto ed anche amato dai cittadini americani. L'Europa non può permettersi di non avere un dialogo con Trump. Sono moderata e liberale e il suo stile non mi appartiene ma nell'ambito del mio ruolo di parlamentare europea credo sia dovere rispondergli con fermezza e immediatezza ma cercando sempre il dialogo che porta vantaggi reciproci, come ha detto oggi la presidente Metsola."
Roma, 27 feb. (Adnkronos) - Nel momento in cui Donald Trump "fa saltare l'ordine internazionale basato sul multilateralismo" e "mette a rischio l'unità europea", è importante non far mancare "il nostro sostegno all'Ucraina" parallelamente ai negoziati che "non potranno coinvolgere Europa e Ucraina". Così Alessandro Alfieri, coordinatore di Energia Popolare, alla Direzione del Pd.
Roma, 27 feb. (Adnkronos) - “Il giorno in cui Eni annuncia un utile di 14,3 miliardi di euro, la maggioranza presenta un decreto truffa che non affronta la vera questione di come ridurre il peso delle bollette. Il Governo Meloni per aiutare veramente le famiglie italiane avrebbe dovuto tassare gli extraprofitti, rivedere la decisione di trasferire 4,5 milioni di famiglie dal mercato tutelato a quello libero, e puntare sulle rinnovabili invece che sul gas". Così Angelo Bonelli, Co-Portavoce di Europa Verde e deputato di Alleanza Verdi e Sinistra.
"La realtà dei fatti resta una sola: il governo di Giorgia Meloni ha favorito i grandi colossi energetici, che hanno accumulato extraprofitti per oltre 60 miliardi di euro, mentre le famiglie italiane hanno visto raddoppiare le bollette e molte sono costrette a non riscaldarsi per paura di non poterle pagare".
Roma, 27 feb. (Adnkronos) - “Benissimo il governo sulle bollette: previsti tre miliardi che andranno a sostegno di imprese e almeno 8 milioni di famiglie. Dalle parole ai fatti”. Così Armando Siri, Consigliere per le politiche economiche del Vicepremier Matteo Salvini e coordinatore dipartimenti Lega.
Roma, 27 feb (Adnkronos) - "Alcune veloci considerazioni a partire dalle cose che credo vadano meglio precisate. La prima: non siamo stati e non siamo di fronte a postura bellicista dell’Europa. Non è mai stata l’Ue a voler fare o a voler continuare la guerra e non è nemmeno vero che la mancanza di iniziative di pace siano dipese da una mancanza di volontà politica della ue. È stato Putin a rifiutare sempre ogni dialogo, quel dialogo che oggi riconosce a Trump perché lo legittima come suo alleato", Lo ha detto la vicepresidente del Parlamento Ue, Pina Picierno, alla Direzione del Pd.
"Occorre spingere con forza per un’autonomia strategica e politica dell’Europa, iniziando subito il percorso di cooperazione sulla difesa perché non saranno le buone intenzioni a rendere forte l’Unione Europea ma la capacità di imporsi e esercitare deterrenza, non escludendo nessuna opzione che sarà necessario adottare e che sarà stabilita in quadro di solidarietà europea".
"Per noi, democratici e europei, è il tempo di decidere - aggiunge Picierno- se essere solo un pezzetto di un Risiko in cui altri tirano i dadi o se essere un continente libero e forte. E va chiarito tanto ai nemici della democrazia quanto ai nostri alleati, senza perdere altro tempo e senza cincischiare noi: l’unica lotta che definisce il nostro tempo e il campo della politica, oggi, è quella dell’europeismo e in difesa delle democrazie liberali e delle libertà dei popoli".
"Siamo noi tutti in questo campo? Pensiamo ad un'alternativa alla destra che parta da questo campo? A me onestamente non è ancora chiaro. Sarei felice di essere smentita, ovviamente. Ma servono parole chiare che vanno pronunciate senza più giocare a nascondino. Crediamo tutti in un’Europa competitiva, con attori strategici del mercato più grandi e forti, un’Europa pronta ad affrontare le crisi internazionali sul piano politico e militare? Perchè questa è l’Europa che serve al mondo e agli europei. Non domani, oggi".
Roma, 27 feb. (Adnkronos) - Giorgia Meloni, "nell’incontro di Parigi c’era in ritardo e di malavoglia. Intanto partecipa con trasporto e passione agli incontri della destra mondiale che considera l’Europa un incidente della storia. A Kyiv alle celebrazioni per il terzo anno della resistenza, non c’era proprio. A dir il vero ero sola proprio come italiana, ma con tanti colleghi progressisti e socialisti, c’era il mondo libero, i leader e parlamentari progressisti consapevoli della sfida che abbiamo di fronte e che il tempo di agire è ora". Lo ha detto la vicepresidente del Parlamento Ue, Pina Picierno, alla Direzione del Pd.