Salone del mobile

Salone del mobile 2018, si guarda al futuro ma ci si inchina al passato. Dagli anni d’oro ’50 e ’70 alla “moderna sagra di paese” di oggi

La genialità dei maestri del passato ( Castiglioni e Fornasetti, in primis, Alessi e altri dopo) è stata quella di aver applicato il decorativo al funzionale, di aver trasformato oggetti di uso quotidiano in pezzi da design, il made in Italy dagli anni ’50 alla fine degli anni ‘70 ha inventato un nuovo modo di “abitare” la casa e ha fatto scuola nel mondo. Poi ci siamo lasciati scippare il primato. Adesso in confronto la Design Week  è diventata una globale sagra di paese

di Januaria Piromallo
Salone del mobile 2018, si guarda al futuro ma ci si inchina al passato. Dagli anni d’oro ’50 e ’70 alla “moderna sagra di paese” di oggi

Se non siete curiosi lasciate perdere. E’ stato il credo di Achille Castiglioni, designer ante litteram, quando si chiamavano semplicemente progettisti. Era il trionfo del furore creativo, dalla fine degli anni ’50 alla fine degli anni ’70, il ventennio d’oro del disegno industriale made in Italy. E lui lo ha insegnato al Politecnico di Milano. Ha vinto tutto il vincibile, compreso sette compassi d’oro e Flos, azienda leader di sistemi d’illuminazione, per il centenario della sua nascita  lo celebra mettendo in mostra nel flagship store di Corso Monforte 9 i suoi oggetti di luce cult.

Lampade da terra e da scrivania, la celeberrima seduta a forma di sedile di biciletta realizzata per le prime cabine telefoniche pubbliche. Volutamente scomoda così la gente non stava le ore attaccata alla cornetta. Achille è morto a 84 anni, praticamente con la matita in mano, ha progettato fino all’ultimo respiro. Anche Attilio Ladina guarda al passato e da un restyling della sua “GiGi Lamp”, ricava la “Lampada B” che Melania Trump ha subito voluto nella sua casa newyorkese, tanto è vero che Ladina vorrebbe ribattezzarla  First Lady Lamp. Durante la design week è esposta da Hi Lite (Tailor made lighting) in via Brera 30.

Perfino un giardino di peonie fa design e nel suggestivo cortile esagonale di Corso Magenta 12 Moritz Mantero, storico produttore comasco di seta  e presidente di Orticolario, fa gli onori di casa insieme a Giampaolo Migliaccio, patron di Ethimo, produttore di mobili da esterni e fornitore anche di  Starbucks. Sotto il gazebo en fleur Migliaccio, tra i primi coltivatori al mondo di peonie, presenta la prima collezione di prodotti di bellezza e olii essenziali al profumo di peonia. Una meraviglia. Mentre Orticola Arte  si mette in mostra con l’installazione permanente a mosaico  di Claudia Losi, Dove sei? Dove abiti?, ideata per facciata della Scuola dell’Infanzia di via Savona 30.

E’ considerato l’Hermes dell’ottone. Sono alla terza generazione Ghidini 1961, bresciani, con grande tradizione di fonderia di metalli, collaborano con le star del design, tra cui Alessandro Mendini, Aldo Cibic, Studio Job e Noel du Chaufour-Lawrance. Hanno nobilato la padella in ottone che, in grandi dimensioni e appesa al muro, diventa una specchieria. Effetto sorprendente, la lampada con una particolare lavorazione del metallo quando si accende sembra fatta di vetro.  Il secchiello del ghiaccio, dorato e luccicante, ha doppia funzione, lo capovolgi e diventa un vassoio con alzata. Mentre il vaso “Tornado” dei fratelli Campana ( disegnano anche per Louis Vuitton)  prezzo 8000mila euro è un ‘opera d’arte che vale 8000mila euro.Tutto in bella mostra a Palazzo Visconti.

Si sta più comodi su una poltrona di marmo che costa la bellezza di 32mila euro. Questo pezzo unico segna il debutto della MGM Collection ospitato nel nuovo spazio Galleria nel concept store Anteprima, Corso Como 9. La MGM è una azienda italianissima specializzata nella lavorazione di graniti, onici e quarzi, in chiave design. La stupefacente poltrona in marmo ricavata da un unico blocco ( la seduta, tra l’altro, è assai confortevole) è opera del comasco Paolo Salvadè, specializzato in industrial design, e i drappeggi  sono stati realizzati con una sofisticata macchina 3-D. Stuzzicato anche il palato con finger food (non poteva mancare) di design creato per l’occasione da Ilaria Forlani, fondatrice di Glacé, che ha servito deliziosi dolcetti dall’effetto marmorizzato in mezzo a performance di arti visive giapponesi.

Dalla casa futurista fai da te, Housing 3D, senza spigoli, pareti curveggianti, firmata Massimiliano Locatelli con Studio CLS  ( in piazza Beccaria) passando per le collezioni del creativo/pop Stefano Giovannoni, fondatore negli anni ’80 di King Kong, studio d’avanguardie, che nobilita la tanto vituperata plastica ( allestimenti in via Cino del Duca 8  e  cortile d’onore dell’ Università Statale), alle visioni del sociologo/guru americano Chris Anderson.  Il “trendologo” profetizza una new industrial revolution nel suo saggio “Makers” (Fabbricanti), artigiani digitali perchè chiunque, munito di stampante  3-D, potrà  creare il proprio servizio di piatti, mobili. Ognuno di noi diventerà il designer di se stesso. Si potrebbe pensare a una stampante “condominiale”, oops, si è rotto un bicchiere, me lo rifaccio. Dove andrà a finre il design nell’era digitale?

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