Un giovane orso bruno è morto durante l’operazione di cattura nel Parco nazionale d’Abruzzo. Ad ucciderlo è stata l’iniezione di anestetico usata per la cattura. Un’operazione di routine, effettuata eseguendo il protocollo “ampiamente collaudato”, dicono dalla direzione. Eppure fin dai primi momenti l’animale, un esemplare di Marsicano, “ha manifestato problemi respiratori“. La squadra ha effettuato le “procedure per anestetizzarlo e metterlo in sicurezza”, ha spiegato il Parco. Ma l’orso si è subito sentito male.

La morte è avvenuta in un sito di cattura nel Comune di Lecce nei Marsi, nell’Aquilano, allestito da febbraio scorso con un apposito sistema messo a disposizione dai carabinieri Forestali e controllato con videosorveglianza. La squadra di cattura, allertata dal segnale di allarme collegato al sistema, ha verificato la presenza del giovane esemplare e ha iniziato le operazioni. Nonostante le manovre di rianimazione, l’animale è morto in poco tempo. La carcassa sarà, trasferita all’Istituto zooprofilattico per l’accertamento delle cause della morte.

“È la prima volta che ci troviamo di fronte a un’emergenza anestesiologica in occasione di una cattura”, ha dichiarato Antonio Carrara, presidente del Parco nazionale. “Per quanto il protocollo utilizzato riduca al minimo i rischi per l’orso – ha aggiunto – non si possono in ogni caso escludere totalmente”.

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