DOPPIO AMORE di François Ozon, con Marine Vacth e Jérémie Renier. Francia 2017. Durata: 110’. Voto 2,5/5 (AMP)

Gemelli troppo uguali per sopravvivere a loro stessi. È la legge di una vita parallela tutta loro, tutta “twins” come ha mirabilmente scritto Joyce Carol Oates. François Ozon si appropria della novella della scrittrice americana e ne elabora un film tutto Hitchcock (e un po’ Almodovar..) con la bellissima protagonista Chloé che s’innamora del proprio analista Paul e contestualmente di un suo misterioso gemello. Caos identitario in una mescolanza costruita ad arte già ab origine dalla Oates, sguardo investigativo e spettatore naturalmente spiazzato. Ma nella frenesia di capire la verità – sulla quale si fanno congetture ovviamente durante la visione – si perde di vista la qualità di un’opera che resta in superficie e dunque fallisce di certo quale clone hitchcockiano ma anche quale film di Ozon stesso, che sappiamo capace di scavare assai meglio negli “inferi” umani: basti l’esempio dell’ottimo Dans la maison. Abbagliato forse dalla bellezza dei due leading actors – in particolare la ritrovata Marina Vacth da lui stesso lanciata con Giovane e bella è straordinaria – il cineasta parigino ha smarrito la strada, facendosi egli stesso imprigionare nelle voyeristiche trame intrecciate di una storia senza dubbio intrigante. Lo aspettiamo al prossimo film che non mancherà di stupire dato il talento prolifico che lo accompagna fin dagli esordi.