Benvenuti a Ten Talking Points, l’unica rubrica che a un incontro con la Casellati preferirebbe perfino un aperitivo col Poro Asciugamano. Altre considerazioni.

1. Ieri non ho visto nulla di nulla, perché ero a Milano a ricevere il Verbo da Roger Waters.  Sarà quindi un TTP più breve del solito. Tutto quello che so, dell’ultima giornata di Serie A, me l’ha appena raccontato al telefono Giachetti. Se quindi scriverò bischerate, sarà colpa sua.

2. Tra Spal e Crotone, la Juve ha lasciato per strada 4 punti. Strano. Non è da lei sottovalutare gli impegni o sentirsi anzitempo appagata. Di solito, dopo avere sprecato occasioni simili, i bianconeri sbranano chiunque e lasciano sul selciato fiumi di sangue del nemico. Domenica c’è Juve-Napoli. Per gli spettatori sarà divertente, per il Napoli non lo so.

3. Il Napoli ieri a un certo punto si trovava a -9 e poi ha chiuso a -4. Un mezzo miracolo, che andrà onorato domenica con la gara della vita. Quella gara che, contro la Juve, il Che Gue Sarri mai ha fatto. Ma può (eccome) fare. Il Napoli è stanco, ma neanche la Juve è al meglio. Il Commodoro Marxista, che continua a mettere le mani avanti (“La Juve è la squadra più forte d’Europa”, “Non siamo da scudetto”, “Sturaro mi ricorda Maradona”), deve vincere. Potrebbe non bastare comunque, ma renderebbe assai esaltante l’ultimo mese.

4. La rovesciata di Simy, alla vigilia, era reputata meno probabile del Nobel a Gasparri per la Letteratura.

5. L’Inter trita il Cagliari con ferocia belluina, ma Roma e Lazio tengono il passo. I giallorossi hanno l’aria di chi pensa solo al Liverpool, che è cosa lecita ma che potrebbe significare arrivare quinti e senza nulla in mano. Occhio, Eusebio.

6. La partita più bella è stata tra Fiorentina e Lazio. Veretout non segnava una tripletta dalle guerre puniche. La Lazio pare avere metabolizzato bene quei dieci minuti sciagurati col Salisburgo. Dando per scontata la qualificazione in Champions League di Lerner e Vecchioni, una delle due romane finirà fuori dalle prime quattro. Peccato, ma onore a Pucci e Icardi.

6 bis. L’arbitro di Fiorentina-Lazio non ne ha indovinata mezza, dimostrando con ciò di ispirarsi palesemente alla Madia.

7. Gattuso, col Torino, ha fatto quel che può. Di buono c’è Biglia, che sta crescendo. Kessie oscilla spaventosamente tra cose buone e cappelle empie. Calhanoglu è mancato. Suso è involuto come un’eclisse indesiderata, ma resta l’unico tra i rossoneri a poter generare epifanie occasionali.

8. Kalinic mi esalta come una tisana al gusto di concio.

9. Atalanta ancora in zona Europa: ormai è una realtà. La Spal perde una chance per staccare la terzultima, ma è compagine quadrata. Sconfitta sanguinolenta per il Verona. Zenga erculeo. Torino bellino ma spuntato e sin troppo mazzarrico. Il Sassuolo è salvo, il Chievo boh, la Sampdoria c’è ancora. E Oddo ieri non ha rimpianti.

10. Se Nardella fosse un protagonista de La casa di carta, sarebbe di sicuro Arturito.

A lunedì.

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