Politica

Salvini e Di Maio si mettano d’accordo. All’Italia serve il suo primo governo geografico

Alla fine di queste giornate si palesa una verità sostanziale: un governo ci sarà per forza. Sarà il governo messo in piedi dal buon senso di Sergio Mattarella? Io lo spero fortemente e dico anche che il buon senso richiederebbe un disegno chiaro sulla famosa pagina bianca anticipata dal presidente nel discorso di Capodanno.

Una constatazione bisogna farla e cioè che la politica può tutto, ma fino a un certo punto. Nel passato si usava la gergale espressione “nella misura in cui”, ormai desueta e fuori uso. Oggi non si possono avere dubbi, se non ci sarà un governo politico, ci sarà un “governo geografico”. Sarebbe l’unica strada possibile. Impensabile fare un governo del Movimento 5 stelle che scontenti il Nord e viceversa impossibile farne uno del Nord tenendo fuori il Sud con i pentastellati che raggiungono il 40% in quella parte d’Italia. Allora deve arrivare il soccorso del “buon senso geografico”.

Luigi Di Maio e Matteo Salvini con il loro 51% geografico che devono mettersi subito alla guida del primo governo geografico italiano. Sarà la prima volta che la rappresentanza territoriale irromperà nella scena della politica in chiaro e non come nel passato, con misere cooptazioni di ministri scelti perché alla fine ne mancava uno del Sud.

Finora il solco costituzionale non ha tenuto conto di tale esigenza che questa volta è stata scritta chiaramente e senza dubbi dagli italiani con il loro voto del 4 marzo. L’equilibrio del presidente serve a muoversi tra le interpretazioni del voto che disegnano sulla pagina una micro realtà numerica, ma anche una macro realtà sociale. Non era mai successo prima. Ed è questa la scritta forte e chiara che ha impressa sulla pagina bianca il presidente Mattarella. Altrimenti le terribili profezie di Giampaolo Pansa accennate due mesi prima delle elezioni potrebbero davvero diventare un rischio.

Gli italiani hanno riconosciuto con il loro voto la necessità del cambiamento. Questo 51% è destinato a diventare 57% (come dicono gli ultimi sondaggi) se si tornasse al voto. Di Maio e Salvini hanno l’obbligo civico di dover provare. L’Italia da Nord a Sud deve avere subito un governo. E questa volta solo la geografia potrà venire in soccorso della politica. Solo con questa scelta si possono dare due risposte certe agli italiani: la prima è di aderire perfettamente alla volontà della maggioranza degli elettori, la seconda di non scontentare blocchi sociali territoriali, geograficamente caratterizzati, che si sono espressi con così tanta determinazione nel maggioritario che ha trainato anche la parte proporzionale del risultato.

Sarà stato forse un effetto indesiderato della legge elettorale, ma la geografia del voto non è mai stata così chiara nella storia della Repubblica. Non tenerne conto per Mattarella sarà difficile.