Altro che lavoro adatto agli odiati avversari del Movimento 5 Stelle. La “pulizia dei cessi“, dalle parti del Biscione, era affare degli amici di Vittorio Mangano. E non è una metafora: negli anni Novanta le pulizie negli uffici di Publitalia le faceva un gruppo di cooperative di servizi basate a Milano e gestite dai messinesi Natale Sartori e Antonino Currò, che da diverse inchieste risultano essere stati in rapporti di amicizia con lo “stalliere” di Arcore condannato per mafia, morto nel 2000, e con l’allora braccio destro di Silvio Berlusconi Marcello Dell’Utri, ex numero uno della concessionaria pubblicitaria di Fininvest, cofondatore di Forza Italia, in carcere dal 2014 per concorso esterno in associazione mafiosa e appena condannato anche per la trattativa Stato-mafia.

Un legame anche lavorativo, visto che le tre figlie di Mangano – Cinzia, Loredana e Marina – erano amministratrici di una delle coop della galassia di Sartori, che offrivano oltre alle pulizie pure servizi di facchinaggio, trasporto merci e movimentazioni di magazzino.

Sartori e Currò furono arrestati una prima volta nel 1999 con l’accusa di associazione per delinquere di tipo mafioso, traffico di droga e concussione. Per questi reati furono assolti e l’inchiesta sfociò solo in due condanne per reati minori.

Quattro anni dopo, nel settembre 2013, Cinzia Mangano e il cognato Enrico Di Grusa, marito di sua sorella Loredana, furono invece arrestati nell’ambito di un’altra indagine della Dda di Milano sulla stessa rete di cooperative. Nel 2014 la Mangano è stata condannata a sei anni e quattro mesi solo per associazione a delinquere semplice. Nel 2015 la condanna è stata confermata in appello.

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