A 71 anni, l'autore californiano pare dunque deciso a proseguire nel proprio viaggio cinematografico facendo rotta verso un genere sostanzialmente estraneo alla sua filmografia ma con cui già in passato aveva avuto occasione di flirtare, salvo declinarne le lusinghe
Steven Spielberg non finisce mai di sorprendere e si prepara a entrare nel mondo dei cinecomic. Dopo essere diventato il primo regista della storia ad aver infranto il muro dei 10 miliardi di dollari incassati in carriera, il cineasta americano e la sua casa di produzione – la Amblin Entertainment – hanno infatti raggiunto un accordo con Warner Bros. e DC Comics per la trasposizione cinematografica della serie Blackhawk.
Creato nel 1941 dall’inchiostro di Will Eisner, Chuck Cuidera e Bob Powell, il fumetto ruota attorno alle gesta di una squadriglia di aviatori impegnati nel combattere i nazisti tra i cieli burrascosi del Secondo confitto mondiale; la sua collocazione temporale sembrerebbe offrire dunque il gancio a un suo inserimento nel DC Extended Universe, cavalcando il recente successo di Wonder Woman (2017) e nel tentativo di risollevare le sorti di un brand capace di schierare accanto ai magnifici Batman di Christopher Nolan anche i decisamente meno riusciti Suicide Squad (2016) e Batman v Superman (2016).
Welcome to the family, Steven Spielberg! The iconic director will enter the world of DC with BLACKHAWK. Learn more about the upcoming film here: https://t.co/B980tgkm6d pic.twitter.com/KDd0rxzyVh
— DC (@DCComics) 17 aprile 2018
Nonostante la partecipazione di Spielberg al progetto sia per ora ufficialmente limitata al solo lato produttivo, gli entusiastici commenti Toby Emmerich – tra le figure portanti di casa Warner – sembrano suggerire altre sorprese: “Siamo così orgogliosi di essere lo studio dietro l’ultimo successo di Spielberg [Ready Player One (2018)] e siamo eccitati di lavorare nuovamente con lui in questo nuovo avventuroso action. Non vediamo l’ora di vedere quali tipi di innovazioni ci porterà nell’introdurre Blackhawk agli spettatori cinematografici di tutto il mondo”.
A 71 anni, l’autore californiano pare dunque deciso a proseguire nel proprio viaggio cinematografico facendo rotta verso un genere sostanzialmente estraneo alla sua filmografia – pur senza scordarsi di un gioiellino dell’animazione come Le avventure di Tintin – Il segreto dell’Unicorno (2011), di cui ancora si attende un sequel – ma con cui già in passato aveva avuto occasione di flirtare, salvo “declinarne” le lusinghe.
Attorno alla metà degli anni 70, infatti, Spielberg – reduce dal clamoroso successo de Lo squalo (1975) – rifiutò l’invito del produttore messicano Ilya Salkind a dirigere il Superman poi portato in sala nel 1978 da Richard Donner, preferendo invece dedicarsi alla lavorazione di Incontri ravvicinati del terzo tipo (1977). Se il diniego riservato all’uomo d’acciaio spiacque un poco al giovane Steven, alcuna remora comportò invece il secco no destinato alla trasposizione di Dick Tracy, giudicato semplicemente privo di interesse.
Tornando a Blackhawk, tuttavia, la sceneggiatura affidata a David Koepp – collaboratore spielbergiano di lunga data e firmatario degli script di Jurassic Park, de La Guerra dei Mondi e dell’ultimo Indiana Jones – e le dichiarazioni rilasciate dallo stesso Spielberg lasciano ben sperare i fan di tutto il mondo. Il regista, infatti, non ha assolutamente smentito la possibilità di dirigere lui stesso la pellicola, dicendosi anzi speranzoso di poterlo fare e accogliendo la notizia persino con un pizzico di eccitazione: “È stato meraviglioso lavorare con la squadra della Warner Bros. per portare Ready Player One sul grande schermo. Loro offrono una miscela di passione e professionalità in tutto ciò che fanno e hanno una tremenda storia in questo genere, quindi sono eccitato di riunirmi con loro per Blackhawk”.
Insomma, i tempi di lavorazione si preannunciano molto lunghi – specie considerando i numerosi lavori già in cantiere per il regista di E.T. l’extraterreste (1982), a partire dal quinto capitolo di Indiana Jones e dal remake del musical West Side Story – e la certezza contrattuale manca ancora, ma i presupposti sembrano comunque esserci. Che sia dunque la volta buona per il matrimonio tra Spielberg e il mondo del fumetto? Probabile; di sicuro, però, c’è solo una cosa: il maestro non ha finito di stupire.