Politica

Elezioni Molise, l’affluenza è al 52%: 9 punti in meno rispetto a 5 anni fa. Alle politiche del 4 marzo raggiunto il 71%

Al voto 331mila molisani, di cui 78mila residenti all'estero. Alle scorse elezioni politiche del 4 marzo andarono alle urne andò il 71,62%, mentre alle regionali del 2013 il dato finale dell'affluenza fu del 61,63%: in quella occasione, però, i seggi rimasero aperti domenica e lunedì. Stavolta invece si è votato in un solo giorno

Seggi chiusi alle 23 in Molise per eleggere il nuovo presidente e consiglio regionale. Alle 23 l’affulenza è al 52,16% pari a 172.791 votanti sui 331mila aventi diritto, di cui 78mila residenti all’estero. Alle scorse elezioni politiche del 4 marzo andarono alle urne andò il 71,62%, mentre alle regionali del 2013 il dato finale dell’affluenza fu del 61,63%: in quella occasione, però, i seggi rimasero aperti domenica e lunedì. Stavolta invece si è votato in un solo giorno: i seggi allestiti nelle 394 dei 136 Comuni della regione hanno aperto alle 7.

Gli elettori molisani eleggeranno un consiglio composto di venti consiglieri più il candidato presidente che risulterà vincitore. Cinque anni fa la poltrona di governatore fu conquistata dal candidato del Partito democratico Paolo Frattura con il 44,70% dei voti. Questa volta atteso un testa a testa tra il Movimento Cinque Stelle, che candida il 33enne Andrea Greco, e la coalizione di Centrodestra guidata da Donato Toma, 60enne presidente dell’ordine dei commercialisti. Centrodestra e Cinquestelle staccano di misura la coalizione di Centrosinistra, che presenta l’assessore uscente Carlo Veneziale, appoggiato anche da Liberi e Uguali. L’altro candidato presidente è Agostino Di Giacomo di Casapound.

Quella che si sta giocando in Molise è una doppia partita. Il voto di oggi non deciderà solo la nuova mappa politica della regione per i prossimi cinque anni, ma darà indicazioni per il destino del governo. Un risultato a favore dei Cinquestelle o del Centrodestra, i due schieramenti che sembrano in testa alla preferenze dei molisani, potrebbe avere conseguenze sulle trattative nazionali, spostando a favore dell’uno o dell’altro gli equilibri creati dal voto del 4 marzo.

Non sarà quindi una domenica come le altre per i leader politici, che in questa settimane hanno speso energie e parole pesanti per la piccola regione italiana, diventata teatro degli attacchi di Silvio Berlusconi ai Cinquestelle (“A Mediaset li prenderei a pulire i cessi” ) e del dietrofront dell’ex premier su una possibile accordo di governo con il Pd. In settimana Salvini aveva parlato di ‘un governo in 15 giorni’ se il centrodestra dovesse vincere in Molise e in Friuli-Venezia Giulia , dove si vota tra sette giorni. Anche il capo politico del M5S Luigi Di Maio ha legato il governo della Regione a quello nazionale nel comizio finale di Campobasso a sostegno di Andrea Greco. L’importanza del voto ha portato qualcuno a parlare del Molise come dell’Ohio d’Italia, paragonandola allo Stato il cui risultato spesso determina il vincitore delle presidenziali Usa.

Alle politiche del 4 marzo gli elettori molisani hanno premiato la proposta dei Cinquestelle, che con il 44.79% e 78mila voti hanno staccato nettamente il centrodestra, fermo al 28,9%, mentre il centrosinistra riparte dalla debacle del 18,1% con 31mila voti. Sulla carta non dovrebbe esserci partita ma sul voto amministrativo pesano i pacchetti di voti che i singoli candidati sono in grado di spostare. Tra questi l’europarlamentare Aldo Patriciello, che 5 anni fa portò i suoi 14mila voti in dote al centrosinistra e che stavolta è ritornato nella casa madre di centrodestra.

Peseranno anche quegli 8mila voti di sinistra che il 4 marzo si sparpagliarono tra Leu, Pap e Pci e che, si mormora, stanno conducendo una sotterranea battaglia per portare i consensi a M5S, nuova forma di voto utile per fermare l’avanzata delle destre targate Lega. Lega che riparte dal 8,67% e 15 mila voti delle politiche e che non fa mistero di tentare l’opa nei confronti di Forza Italia. Il candidato del Centrodestra Donato Toma è appoggiato da 180 candidati e 9 liste e sull’esercito dei candidati portatori di voti si appuntano le speranze per la clamorosa remuntada che sogna il centrodestra.

Solo 20 i candidati della lista M5S per Andrea Greco e 100 per le 5 liste che appoggiano il candidato di centrosinistra Carlo Veneziale. Le regionali passeranno alla storia anche per essere le prime i cui risultati saranno gestiti nella fase ufficiosa dalla Regione stessa con un proprio software e non dalla Prefettura: la sala stampa regionale è già aperta per i circa 100 operatori dell’informazione piombati da tutta Italia a Campobasso nella ex Gil. I primi risultati saranno comunicati dalla regione a partire dalla chiusura dei seggi dopo le 23.00.